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PITTORI: Masolino da Panicale

Sant'Agostino vescovo con gli Evangelisti e i Padri della Chiesa

Sant'Agostino vescovo con gli Evangelisti e i Padri della Chiesa

 

 

TOMMASO MASOLINO DA PANICALE

1428-1432

Roma, chiesa di san Clemente, Cappella Branda Castiglione

 

Sant'Agostino vescovo con gli Evangelisti e i Padri della Chiesa

 

 

 

Come anche in questa occasione, Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Masolino da Panicale qui lo associa, secondo consuetudine, agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno assieme agli Evangelisti. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. In tal caso appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

L'affresco si trova nella Cappella Branda Castiglioni nella chiesa di san Clemente a Roma, di cui Branda Castiglioni era diventato cardinale. Nel 1425 Branda conobbe Masolino da Panicale, in quei giorni impegnato a Firenze con Masaccio nell'affrescatura della Cappella Brancacci. Masolino partirà nel settembre dello stesso anno per la terra d'Ungheria, in questa reincontrerà il cardinale Branda Castiglioni che più tardi diverrà il suo mecenate.

Masolino nacque nel 1383 a Panicale in Valdarno nei pressi di Firenze. Si formò alla bottega di Lorenzo Ghiberti e fu allievo di Gherardo di Jacopo di Starnina, detto lo Starnina, che gli insegnò l'arte del "buon affresco". L'arte di Masolino, anche in questa circostanza, si colloca nell'ambito del tardo gotico internazionale, per la tenue modellazione, per il ritmo elegante che si appaga in ondulazioni lineari, per il cromatismo raffinato. La stretta collaborazione con Masaccio gli derivò le nuove concezioni di spazio e di luce, in grado minore quelle del rilievo, temprandole in modo da non discordare col suo persistente carattere gotico. Realizzò così un suo rinascimento, definito dai critici umbratile, al margine dei grandi innovatori. Perduti gli affreschi con gli Uomini illustri nel palazzo Orsini a Montegiordano, del soggiorno romano (1428-32) rimangono gli affreschi nella cappella Branda Castiglione in San Clemente (la Crocefissione, nella quale si è voluta vedere anche la mano di Masaccio, e le Storie di santa Caterina); il polittico di S. Maria Maggiore (per alcuni critici risalente a un precedente soggiorno nel 1425; frammenti a Napoli, Filadelfia, Pinacoteca Vaticana, Londra); le due Annunciazioni della National Gallery di Washington. Del 1432 è la Madonna con angeli in S. Fortunato a Todi. A Castiglione Olona Masaccio affrescò con Storie di san Giovanni il Battistero e con scene della Vita di Maria la Collegiata (1435, terminate successivamente alla sua morte da P. Schiavo e dal Vecchietta). Morì a Firenze tra il 1440 ed il 1447.