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PITTORI: Filippo Abbiati

Sant' Agostino, la vergine e il Bambino di Filippo Abbiati

Sant' Agostino, la Vergine e il Bambino

 

 

FILIPPO ABBIATI

1680

Novara, chiesa S. Agostino

 

Sant'Agostino, la Vergine e il Bambino

 

 

 

 

Abbiati (Milano 1640-1715) è più noto come il primo maestro di Magnasco e vanta una produzione di circa 50 opere, tra pale d'altare, ritratti, quadri di soggetto storico e profano. Allievo a Milano di Carlo Francesco Nuvolone e iscritto all'Accademia Ambrosiana al tempo della sua riapertura (1669), compie forse prima del 1671 (data di una perduta Annunciazione al Carmine di Milano) un viaggio a Roma. La sua prima opera nota, un San Bernardo Tolomei in S. Vittore a Milano (1674) lo mostra ancora legato ai maestri lombardi, anche se i lavori immediatamente successivi attestano una conoscenza diretta della pittura veneta e genovese.

Dopo i dipinti per i Fasti Borromeo nella Rocca di Angera (1673-75), che rivelano soprattutto nell'invenzione scenografica la suggestione degli esempi di Andrea Pozzo, Abbiati impone una svolta radicale alla cultura figurativa lombarda suggerendo una pittura di notevole intensità dinamica ed espressiva, che trova anche nel ritratto nuove valenze rappresentative, felicemente suggerite nel Filippo Pirogalli dipinto nel 1677 per la quadreria dell'Ospedale Maggiore. Nello stesso anno esegue la Predicazione di San Giovanni Battista per il santuario di Saronno, nel 1680 le tele con Fatti della vita di San Sebastiano per l'omonima chiesa milanese e un Sant'Agostino per la Certosa di Pavia.

Nel 1683 Abbiati avvia la decorazione della chiesa di S. Alessandro a Milano assieme a Federico Bianchi e al quadraturista Giovan Battista Grandi, dalla cupola del presbiterio (Il trionfo della SS. Trinità) al coro (Scene della vita di Sant'Alessandro), impresa conclusa solo nel 1697 e che costituisce il complesso decorativo barocco più omogeneo del Seicento in Lombardia.

Tra le virtù mariane che Agostino ama mettere in evidenza, c'è senz'altro la fede. Durante il periodo dell'Avvento, pochi giorni prima di Natale, siamo invitati a contemplare il Mistero del concepimento del Figlio di Dio nel grembo purissimo di Maria. La liturgia ci propone un'omelia di Agostino in cui si trova questo bellissimo elogio della fede della Madonna: "Ascoltò la Parola di Dio e la custodì: custodì più nella mente la Verità che nel grembo la carne. Cristo è verità, Cristo è carne: Cristo-Verità nell'anima di Maria, Cristo-carne nel grembo di Maria". Proprio per questa sua capacità di ascoltare e custodire con devozione la Parola di Dio e poi di metterla in pratica con amorosa sollecitudine, la Madonna è un modello per i fedeli che, pur consapevoli dei privilegi che solo a Lei furono concessi, devono sforzarsi di imitarla. In fondo, la vita cristiana altro non è che cercare di compiere la volontà di Dio mossi dalla fede. I fedeli possono alzare lo sguardo e contemplare nella Madonna l'esempio più bello da seguire.

 

Per la sua fede ella diviene la Madre del Salvatore: "Beatior est Maria percipiendo fidem Christi quam concipiendo carnem Christi - Maria è più felice nel ricevere la fede di Cristo che nel concepire la carne di Cristo."

AGOSTINO, De sancta virginitate, 3, 3

 

[si ringrazia P. Mauro Verzeroli per la segnalazione]