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PITTORI: Maffiolo da Cazzano

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAFFIOLO DA CAZZANO

1464-1494

Algua, chiesa del Corpus Domini

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Maffiolo da Cazzano all'interno di un ciclo con storie di Cristo, dottori della Chiesa, santi, apostoli, dipinse questo bel sant'Agostino fra il 1464 e il 1494 per l'antico presbiterio della chiesa del Corpus Domini nel borgo di Pagliaro ad Algua. Costruita in alto, l'antica chiesa del Corpus Domini sorge nella zona di convergenza delle due contrade che compongono il paese. La prima chiesetta originaria risale agli inizi del 1400 e rimase fino al 1470 aggregata a Bracca. Divenuta autonoma, la fabbrica della chiesa subì notevoli ristrutturazioni. Nel 1494 la chiesa venne ampliata e quasi completamente rifatta e la piccola navata della chiesa originaria venne inglobata in quella nuova. Il vecchio presbiterio, completamente affrescato, divenne una cappella laterale della nuova chiesa. In seguito la cappella fu chiusa da un tavolato e soppalcata: il vano inferiore fu adibito a ripostiglio e quello superiore divenne l'anticamera del campanile. Gli affreschi furono coperti da uno strato di intonaco. Furono riscoperti dopo la visita pastorale del vescovo Bernareggi del 1946, a seguito di una serie di lavori che riportarono l'antico presbiterio allo stato originario. Il ciclo, restaurato nel 1948 da Giovanni Frana, malgrado la parziale mutilazione per le aperture praticate in precedenza nel muro, ritornò fruibile. La parete di destra è ricoperta da quattordici riquadri di diversa grandezza, raffiguranti scene della Vita di Cristo fino alla vigilia della Passione. La parete di sinistra illustra in ventidue pannelli, alcuni dei quali mutili, le scene della Vita di Cristo dalla Passione all'Ascensione. La parete centrale era decorata da un grande polittico danneggiato dall'apertura di una finestra e dalla collocazione del battistero. Rimangono i riquadri raffiguranti i Santi che facevano corona al soggetto centrale della Crocifissione: a destra, san Bernardino e san Giovanni Battista; a sinistra, san Lorenzo e un santo Vescovo.

Ai lati delle pareti sono affrescate una quindicina di personaggi e medaglioni con i volti dei profeti. Assai ricca e complessa la decorazione della volta, divisa in otto vele da fregi iridati, raccordati all'apice dalla figura di Cristo Pantocratore. L'insieme dei dipinti è comunemente attribuito a Maffiolo da Cazzano. La miriade di personaggi, ambienti e atteggiamenti che si susseguono senza sosta, scena dopo scena, con plastico realismo, costituisce un vero e proprio catechismo per immagini, concepito a edificazione della comunità locale.

L'Agostino raffigurato da Maffiolo ricorda analoghe pitture quattrocentesche, dove il santo è seduto allo scrittoio intento a scrivere. Lo studio contiene mobili in stile gotico, dove sono dispersi vari oggetti che servono per scrivere. In alto un variopinto angelo con un libro aperto sembra dettare ad Agostino quanto sta scrivendo su un foglio. Agostino è vestito da vescovo, con la mitra in testa e un'aureola che gli avvolge il capo. Il viso, di una persona matura e anziana, ha uno sguardo lontano, quasi estraniato, mentre il volto è arricchito da una folta barba bianca. Da sottolineare la presenza, sotto il piviale, della tunica nera degli agostiniani, che anche in questo occasione vuol ribadire  la diretta discendenza dell'ordine dalle primitive forme di monachesimo agostiniano in terra d'Africa.

 

 

Maffiolo da Cazzano

Nativo di Cazzano Sant'Andrea, la sua arte riprende la tradizione iconografica di gusto schiettamente devozionale. Il suo stile risente fortemente di una concezione miniaturistica nella rappresentazione scenica e cromatica. Nel 1477 firmò l'affresco raffigurante san Bernardino nell'antica parrocchiale di Mornico al Serio. In quella stessa chiesa sono presenti altri affreschi attribuibili a Maffiolo, anche se in qualche caso si nota l'intervento di allievi o di aiuti. Maffiolo lavorò un quindicina di anni dopo nella chiesa di Pagliaro, dove lasciò un ciclo di affreschi. Altre opere di Maffiolo sono state riconosciute nella parrocchiale vecchia di Ascensione, nella chiesa della Trinità ad Albino e nella chiesa dell'Addolorata a Nembro. Del ciclo di affreschi della parrocchiale di Cazzano Sant'Andrea rimane solo qualche traccia. Si ipotizza la mano di Maffiolo in diversi affreschi staccati da chiese sconsacrate e che oggi appartengono al collezionismo di area bergamasca.