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PITTORI: Giovanni Martino Spanzotti

La cappella di santa Margherita con l'immagine di sant'Agostino

Sant'Agostino nella cappella di santa Margherita

 

 

SPANZOTTI GIOVANNI MARTINO

1480

Serralunga di Crea, Santuario della Vergine Assunta

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

In una vela della volta della cappella di santa Margherita nel Santuario della Vergine Assunta a Serralunga di Crea, troviamo questa immagine di Agostino seduto in cattedra mentre scrive su un rotolo. Il santo indossa i paramenti episcopali con la mitra in testa avvolta dal nimbo dei santi. Sulle sue spalle si nota il cappuccio della cocolla nera monacale degli eremitani che seguono la regola agostiniana. La raffigurazione dei Dottori della Chiesa nelle vele è caratterizzata da una speciale ambientazione e dalla presenza negli angoli inferiori di due eremiti intenti in varie occupazioni.

Nella scena con Agostino protagonista, uno dei due è chinato a terra e beve da una fonte, mentre l'altro sta intrecciando cestini di vimini. Ai piedi della cattedra sono disposti sul terreno quattro volumi, di cui uno aperto.

Il santuario di Crea nell'XI secolo era affidato ai canonici regolari di Vezzolano di regola agostiniana. Furono sostituiti nel 1478 dai Servi di Maria per decisione di Guglielmo VIII Paleologo marchese di Monferrato, ma in seguito il santuario fu riaffidato agli agostiniani. L'interesse di questo marchese per il Santuario si espresse in particolare con la pittura ad affresco della Cappella di santa Margherita nell'ultimo quarto di secolo.

Il ciclo di dipinti comprende la Madonna con il Bambino, santi e donatori sulla parete di fondo. Sulle pareti laterali compaiono riquadri con scene della vita di santa Margherita, mentre nelle volte troviamo i Dottori della Chiesa. L'autore degli affreschi non è del tutto noto e convenzionalmente si parla di un Maestro di Crea. Tuttavia i principi stilistici che affondano nell'orizzonte culturale lombardo e le affinità con le sue prime esperienze pittoriche indirizzano principalmente verso Giovanni Martino Spanzotti. In subordine si può pensare che l'autore possa essere anche il padre di quest'ultimo, Pietro Spanzotti, documentato a Casale fra il 1470 e il 1506, o anche il fratello Francesco.

 

 

 

Spanzotti Giovanni Martino

Nato verso il 1450 a Casale, da una famiglia di pittori provenienti dal territorio di Varese, Spanzotti fu attivo soprattutto in Piemonte. Il suo primo apprendistato fu verosimilmente nella bottega del padre, Pietro, dove doveva essere attivo anche il fratello Francesco. Le sue opere, ancora poco note ed apprezzate, risentono dello stile di F. del Cossa e Piero della Francesca, con recepimento di influssi provenzali e francesi. La sua formazione avvenne dunque nel clima culturale lombardo, recuperando anche elementi dalla società della Lombardia nordoccidentale e del Piemonte nordorientale, dove prevaleva una cultura gotico-internazionale propugnata da Bonifacio Bembo e da Foppa. L'espressione artistica più alta di questi anni è rappresentata dal ciclo di affreschi (1486-1491) sulla vita di Cristo nella chiesa di san Bernardino a Ivrea.

Nella fase tarda della sua parabola artistica si avvicina fortemente verso elementi tedeschi e in particolare resta affascinato dallo stile di Dürer. Sappiamo che nel 1502 si trasferì a Chivasso, dove tenne come allievi nella sua bottega Sodoma e D. Ferrari, che divenne un suo stretto collaboratore e dove ricoprì un ruolo fondamentale nella diffusione dello stile rinascimentale in Piemonte. Tra le sue opere ricordiamo la Vergine in trono, un san Sebastiano e sant'Ubaldo (1480-1490), l'Adorazione del Bambino e Santi. Dal 1513 prese la cittadinanza a Torino come pittore alla corte dei Savoia, ove consolidò il suo successo con commesse crescenti. L'ultima sua opera conosciuta è il piccolo affresco "Elemosina di Sant'Antonio Pierozzi" (1523) nella chiesa di San Domenico a Torino, un'opera in cui sembra rifiorire tardivamente la vena poetica dei suoi anni più fertili. Morì a Chivasso quasi sicuramente tra il 1525 e il 1528.