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PITTORI: Jacobello del Fiore

Polittico del Duomo di Teramo opera di Jacobello da Fiore

Polittico di sant'Agostino o del Duomo di Teramo opera di Jacobello del Fiore

 

 

JACOBELLO DEL FIORE

1439

Teramo, Duomo di S. Maria Assunta

 

Polittico di sant'Agostino o del Duomo con la Vergine e santi

 

 

 

 

L'opera è conservata nel Duomo di Teramo. Agostino vi è raffigurato come vescovo. Il polittico è composta da 16 tavole incorniciate e divise in due ordini paralleli, di cui l'inferiore composta da sette formelle. Nella ancona centrale il pittore ha raffigurato l'incoronazione della Vergine da parte del Cristo con una veduta della città di Teramo e devoti in preghiera. Lateralmente si snodano le figure di vari santi: ai lati del'incoronazione troviamo Agostino e Bernardo, che recano invocazione di pace e prosperità per la città. A sinistra si prosegue con Gerolamo e Ambrogio, mentre a destra riconosciamo Gregorio e Nicola da Tolentino. Nella parte superiore si trovano altri santi a mezzo busto, fra cui, all'estrema destra, Monica, che reca un cartiglio con l'invocazione di favori per la città di Teramo. L'opera venne commissionata dal Capitolo di sant'Agostino per l'altare maggiore della chiesa dell'Ordine. I santi sono disposti secondo la loro importanza: Berardo è il patrono di Teramo, Agostino è compatrono della città, Nicola da Tolentino è un santo monaco giovane.

Dello stesso artista il critico d'arte Volpe ricorda un bel sant'Agostino di una Collezione Privata dipinto magistralmente da Jacobello "dal mantello ai guanti che calzano le mirabili mani, degne del S. Pietro del polittico pesarese, ove la tastiera cromatica rimbalza dal bianco al nero, con accordatissima esattezza. Formatosi sui veneziani bizantineggianti, Jacobello fu influenzato dalle opere del Guariento, di Gentile da Fabriano e dai suoi contemporanei della scuola veronese. Il Polittico è un capolavoro del pittore veneziano, di stile tardo Gotico, ed è la sua ultima opera: infatti il pittore, sceso intorno al 1425-30 dalle Marche in Abruzzo, realizzò alcune opere per lo Stato di Atri (attuale Provincia di Teramo). Prima di tornare a Venezia, si fermò a Teramo dove gli Agostiniani che abitavano nel convento di S. Agostino gli commissionarono un grande polittico composto da 16 tavole da collocare sull'altar maggiore della loro chiesa. Il veneziano realizzò molto velocemente le tavole e le consegnò agli Agostiniani, tornando subito a Venezia e senza vedere la sua opera incorniciata esposta sull'altare.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.

La santità di Maria esclude che si possa persino immaginare il peccato parlando di Lei. È l'unica creatura che non conosce peccato: "Eccettuata la Santa Vergine - scrive sant'Agostino in uno dei suoi capolavori, intitolato La natura e la Grazia - della quale, per l'onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione quando si parla di peccato, poiché come possiamo sapere quale maggiore abbondanza di grazia le sia stata conferita per vincere da ogni parte il peccato, mentre meritò di concepire e partorire colui che è ben certo di non avere alcun peccato?".

Tra le virtù mariane che Agostino ama mettere in evidenza, c'è senz'altro la fede. Durante il periodo dell'Avvento, pochi giorni prima di Natale, siamo invitati a contemplare il Mistero del concepimento del Figlio di Dio nel grembo purissimo di Maria. La liturgia ci propone un'omelia di Agostino in cui si trova questo bellissimo elogio della fede della Madonna: "Ascoltò la Parola di Dio e la custodì: custodì più nella mente la Verità che nel grembo la carne. Cristo è verità, Cristo è carne: Cristo-Verità nell'anima di Maria, Cristo-carne nel grembo di Maria". Proprio per questa sua capacità di ascoltare e custodire con devozione la Parola di Dio e poi di metterla in pratica con amorosa sollecitudine, la Madonna è un modello per i fedeli che, pur consapevoli dei privilegi che solo a Lei furono concessi, devono sforzarsi di imitarla. In fondo, la vita cristiana altro non è che cercare di compiere la volontà di Dio mossi dalla fede. I fedeli possono alzare lo sguardo e contemplare nella Madonna l'esempio più bello da seguire.

 

Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: "Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi - Maria è più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo."

AGOSTINO, De sancta virginitate, 3, 3