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PITTORI: Giovanni Battista Speranza

Conversione di sant'Agostino a Milano

Conversione di sant'Agostino a Milano

 

 

SPERANZA GIOVANNI BATTISTA

1639

Roma, chiesa di sant'Agostino, cappella di sant'Agostino

 

 

Conversione di sant'Agostino a Milano

 

 

 

Nel catino absidale della cappella di sant'Agostino nella omonima chiesa agostiniana romana Giovan Battista Speranza dipinse un paio di episodi della vita di sant'Agostino, fra cui questo tondo che illustra il celebre episodio della conversione di Agostino meglio noto come Tolle lege, che lo stesso santo racconta nelle sue Confessioni. Agostino è seduto per terra in un giardino, con di fronte a sè un colonnato, probabilmente parte dell'edificio della sua casa di Milano, e guarda verso l'alto. dove una voce lo invita a leggere un libro. In alto, fra le nuvole del cielo, appaiono angeli che stimolano il santo a prendere finalmente la decisione di convertirsi.

Nelle opere scritte subito dopo la conversione, Agostino non fa il minimo accenno alla famosa scena dell'orto o del tolle lege che ricorda nelle Confessioni. Si può osservare, come sostenne Pincherle, che la descrizione che fa Agostino del suo stato d'animo è, da una parte, tutta dominata dalla preoccupazione, polemica contro i manichei, di dimostrare l'esistenza e il valore del libero arbitrio, la possibilità di una scelta fra bene e male e che, d'altra parte, essa è redatta sotto l'influsso di quei passi paolini che parlano del contrasto fra lo spirito e la carne.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze ... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29

 

 

Giovanni Battista Speranza

Nato nel 1600 a Roma Giovan Battista Speranza morì giovane all'età di 40 anni nel 1640. Molte sue opere si conservano nelle chiese di Roma: oltre ai suoi affreschi in sant'Agostino ricordiamo i suoi pregevoli lavori nella chiesa di san Lorenzo in Fonte a Roma, una chiesa a navata unica con tre cappelle laterali barocche: sull'altare è collocato un pregevole dipinto che raffigura il Battesimo di Sant'Ippolito, attribuito proprio a Giovan Battista Speranza, autore anche delle due tele laterali, col Martirio di San Lorenzo (a destra) e San Lorenzo che distribuisce i pani ai poveri (a sinistra).