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PITTORI: Jacopo del Sellaio

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

JACOPO DEL SELLAIO

1493

Parigi, Museo del Louvre

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Il quadro di Jacopo di Arcangelo detto del Sellaio è noto sotto il titolo di san Gerolamo nel deserto. Realizzato a Firenze in precedenza fu attribuito a Andrea del Castagno. Esistono tuttavia palesi somiglianze con altre opere con lo stesso soggetto dipinte da Sellaio e in particolare con quella conservata al National Museum di Stoccolma.

Dipinto su tavola di pioppo con la tecnica a tempera, il quadro misura 61 cm circa di altezza e 41 di larghezza.

Il soggetto raffigurato presenta una scena storica con protagonista principale san Girolamo eremita in ginocchio mentre prega e fa penitenza. Ai suoi piedi è accovacciato un leone, mentre il santo regge con la mano destra un teschio. Alle sue spalle si sviluppa un'altra scena biblica con l'incontro su un sentiero fra san Giovanni Battista e il Cristo bambino.

Sullo sfondo a sinistra sotto il Cristo in Croce, Agostino incontra sulla riva del mare un bambino.

In questa scena Agostino, vestito da vescovo, si sta inchinando per rivolgere la parola a un bambino seduto sulla riva del mare, che sta scavando una buca dove getta dell'acqua. Sullo sfondo, in uno scenario quattrocentesco, si vede svilupparsi all'orizzonte la cinta difensiva di una città turrita.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

Lo sfondo del paesaggio proposta da Sellaio è ricco di rocce, grotte, alberi e animali. Si riconosce un daino e anche un uccello, mentre in lontananza l'orizzonte è abbellito da costruzioni di elegante architettura.

 

 

Jacopo di Arcangelo (1442-1493) nasce e muore a Firenze. Venne chiamato Jacopo del Sellaio in ragione del mestiere paterno e suo figlio Arcangelo di Jacopo del Sellaio fu a sua volta pittore. Viene ricordato da Vasari come allievo di Filippo Lippi. Suggestionato tuttavia dall'opera del Verrocchio, già con le opere del Compianto sul Cristo morto (Rotterdam), e dell'Annunciazione (datata 1472, a San Giovanni Valdarno, basilica di Santa Maria delle Grazie), Jacopo mostra di aver assimilato gli influssi di Botticelli, già presenti nell'Annunciazione del 1473 (Firenze, chiesa di Santa Lucia dei Magnoli). Un decennio dopo Jacopo del Sellaio collabora con Botticelli e Bartolomeo di Giovanni alla serie di opere per Nastagio degli Onesti (il primo e il secondo episodio a Madrid, Prado; il quarto a Firenze, collezione Pucci).

La frequentazione dell'opera di Bartolomeo di Giovanni è ritenuta il motivo della comparsa nella successiva produzione di Jacopo di influssi del Ghirlandaio (Pietà, 1483, Berlino; Crocifissione e santi, circa 1490, Firenze, San Frediano in Cestello). Assai vicina al Botticelli, nei moduli compositivi, è la serie delle Madonne adoranti il Bambino (Filadelfia, Johnson Collection; New York, Metropolitan Museum of Art; Fiesole, Museo Bandini). Jacopo fu anche ripetutamente impegnato nella decorazione di cassoni e opere simili.