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PITTORI: Ferri Ciro

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

FERRI CIRO

1640-1650

Roma, Istituto Nazionale per la Grafica

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il disegno viene classificato come sant'Agostino vescovo sulle nubi fra angeli ed è stato realizzato su carta bianca con penna ad inchiostro bruno.

Di dimensioni 234x158 mm, Ciro Ferri probabilmente lo realizzò come bozzetto per una sua opera: si notano in effetti molte similitudini in una incisione con soggetto la visione di sant'Agostino di santa Teresa d'Avila.

Il santo è tratteggiato con una vigorosa semplicità che sa esprimere un grande vigore soprattutto nella dinamica del gesto di torsione del corpo che rende viva la sua azione.

Ferri lo ha immaginato con gli abiti episcopali con in testa la mitra e nella mano destra il bastone pastorale. Con la mano sinistra indica un luogo dove posare l'attenzione. Agostino cavalca una grande nuvola ai cui piedi stanno numerosi angioletti, che sembra la stiano trainando in un viaggio.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

Ferri Ciro

Nato a Roma nel 1634, Ciro Ferri iniziò la sua attività sotto la guida di Pietro da Cortona. Fra le sue prime collaborazioni troviamo gli affreschi dipinti per il Palazzo del Quirinale fra il 1656 e il 1659 su commissione di papa Alessandro VII. Questi affreschi raffigurano una Storia di Ciro e l'Annunciazione. Ferri si dedicò anche alla scultura e fu attivo nel periodo di splendore del barocco. Con il suo maestro partecipò anche alla notevole serie di decorazioni di Palazzo Pitti a Firenze, realizzate fra il 1659 e il 1665, dove terminò la sala di Apollo e dipinse, su disegni del maestro, la sala di Saturno. Il capolavoro della sua attività pittorica resta la serie di affreschi dipinti per la Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo. Abbastanza nota è anche una sua pala d'altare in Sant'Ambrogio della Massima a Roma. Nel 1670, iniziò a dipingere la cupola di sant'Agnese in Agone a Roma, e in tale lavoro si imitò lo stile della cupola di sant'Andrea della Valle che era stata affrescata da Giovanni Lanfranco. La morte prematura non gli consentì di portare a termine l'affrescatura che fu comunque completata nel 1693 dal suo successore Sebastiano Corbellini. A Ferri viene attribuita anche una tela, che raffigura una Annunciazione dipinta tra il 1683 e il 1689, che oggi è conservata nell'omonima cappella della Collegiata di Valmontone, in provincia di Roma. Nella capitale eseguì gli affreschi nella cappella Gavotti in San Nicola da Tolentino, affrescò la cupola di S. Agnese a Piazza Navona e lasciò altre opere in San Marco, in Sant'Andrea al Quirinale e in Santa Prassede. Gli affreschi della villa Falconieri a Frascati sono tra le sue opere migliori.