Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Bartolomeo di Giovanni

PITTORI: Bartolomeo di Giovanni

Sant'Agostino nello studio sogna Gerolamo

Sant'Agostino nello studio sogna Gerolamo

 

 

BARTOLOMEO DI GIOVANNI

1480

Collezione Privata

 

Sant'Agostino nello studio sogna Gerolamo

 

 

 

Il dipinto, pitturato a tempera su tavola dalle dimensioni di 40x23 cm, costituisce una copia dell'affresco eseguito da Botticelli per la chiesa fiorentina di Ognissanti. L'opera viene attribuita a Bartolomeo di Giovanni e appartiene ad un insieme con altre tre tavole di piccole dimensioni che raffigurano temi legati principalmente a san Girolamo: la sua morte, le stimmate di san Francesco e Girolamo nel suo studio. La raffigurazione di Agostino segue l'opera botticelliana con il santo seduto nel suo studiolo, con la mitra deposta sullo scrittoio poco dietro il leggio. Tra le mani Agostino regge penna e calamaio. Contrariamente all'affresco di Botticelli qui non compaiono sulla mensola né l'orologio solare né la sfera armillare. Al posto di quest'ultima Bartolomeo di Giovanni ha posto un libro dove appare l'immagine di un bambino sorretto da due angeli, volendo in tal modo richiamare la visione che Agostino ha dell'anima di Gerolamo. Sul piede del tavolo compare la scritta S.(anctus) AVSTINVS.

L'opera è stata venduta all'Asta Christie's a Londra il 2 luglio 1965, e nel 1970 si trovava ancora a Londra presso Heim and Co. In precedenza il dipinto era localizzato nella Collezione A. L. Erlanger, a New York, nella Collezione C. J. Ryan, sempre a New York, nella Collezione T. Fortune Ryan a New York. Nel 1930 comparve nell'Asta Cassirer a Berlino nella vendita della Collezione viennese Figdor. Appartenne ancora prima alla Collezione T. Schiff a Parigi.

 

La leggenda della visione di Gerolamo in sogno viene riferita da Petrus Calo Clugiensis (il frate predicatore domenicano Petrus Calo de Clugia ossia da Chioggia) nel 1348 (Acta Sanctorum, settembre, VII, 423) e ripresa da Ludovicus de Angelis nel suo Libri VI de vita et laudibus S. Patris Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et Ecclesiae doctoris eximii, pubblicato a Conimbricae nel 1612.

Questo episodio si riferisce al contenuto di una lettera apocrifa in cui Agostino assicura di avere visto in sogno Gerolamo e san Giovanni Battista. Quest'ultimo gli spiega che la sua terza corona è quella del martirio:

"Cogitas Augustine quid laudis debeas de Hieronymo in veritate proferre ... Sertum vero tertium, quod plus illo fero, aureola martyrii est ... Serta vero duo alia, quae habemus, aureolae sunt quae solum virginibus et doctoribus dantur, ut ab aliis discernantur." Il testo prosegue cercando di introdurre il senso della beatitudine celeste e riporta ancora: "Avide cogitans, qualis inesset animabus beatorum, qui cum Christo gaudent, gloriae et laetitiam quantitatis ... ut brevem scriberem epistolam sanctissimo Hieronymo destinandam, ut quidquid ex hoc sentiret, responderet ... cumque iam scribens salutatio-nis exordium Hieronymo praenotarem, ineffabile subito lumen nostris invisum temporibus nostrisque minime linguis declarandum cum ineffabili inauditaque odorum omnium fragrantia, cellulam, in qua stabam, intravit, hora iam completorii. Quo a me viso, stupore admirationeque commotus, animi et membrorum virtutes repente amisi. Nesciebam enim tunc quod dextera mirabilis Dei exaltasset servum suum, notas faciens in populis vitutes suas; nesciebam etenim quod Deus antiquae miserationis servuum suum fidelem a carnis immunditiis dissolvisset et tam sublimen ei in caelo sedem parasset ... Inter haec autem meis in me perstrepentibus cogitationibus quid hoc esset, de luce haec dicens verba vox emicuit: Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?"

PSEUDO AGOSTINO, Epistola ad Cyrillum Ierosolymitanum episcopum 33, 1126

 

 

 

Bartolomeo di Giovanni

Bartolomeo di Giovanni, attivo fra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, è documentato in un contratto del 30 luglio 1488. Il pittore è conosciuto talvolta come l'Alunno di Domenico. Nato a Firenze verso il 1458, vi morì nel 1501,rappresentando un importante esponente della scuola fiorentina rinascimentale. Fu uno stretto collaboratore di Domenico Ghirlandaio, di cui contribuì a divulgarne lo stile. Lavorò con Ghirlandaio in varie occasioni come nel caso della realizzazione della predella dell'Adorazione dei Magi degli Innocenti. La sua cifra stilistica si è espressa tra gli esempi del maestro e quelli delle altre principali botteghe fiorentine dell'epoca, in particolare quelle di Sandro Botticelli e Filippino Lippi.

Bartolomeo fu un pittore eclettico, come la maggior parte dei pittori di cassoni, che risentivano con grande disinvoltura delle idee dei più famosi colleghi contemporanei. Nonostante abbia realizzato quadri e affreschi, sembra che la sua attività abbia prediletto realizzare predelle, cassoni e spalliere. In questo genere di produzione dette il meglio di sé, esprimendo una semplice e fresca poesia di narratore.