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PITTORI: Niccolò Alunno

Polittico di Donna Brigida, con Agostino e santi

Polittico di Donna Brigida, con Agostino e santi

 

 

NICCOLO' DI LIBERATORE detto ALUNNO

1492

Foligno, chiesa di san Niccolò

 

Polittico di Donna Brigida, con Agostino e santi

 

 

 

Alta 3,3 m. e larga quasi 3, questa poderosa pala d'altare venne commissionata all'Alunno nel 1479 dalla vedova di Michele di Niccolò Picche, un mercante di Foligno. La vedova Brigida la destinò alla cappella di san Nicola nella locale chiesa eremitana di san Niccolò. La committente morì nel 1482 per cui nel 1485 gli eredi stipularono un nuovo contratto in cui si stabiliva che il pittore doveva consegnare l'opera entro due anni. In realtà la pala fu terminata solo nel 1492, come si legge nell'iscrizione della predella, che fu osservata anche da Vasari.

La pala ha una concezione strutturale ormai superata per l'epoca, che si sviluppa su quattro registri. Quello principale presenta al centro la Natività, con a fianco, nelle nicchie goticheggianti, i santi Sebastiano e Nicola a sinistra e Michele arcangelo e Giovanni Battista a destra. Nel registro superiore, entro nicchie più ridotte, a mezzo busto, da sinistra verso destra, sono raffigurati i santi Monica, Giovanni Battista, il beato Pietro Crisci da Foligno e Nicola da Tolentino. L'ultimo registro è formato da quattro pinnacoli con i Dottori della Chiesa raffigurati a mezzo busto. Centralmente prende corpo uno scomparto che illustra la Resurrezione di Cristo dal sepolcro. Agostino è raffigurato nell'ultimo pinnacolo a destra con i simboli della sua dignità episcopale. porta la mitra in testa, il piviale e anche la veste dell'ordine eremitano, a rimarcare la filiazione dell'ordine dalla sua regola. Fra le mani regge un cartiglio.

 

 

Nicolò di Liberatore

Nicolò di Liberatore, soprannominato l'Alunno, in alcuni casi ricordato anche come Niccolò di Liberatore nacque e morì a Foligno (1430-1502).

E' uno dei pochi artisti del rinascimento umbro, che insieme al Perugino e al Pinturicchio, viene ricordato nelle Vite dei Pittori del Vasari. A proposito di Nicolò Alunno si legge: "faceva alle sue figure teste ritratte dal naturale e che parevano vive".

Nato in una agiata famiglia di speziali manifesta ben presto la sua spiccata attitudine alla pittura. Lo pseudonimo "l'Alunno" gli è stato attribuito dal Vasari, che male interpretò un'iscrizione dell'artista apposta sulla predella del polittico della Natività del 1492. L'autore vi scrive Alumnus Fulginie, ovvero allevato a Foligno, ma il Vasari lo scambia per un soprannome: l'Alunno di Foligno. Nel 1452 si sposa con Caterina l'unica figlia di Pietro di Giovanni "Mazzaforte" con cui entrerà in società qualche anno più tardi. Con il suocero  realizza nel 1458 la Madonna dei Consoli di Deruta, dove si rivelano i caratteri peculiari del suo stile che segue il filone angelichiano. Nella maturità sarà invece l'espressionismo a prevalere nella sua produzione, sotto l'influenza di Bartolomeo di Tommaso, un altro grande maestro folignate. Nella sua bottega di Foligno furono realizzate molte pale d'altare, polittici a sportelli, gonfaloni processionali, quadri da devozione e anche opere a soggetto profano che si diffusero in tutta l'Umbria orientale e in buona parte delle Marche. Sue opere si trovano a Foligno nell'ex chiesa di San Domenico; nella parrocchiale di San Matteo, a Cannara, dove è presente una interessante pala raffigurante la Madonna in trono con Gesù Bambino tra san Francesco d'Assisi e san Matteo evangelista; ancora a Cannara, nella chiesa di San Giovanni Battista, si trova una bella tempera su tavola con la Madonna con Gesù Bambino tra san Giovanni Battista e san Sebastiano, eseguita nel 1482.

Fondamentali per la sua formazione furono i pittori folignati della prima metà del XV secolo, un gruppo denominato scuola folignate. Ebbero grande importanza per la sua formazione alcuni capolavori e artisti del Rinascimento fiorentino presenti in Umbria come il Polittico di San Domenico del Beato Angelico a Perugia e gli affreschi di Benozzo Gozzoli con le Storie di San Francesco a Montefalco. Successivamente i viaggi nelle Marche arricchirono il suo linguaggio di nuovi apporti culturali ed artistici, particolarmente veneti. L'ultima fase della sua produzione è influenzata dall'opera di Perugino e Pinturicchio, e in particolare dall'opera di Luca Signorelli, il cui stile era si sposa con il gusto drammatico dell'Alunno.