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PITTORI: Anonimo di Dauphin

Morte di Monica a Ostia

Morte di Monica a Ostia

 

 

ANONIMO DI DAUPHIN

1961

Dauphin Island, chiesa di Santa Monica

 

Morte di Monica a Ostia

 

 

 

 

Questa scena raffigura la morte di Monica. La santa è distesa su un letto e indossa una veste bianca che le avvolge anche il capo, Al suo capezzale, in ginocchio, si nota il figlio Agostino di spalle. Indossa una tunica marrone che si staglia nettamente nella struttura della scena. Fra le rose che avvolgono la santa e costituiscono un motivo ripetitivo di tutta la struttura compositiva, sono disposti, quasi con noncuranza alcuni elementi e simboli di forte richiamo: alla testa del letto c'è una lapide con l'iscrizione HIS che riporta a Cristo, a cui Monica si è affidata per tutta la vita e a cui ha cercato di affidare il figlio Agostino.

Poco discosto c'è un libro e una penna: sono il frutto del grande lavoro di Monica che ha resa il figlio un grande difensore della fede cristiana attraverso la predicazione e le opere. Altre scene collegate sono la partenza da Cartagine di Agostino e la conversione delle stesso davanti a un vescovo.

 

Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27