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PITTORI: Pietro Novelli

Agostino in preghiera

Agostino in preghiera

 

 

PIETRO NOVELLI  (Scuola di)

1603-1647

Palermo, chiesa S. Agostino

 

Agostino in preghiera

 

 

 

 

L'opera è attribuibile a Pietro Novelli o qualche aiuto della sua bottega. Il santo ha una espressione estatica con lo sguardo rivolto verso l'alto. Le mani sono tenute congiunte con delicatezza in atteggiamento di preghiera. Una profonda luce caravaggesca illumina con forza il viso del santo, le sue mani e la mitra in primo piano, che emergono con chiarezza dall'oscurità assoluta dell'ambiente. Agostino sembra inginocchiato davanti a un genuflessoio dove ha deposto la sua mitra. Indossa un abito nero, probabilmente la cocolla dei monaci agostiniani. Il suo viso ha un aspetto giovanile, abbellito da una elegante barba e baffi neri. Anche i capelli, piuttosto folti, sono di un nero vivo.

Pietro Novelli è conosciuto anche con il soprannome di monrealese perché nacque a Monreale nel 1603. Ancora giovanissimo apprende l'arte presso la bottega del padre pittore a Monreale. Si trasferisce nel 1618 nella vicina Palermo, dove fa l'apprendistato presso Vito Carrera e dove conosce e subisce l'influenza dei dipinti di scuola genovese conservati presso l'Oratorio di Santo Stefano Protomartire al Monte di Pietà. Un'altra opera che avrà una duratura influenza sulla sua arte è l'Adorazione dei Pastori di Caravaggio che si trova all'Oratorio di San Lorenzo. Novelli viene a contatto anche con i dipinti dei pittori fiamminghi che in quel secolo lavoravano a Palermo, fra cui si può ricordare Antoon van Dyck che soggiornò nella capitale siciliana nel 1624.

Novelli fece diversi viaggi che gli permisero di fare nuove conoscenze che ebbero una grande importanza nell'evoluzione della sua pittura. Visitò Roma tra il 1622 e il 1625, e in questa città ebbe l'occasione di studiare i maggiori pittori del Rinascimento. La sua prima opera datata è del 1626 e raffigura S. Antonio Abate per la chiesa di Sant 'Antonio Abate. A Napoli nel 1630 poté visionare i lavori di Jusepe de Ribera e di alcuni pittori naturalisti napoletani che lo incoraggiarono a sviluppare una pittura più realistica. Pietro Novelli fu uno dei maggiori pittori del suo tempo e, a motivo, delle opere che realizzò, venne nominato "pittore reale". Gli furono commissionate opere e affreschi religiosi per numerose chiese a Piana degli Albanesi ed altri affreschi per abbellire le ville della nobiltà siciliana. Novelli dipinse per la chiesa di Santa Zita in Monreale e le Nozze di Cana per il refettorio dei Benedettini a Monreale. Tra i suoi discepoli ricordiamo Francesco Maggiotto. Novelli fu anche architetto e scenografo.

Numerosi suoi dipinti e disegni sono oggi esposti presso la Galleria Regionale di Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo. Novelli morì nel corso dei moti rivoltosi di Palermo del 1647 quando combatté a fianco dell'amico Giuseppe D'Alesi.

Studi recenti, all'origine di una importante mostra nel 1990 (Pietro Novelli e il suo ambiente, Palermo, Albergo dei Poveri) ha messo in evidenza l'influsso esercitato dai pittori fiamminghi residenti a Palermo e in particolare di Van Dyck che, dopo il suo passaggio in città nel 1624, manda nel 1628 l'opera detta della Madonna del Rosario per l'omonimo oratorio in San Domenico.

Il risultato di questi diversi apporti è una sintesi perfetta tra "forte e crudo naturalismo di matrice caravaggesca e preziosità cromatica vandyckiana".

 

D. Augustinus in intentissimo Dei amore positus ter a Domino interrogatur: 'Augustine amas me ? ' Cum ille: ita amo Te, ut si ego Deus forem, vellem ego fieri. Il dialogo è tratto da Giovanni XXI e ricorda l'interrogatorio di Pietro.

Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 9

 

CORNELIUS LANCELOTZ, Vita Augustini, Anversa 1616