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PITTORI: Andrea della Robbia

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

ANDREA DELLA ROBBIA

1435-1525

Arezzo, chiesa di S. Maria delle Grazie, Altare Maggiore

 

Agostino vescovo

 

 

 

 

Scultore e artista della ceramica italiano, fu nipote di Luca Della Robbia e il più famoso dei suoi successori. Istruito dallo zio circa le tecniche di lavorazione del marmo e delle ceramiche, si specializzò in "multipli", opere strutturate su uno schema iconografico ripetuto con leggere variazioni, spesso concatenate in uno sviluppo narrativo. La sua opera più nota è la serie dei Putti (1463 ca.), dieci tondi raffiguranti bambini in fasce, sulla facciata del portico dell'Ospedale degli Innocenti di Firenze. A lui sono inoltre attribuite le sculture del Santuario della Verna (Annunciazione, Madonna adorante, Assunzione, Crocifissione, 1479 ca.) e la lunetta con il rilievo Incontro di san Francesco e san Domenico (1490-1495 ca.), nella loggia dell'Ospedale di San Paolo a Firenze.

Tutti i cinque figli di Andrea furono maestri nell'arte della terracotta invetriata: ricordiamo in particolare Giovanni (Firenze 1469-1529) e Gerolamo (Firenze 1488 ca. - Parigi 1566). La loro opera, comunque, non raggiunse mai gli alti esiti artistici di quella del padre e dello zio Luca. Gerolamo fu anche architetto e scultore; si trasferì in Francia e lavorò molti anni nei pressi di Parigi. Andrea della Robbia produsse questo bel sant'Agostino per l'Altare Maggiore per la chiesa di S. Maria delle Grazie ad Arezzo. Il santo è raffigurato in paramenti vescovili: ha nella mano sinistra un libro, mentre con la destra indica il cielo. L'aspetto è giovanile, intenso è lo sguardo e il gioco di luce ed ombre rende la scultura viva.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6