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PITTORI: Bicci di Lorenzo

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

BICCI DI LORENZO

1433

Lastra a Signa, chiesa di san Martino a Gangalandi

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco che riproduce Agostino appartiene alla serie dei Dottori della Chiesa che decora l'attico della cappella del fonte battesimale situata a destra della porta d'ingresso della chiesa e formata da due campate impostate su pilastri ortogonali. Negli spicchi delle volte della prima campata sono raffigurati su fondo azzurro i busti dei quattro Dottori della Chiesa. Le membrature architettoniche sono esaltate da una cornice ornata da riquadri entro cui si trova una decorazione a racemi fitomorfi alternati a quadrati ornati da losanghe e a teste di cherubini inserite in esagoni.

Gli affreschi della cappella sono attribuiti all'attività di Bicci di Lorenzo e bottega e furono riportati alla luce nel 1891. Purtroppo furono eccessivamente ridipinti durante i lavori di restauro. L'attribuzione a Bicci di Lorenzo e la datazione degli affreschi al 1433 si basa su un documento di pagamento al pittore da parte della confraternita dedicata alla Vergine che si riuniva nella chiesa di san Martino. Nel documento si legge: "Addì 7 giugno 1433. Gli operai diedero a sfruttare a Bicci pittore per sue fatiche fatte nel dipingere la cappella sopra il fonte battesimale tre pezzi di terra in piano di Gangalandi di storia nove in circa, che l'uno pezzo comprò da Niccolò di Filippo Cambini e l'altro pezzo lasciò Filippo Cambini alla Compagnia e l'altro pezzo lasciò Monna Teodora fu di Guido Zati; e siccome detto Bicci nel mese di giugno se n'andò ad Arezzo e (non) condusse le dipinture della Compagnia fu obligato pagare lire quindici l'anno".

Nella realizzazione degli affreschi è possibile riconosce un largo intervento di aiuti o scolari di Bicci. La loro esecuzione esprime il gusto favoloso e cortese da narratore tardo gotico di Bicci che si sofferma soprattutto sui particolari decorativi.

Su lato che fiancheggia il portale della chiesa è narrata l'elemosina di san Martino, mentre nel fronte verso l'abside si sviluppa il tema narrativo del Paradiso. Agostino è raffigurato a mezzo busto nei suoi abiti episcopali con la mitra in testa e tiene aperto con la mano sinistra un libro dove si può leggere la scritta "(v)idete clementiam ... mini ... alva, probabilmente riferibile ad un passo di un Breviarium in Psalmos attribuito ad Agostino.

Con la mano destra il santo sembra quasi voglia benedire il fedele che lo osserva.

 

 

Bicci di Lorenzo

Nasce a Firenze nel 1373 esponente di una famiglia di pittori attivi in Toscana nel Quattrocento. E' stato un pittore attivo a Firenze soprattutto fra il tardo Trecento e il primo Quattrocento. Suo padre era Lorenzo di Bicci, mentre suo figlio fu Neri di Bicci, entrambi significativi esponenti della pittura toscana.

Nella sua gioventù fu influenzato dallo stile di Lorenzo Monaco e Gentile da Fabriano e una delle prime opere dove collaborò con il padre è il grande Tabernacolo del Madonnone, presso San Salvi a Firenze. Verso il 1405 assunse la direzione della bottega di famiglia, facendone un punto di permanenza di stilemi tradizionali rispetto alle nuove invenzioni che il Rinascimento stava proponendo. Bicci diventa un elemento di catalizzazione di committenti e istituti dal gusto più tradizionalista, che avevano bisogno di opere devozionali per chiese, conventi e anche abitazioni private. Fra i suoi committenti troviamo tuttavia anche i Medici, per i quali dipinse un ciclo di Uomini Illustri ad affresco, già nel Palazzo Medici (testimoniato da Vasari), il nobiluomo Niccolò da Uzzano (affreschi e una tavola per la chiesa di Santa Lucia dei Magnoli), l'Opera del Duomo di Firenze (affreschi degli Apostoli del 1434), l'Ospedale di Santa Maria Nuova. Alla Galleria dell'Accademia di Firenze di lui si possono ammirare due tavole: un Matrimonio mistico di santa Caterina (1423-1425) e un san Lorenzo (1428). Fra i suoi capolavori vanno annoverate la Madonna in Trono (1433) della Galleria Nazionale di Parma, le Tre storie di San Niccolò e il Trittico del Duomo di Fiesole (1450). Tra gli affreschi, vanno citati quelli sull'arco d'entrata della Cappella Compagni nella chiesa di santa Trinità a Firenze. Alcune sue opere sono conservate anche a Empoli (San Niccolò da Tolentino protegge Empoli dalla peste, nella Collegiata di Sant'Andrea) e a Lastra a Signa. La sua bottega era situata nei pressi di piazza Tasso in Oltrarno e fu luogo di formazione di alcuni importanti pittori come Lo Scheggia e forse Masaccio. Bicci di Lorenzo muore a Firenze nel 1452.