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PITTORI: Federico Zuccari

Sant'Agostino

Sant'Agostino

 

 

FEDERICO ZUCCARI

1576

Fara in Sabina

 

Sant'Agostino

 

 

 

Il dipinto su intonaco con pittura a fresco che raffigura sant'Agostino e mezzo busto viene attribuito alla scuola di Taddeo (1529-1566) e del fratello Federico Zuccari (1542-1609). Secondo Schuster la decorazione della navata della chiesa sarebbe tutta da assegnare alla scuola degli Zuccari. Le figure sono composte all'interno di nicchie rettangolari e sono atteggiate a statue policrome. Le forti ombre e il chiaroscuro ottenuto sia rafforzando il colore che utilizzando velature violacee intense, accentuano l'effetto della composizione. Come gli altri personaggi, Agostino, pur avendo una posa abbastanza statica, risalta vivacemente sullo sfondo. Il santo è raffigurato a mezzo busto con nella mano sinistra un grande libro aperto mentre con la destra regge sul braccio il bastone pastorale. Agostino indossa in modo evidente sopra il piviale la cocolla scura dei monaci agostiniani. il suo volto ha una espressione intensa su un volto ormai anziano con una folta barba riccioluta che gli scende abbondante dal mento. Il suo mezzobusto non diversamente dagli altri busti delle nicchie quadrate minori, risalta con efficacia contro l'ombra profonda del vano. Il colore di questa zona inferiore è ancora più sobrio di quello delle figure di Apostoli. L'influenza michelangiolesca è predominante.

In basso si legge S. AVGVSTINVS D a lettere capitali.

 

 

Federico Zuccari

Nacque a Sant'Angelo in Vado nel Ducato d'Urbino da Ottaviano de Zucharellis. Il cognome del padre pittore fu successivamente cambiato in Zuccari nel 1569. La sua attività di pittore è documentata dal 1550, dopo il suo trasferimento a Roma nella bottega del fratello maggiore Taddeo, che vide in lui una notevole attitudine alla pittura e al disegno. Tra il 1563 e il 1565 lo troviamo a Venezia presso la famiglia Grimani di Santa Maria Formosa e alla fine del 1565 entrò nell'Accademia del Disegno a Firenze. Aderì, come il fratello Taddeo, alla Compagnia di San Giovanni di Terrasanta e nel 1573 ne divenne il primo reggente a vita, una carica che in futuro sarà ricoperta solo da Antonio Canova. Nel 1592 formulò lo statuto dell'Accademia di San Luca a Roma, di cui divenne Principe nel 1593.

Zuccari fu chiamato a Roma da papa Gregorio XIII per continuare la decorazione della Cappella Paolina in Vaticano. Visitò Bruxelles e nel 1574 era in Inghilterra, dove eseguì alcuni importanti ritratti, fra cui quello della regina Elisabetta I, di Maria Stuarda, di sir Nicholas Bacon, sir Francis Walsingham. Nel 1585 si portò in Spagna per decorare il nuovo Escorial, i cui lavori lo occuparono dal 1586 al 1588. A Firenze Zuccari visse nella casa di Andrea del Sarto e ottenne l'incarico di affrescare la cupola di Santa Maria del Fiore. A Urbino sposò Francesca Genga, figlia di Raffaele, pittore di quella celebre dinastia. Dalla loro unione nacquero sette figli: Ottaviano (1579), pittore, scrittore, dottore in Giurisprudenza e podestà a Bologna nel 1625, Isabella (1581), Alessandro Taddeo (1584), Orazio (1585), Cinzia (1590), Laura (1592) e Gerolamo (1593). Nel 1604 pubblicò a Pavia il suo libro "Origine et Progresso dell'Academia del Dissegno, De Pittori, Scultori e Architetti di Roma" e l'anno seguente a Mantova fu stampata la "Lettera a Principi et Signori Amatori del Dissegno, Pittura, Scultura et Architettura, scritta dal Cavaglier Federico Zuccari, nell'Accademia Insensata con un lamento della Pittura, opera dell'istesso". Nel 1607 a Torino scrive la sua opera più importante "L'Idea dé Pittori, Scultori et Architetti". Nel 1588 ricevette un titolo nobiliare dal re Filippo II di Spagna di cui fu pittore di corte dal 1585 al 1588. Poco prima della morte ottenne il titolo di cavaliere. Nel 1609, quando si trovava ad Ancona, morì ospite in casa del suo amico mercante Marco Jovitta. Con solenne cerimonia fu sepolto dai frati agostiniani nel loro convento di Ancona, nella tomba di famiglia di Marco Jovitta.