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PITTORI: Schelte Adamsz Bolswert

Agostino guarisce Innocenzo di Cartagine

Agostino guarisce Innocenzo di Cartagine

 

 

SCHELTE ADAMSZ BOLSWERT

1624

Londra, Wellcome Library

 

Agostino guarisce Innocenzo di Cartagine

 

 

 

Quest'opera di Schelte Adamsz Bolswert che raffigura la guarigione di Innocenzo a Cartagine risale al 1624 ed è stata dipinta a olio su rame su lastra delle dimensioni di 69 x 86 cm. La scena ripropone un lungo passaggio del De Civitate Dei (XXII, 8), in cui Agostino tratta della presenza di miracoli nella sua epoca. L'uomo malato è Innocenzo di Cartagine, un avvocato della prefettura di Cartagine, che era stato curato per diverse dolorose fistole anali. Innocenzo peggiorò al punto da dover subire un'operazione molto seria e pericolosa, tanto che si temeva che sarebbe morto sotto i ferri. Si fecero molte preghiere e il giorno dell'operazione si scoprì che le fistole erano guarite, per cui non era più necessaria alcuna operazione. Agostino con Alipio fu testimone degli eventi e, partendo da questo caso, elenca e descrive successivamente altri esempi simili di guarigione grazie alla preghiera o alle richieste di intercessione dei Martiri dei santi di Cartagine e di Santo Stefano martire.

Nei capitoli successivi, Agostino continua a parlare di Miracoli e nel capitolo 9 scrive: "A cosa testimoniano questi miracoli, ma a questa fede che predica Cristo risuscitato nella carne e salito con lo stesso in cielo? Perché i martiri stessi erano martiri, cioè testimoni di questa fede, attingendo loro stessi dal loro testimonia l'odio per il mondo e conquista il mondo non resistendolo, ma morendo, per questa fede sono morti e ora possono chiedere questi benefici al Signore nel cui nome sono stati uccisi, per questa fede è stata esercitata la loro meravigliosa costanza in modo che in questi miracoli si manifestasse un grande potere. Perché se la risurrezione della carne alla vita eterna non fosse avvenuta in Cristo, e non dovessero essere compiute nel suo popolo, come predetto da Cristo, o dai profeti che predissero che Cristo sarebbe venuto, perché i martiri che erano ucciso per questa fede che proclama la risurrezione in possesso di tale potere? Infatti, se Dio stesso ha operato questi miracoli con quel meraviglioso modo di operare per mezzo del quale, pur essendo eterno, produce effetti nel tempo; o se li ha operati da servitori, e se è così, se ha usato gli spiriti dei martiri mentre usa gli uomini che sono ancora nel corpo, o effettua tutte queste meraviglie per mezzo degli angeli, su cui Egli esercita un invisibile, immutabile , influenza incorporeo, in modo che ciò che viene detto dai martiri non viene fatto con la loro operazione, ma solo con la loro preghiera e richiesta; o se, infine, alcune cose sono fatte in un modo, gli altri in un altro, e così l'uomo non può affatto comprenderli - tuttavia questi miracoli attestano questa fede che predica la risurrezione della carne alla vita eterna. "

La scena descritta da Bolswert è una copia della stampa che lo stesso artista produsse nella serie che stampò descrivendo vari episodi della vita di Agostino.

 

 

Schelte a Bolswert (1586-1659)

Lo strano nome di questo artista, il più noto ed il più raffinato fra gli incisori a bulino che lavorarono per Rubens, è riportato come Schetleon negli archivi della gilda dei pittori di Anversa e viene interpretato come Schelderic o Childeric. Nacque a Bolsward, in Frisia, verso il 1586 circa e morì ad Anversa nel 1659. Fratello cadetto di Boetius a Bolswert, fu ammesso nella gilda solo nel 1625. Prima lavorò probabilmente con il fratello Boetius ad Amsterdam ed Haarlem prima di stabilirsi ad Anversa e intrattenne apparentemente rapporti di amicizia con Rubens. Il fratello, Bolswert o Bolswart, Boetius Adam anch'egli incisore fiammingo (Bolsward 1580-1633) fu attivo ad Haarlem, Bruxelles e, dal 1620, ad Anversa, incidendo molte tavole da opere di A. Bloemaert, di Rubens (l'Annunciazione, Cristo colpito dalla lancia), di Van Dyck e altri pittori (Jordaens, Seghers, ecc.). Negli ultimi cinque anni della sua vita Boezio ha lavorato esclusivamente a incisioni su disegni di Rubens. Dopo la morte di Boezio nel 1633, Schelte venne impiegato da Rubens al posto del fratello e lavorà in stretta collaborazione con il pittore, che a volte ha ritoccato le sue prove.

Ottimo incisore Schelte (Bolsward ca. 1581 - Anversa 1659) dal 1611 lavorò ad Amsterdam, poi ad Anversa e dal 1628 a Bruxelles. Le sue incisioni sono generalmente tratte da opere di J. Jordaens, T. Rombouts e soprattutto da Rubens. Se alcune incisioni ispirate da Abraham Bloemaert, Gillis van Conixloo o David Vinckboons sono opere giovanili, la parte più importante della sua produzione è senz'altro di ispirazione rubensiana. Dopo la morte di Rubens, egli perpetuò del resto lo stile grafico voluto dal maestro e ha continuato a incidere le sue opere. E' grazie a lui che i paesaggi di Rubens, opere molto personali, conosceranno una grande popolarità ed eserciteranno una profonda influenza sulla paesaggistica del Settecento e dell'Ottocento. Egli fu inoltre un felice interprete dei maestri vicini a Rubens, Antoon van Dyck, Jacob Jordaens, ma anche di Abraham van Diepenbeck ed Erasmus Quellyn. Da segnalare alcune lastre incise da opere di Theodor Rombouts e Gérard Seghers, pittori caravaggeschi di Anversa. Bolswert lavorava esclusivamente con il bulino e sembra che non abbia mai fatto uso di puntasecca. La libertà di esecuzione che questo eccellente artista ha gestito è fantastica, la pittoresca rugosità di incisione, che poteva ottenere senza alcun altro strumento di assistenza, e la capacità che possedeva nel distinguere differenti masse di colore, sono sempre stato ammirati dagli intenditori. Joseph Strutt aggiunge che le stampe di Bolswert "sono le esatte trascrizioni delle immagini incise e che questo autore ha ottimamente reso il disegno, senza alcuna intromissione".