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PITTORI: Lafreri Antonio

il mistero della Trinità: Agostino incontra il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

LAFRERI ANTONIO

1512-1577

L'Escorial, Biblioteca Reale del Monastero

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Lafreri Antonio incise questa bella stampa nel Cinquecento riproducendo un episodio piuttosto diffuso nella iconografia agostiniana e relativo al Mistero della Trinità,  che tanto appassionò il santo vescovo di Ippona. la stampa è conservata nella Biblioteca Reale del Monastero de L'Escorial (28-II-8, f. 235).

Francese di nascita (in origine Antoine Laffry), fu un incisore che visse in Italia. E' conosciuto per l'invenzione degli Atlanti Lafreri in cui mappe diverse di differenti cartografi erano legati in un unico volume. Nato a Orgelet in Francia nel 1512, si stabilì a Roma nel 1544 dove svolse la sua attività di incisore. Morì nel 1577.

 

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.