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PITTORI: Paolo da Caylina il Vecchio

Santa Monica nel dipinto della Allegoria della dottrina di sant'Agostino di Paolo da Caylina il Vecchio

Santa Monica nel dipinto della Allegoria della dottrina di sant'Agostino

 

 

PAOLO DI CAYLINA IL VECCHIO

1400-1450

Libreria del convento di san Barnaba a Brescia

 

Santa Monica

 

 

 

 

Nella Libreria del convento di san Barnaba a Brescia fu dipinta questa figura di Santa Monica. La figura femminile sulla destra è quella di santa Monica, considerata il modello delle religiose che nella regola si ispiravano a sant'Agostino, ma qui rappresentata anche come trasmettitrice della parola divina. Dal lato opposto del grande vascello che domina la scena, con la vela ingolfata dal vento e con l'alto albero maestro a cui è appeso Cristo crocefisso coperto solo dal perizoma, sta sulla poppa, in piedi, con le vesti sacre, piviale e mitria sant'Agostino.

Un cartiglio si sviluppa dal Padre verso Monica ed è tratto da Matteo 11, 28: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò. Verso sinistra un grande basamento, quasi un'ara classica, porta numerosi santi e sante che si innalzano su numerose file fino a Dio Padre in atto di parlare.

 

Eremitani a Brescia

Non è nota né la data esatta né il luogo della prima sede di insediamento degli Eremitani di Sant'Agostino a Brescia. Il loro arrivo in città dovrebbe risalire alla metà del XIII secolo. Nel 1286 o nel 1298 il vescovo di Brescia Berardo Maggi diede l'avvio alla costruzione di una nuova chiesa di san Barnaba in sostituzione della precedente e un nuovo, più grande convento per gli Agostiniani. Il favore del vescovo Maggi nei confronti dei frati è testimoniato nell'autorizzazione ai fratelli di san Barnaba di dedurre una nuova condotta d'acqua per il convento che ne era privo. Nel 1333-1335 la cattedra vescovile vacante fu diretta dal frate agostiniano Tommaso e nel corso del Trecento per due volte la carica vescovile fu detenuta da frati di san Barnaba. Nel 1346 la comunità di san Barnaba era composta da 37 religiosi. Nel secolo successivo anche gli Eremitani di san Barnaba, al pari degli altri enti religiosi bresciani furono soggetti a un processo di grave decadenza. Nel 1457 a causa della loro condotta scandalosa furono espulsi dalla città e sostituiti il 21 luglio 1457 da una comunità dell'Osservanza di Lombardia del medesimo ordine. Gli osservanti si occuparono presto della ricostruzione di parte degli edifici del convento e nel 1490 fu realizzato un grande ambiente da destinare a libreria, dove Pietro da Cemmo affrescò un importante ciclo sulla vita di sant'Agostino. Negli anni 1632-1659 si procedette alla trasformazione della chiesa in stile manieristico-barocco. Nel 1797 gli stessi frati fecero richiesta di soppressione del convento.

 

Paolo de Caylina

Paolo Caylina è conosciuto come il Vecchio (per distinguerlo dal nipote Paolo Caylina il Giovane) e Paolo da Brescia (Brescia, tra il 1420 e il 1430 - dopo il 1486). Scarse sono le notizie della sua vita: nel 1451 abitava a Brescia e nel 1458 dipinse un polittico, conservato nella Galleria Sabauda di Torino. Sue opere sono: Il chiostro della chiesa di S. Maria degli Angeli (metà del Quattrocento) gli affreschi della Santa Marta nella Chiesa della Maddalena a Bienno.

Paolo Caylina il Vecchio, detto anche il Maestro di Nave, è il cognato che stilisticamente è più vicino al Da Cemmo dello stesso Foppa. E' lui il pittore che meglio richiama gli affreschi della Allegoria di sant'Agostino, anche se non si nota la fragilità e la tristezza tipica dei suoi volti. Le soluzioni date alla grande scena, quasi derivata da pagina xilografica di una Biblia pauperum richiamano le analoghe scene nell'abside della Pieve della Mitra a Nave. Sono comunque ben evidenti gli influssi stilistici sia del Da Cemmo che soprattutto del Foppa, che lavorarono in quegli anni a stretto contatto in committenze agostiniane.