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PITTORI: Carlo Antonio Cogrossi

Sant'Agostino sconfigge le eresie

Sant'Agostino sconfigge le eresie

 

 

CARLO COGROSSI

1780-1787

Ivrea, Cattedrale di Santa Maria Assunta

 

Sant'Agostino sconfigge le eresie

 

 

 

Questo Sant'Agostino fu dipinto nel periodo 1780- 787 da Carlo Cogrossi. ll santo è raffigurato canuto e barbuto, e porta sul capo la mitra episcopale. La sua figura è rappresentata di semiprofilo, con lo sguardo che si volge verso l'alto all'interno di una nicchia a conchiglia di sapore rinascimentale. Indossa una cotta chiara sopra una lunga tunica a fitte pieghe sottolineate da pennellate scure, mentre l'ampio piviale è fermato sul petto da un fermaglio a fiore. Il piviale gli copre ampiamente le spalle e ricade in basso avvolgendosi in gonfi panneggi intorno alla gamba sinistra. Una croce gli scende sul petto. Il suo piede sinistro poggia su due libri che alludono alle sue opere contro gli eretici. I titoli sul dorso, FAUSTUS e PELAGIUS, richiamano il Contra Faustum Manichaeum libri XXXIII e il De gestis Pelagii. Il santo tiene nella mano destra una penna d'oca che alza in alto, mentre con la mano sinistra tiene aperto un libro che tiene fermo con il braccio piegato. Su una pagina aperta si legge De Civitate Dei, altra opera famosissima di Agostino. Questa pittura a fresco misura 200cm in altezza e 85 in larghezza. Su piedistallo si legge in basso a lettere capitali in latino la scritta S. AVGVSTINVS.

Questo tipo di decorazione pittorica che fa uso di nicchie conchigliate al cui interno si trovano statue di santi in grisaille, trova in ambito canavesano un significativo richiamo negli affreschi delle pareti laterali della chiesa della Confraternita del Gesù a Rivarolo, dovute al Rapous per le figurazioni e al Bianchi per gli ornati.

 

 

Carlo Antonio Cogrossi

Pittore di origine lombarda Carlo Francesco Cogrossi (1749-1789) fu attivo soprattutto a Ivrea, nel Canavese e in Val d'Aosta, dove dipinse la cupola della parrocchiale di Donnas nel 1786 e la chiesa parrocchiale di Gesù Risorto a Quincinetto. La sua formazione culturale si sviluppò in un ambiente di alto livello, forse nell'ambito di un'Accademia, considerato che non gli furono ignote né le maggiori novità del gusto decorativo veneto, né le regole della pittura classica, né la conoscenza delle principali esperienze artistiche europee e quella fiamminga in particolare. Il pittore fu soprattutto un artista religioso, anche se non sembra aver rifiutato lavori profani, come testimoniano, almeno negli ultimi anni di vita, i lavori del Castello di Strambino (1786).

Ad Ivrea lavora una prima volta nel 1780 creando alcuni capolavori per il salotto rosso e la camera da letto del colto e raffinato vescovo Giuseppe Ottavio Pochettini. Nel 1786, nella Cattedrale eporediese, dipinge e firma il "Martirio di San Savino" nella Cappella del SS. Sacramento. Suoi sono pure due grandi affreschi nel presbiterio con le scene di Gesù con Marta, Maria ed apostoli e di Gesù fanciullo tra i dottori del Tempio. Cogrossi dipinge inoltre una tela con il Crocifisso e santi, e decorò il coro con ventisei teste monocrome sui sedili. Per la loro vivacità e caratterizzazione, queste immagini rimandano alla serie dei ritratti dei vescovi del Salone Vescovile di Aosta, la sua ultima opera, cui lavora per circa sei mesi dal luglio 1788, senza purtroppo poterla condurre a compimento poiché muore ancora assai giovane, nel 1789.