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PITTORI: Pezzotta Giovanni

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GIOVANNI PEZZOTTA

1838-1911

Bergamo, chiesa di S. Andrea apostolo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Pezzotta Giovanni ha dipinto questo pannello alla fine dell'Ottocento per la chiesa di sant'Andrea Apostolo nella Città Alta di Bergamo. l'opera che raffigura sant'Agostino è un pannello dipinto che faceva parte di un Trono processionale dei secoli XIX-XX.

Pezzotta utilizza una tecnica ad olio su tavola con misure di cm 110x52. In basso, al centro si può leggere la scrittura S. AUGUSTINUS. Il santo è ritto in piedi e mostra con il dito sinistro un passo dal libro che regge fra le mani.

Sulla testa Agostino porta uno strano cappello, che assomiglia vagamente alla tiare del vescovo, quale lui era.

Il viso, coperto da una folte barba, è quello di un uomo maturo con uno sguardo acuto e profondo che si rivolge al fedele spettatore.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

Pezzotta Giovanni

Nato ad Albino nel 1838, morto a Bergamo nel 1911. Fu allievo di Enrico Scuri all'Accademia Carrara di Bergamo nel decennio 1859-1868. Fu premiato alla mostra dell'Accademia Carrara nel 1869.Eseguì due grandi pale d'altare per la parrocchiale di Albino e numerosi affreschi per chiese, nei quali dimostrò profondo sentimento ed efficacia di rappresentazione ma, soprattutto, eseguì quadri ad olio per case private, dove lasciò gustose scene di genere che rivelano un acuto spirito di osservazione e ristretti di realismo immediato.