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PITTORI: Pietro Ligari

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

PIETRO LIGARI

1727

Morbegno, Collegiata di San Giovanni Battista

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Sant'Agostino è raffigurato nelle pitture dell'abside assieme agli altri Dottori della Chiesa, collocati su piedistalli con un impianto decorativo fortemente plastico, che fingono un ricco apparato scultoreo del tutto coerente rispetto ai modelli del barocco romano ai quali il pittore si è ispirato. Agostino è rappresentato come vescovo, con la sola insegna della mitra in testa: sotto il piviale si nota il saio nero dei monaci che seguono la sua regola, secondo una consuetudine iconografica ben consolidata. Il volto è misticamente ispirato e l'occhio rivolto in alto scruta nella direzione della presenza divina, perché ogni dono perfetto, come la sapienza, "discende dal Padre di ogni luce" (cfr. Gc 1, 17). mancano nella pittura di Ligari altri particolari attributi simbolici che lo accompagnano, a eccezione di un libro, simbolo emblematico della sua monumentale produzione di maestro teologo e filosofo. La relativa sobrietà della raffigurazione, meno sgargiante di quelle centrali, è attribuibile forse anche alla posizione laterale dell'affresco, che si può vedere solo avvicinandosi al raggio della calotta absidale.

 

Conosciamo anche un disegno realizzato da Ligari per la decorazione per l'abside della chiesa. Lo schizzo misura in altezza cm 44,6 e 88 in larghezza. Risale presumibilmente all'anno 1726 ed è conservato a Sondrio nel Museo Valtellinese di Storia ed Arte. Il disegno illustra un primo progetto, poi modificato, per la decorazione dell'abside della collegiata di Morbegno che prevede la collocazione di una reliquia al centro della parete di fondo. In seguito alla decisione di collocare il reliquiario nel catino absidale Ligari progettò nuove soluzioni e realizzò la decorazione definitiva tra 1726 e 1727. La collocazione del reliquiario nel catino absidale determinò la modifica della cornice del riquadro centrale, che venne notevolmente ridimensionata. Si diede invece più spazio all'affresco che vi campeggia. Per le finestre fu adottata la soluzione di destra del disegno, ma con il medaglione retto da putti proposto nella soluzione di sinistra. Vennero inoltre introdotte alcune modifiche nella iconografia dei santi Agostino e Ambrogio.

 

La Collegiata di San Giovanni Battista di Morbegno è il più importante monumento barocco cittadino. La posa della prima pietra ebbe luogo il 14 aprile 1680. Il nuovo edificio fu eretto a valle della chiesa precedente, di medesima dedicazione, che fu abbandonata nel 1714 dopo la solenne benedizione della nuova Collegiata. La fabbrica richiese, sin dalle prime fasi costruttive, l'impegno di tutta la comunità Morbegno, tra cui le nobili famiglie dei Paravicini, Cotta e Castelli, legate da rapporti di stima a Pietro Ligari, cui furono affidate le commissioni di maggior prestigio.

La presenza di Pietro e Cesare Ligari all'interno di San Giovanni si distribuisce in pale d'altare e affreschi nelle cappelle gentilizie disposte sul perimetro della grande aula ellittica, in dipinti su tela di diverso formato e varia provenienza e, soprattutto, nel grande complesso decorativo dell'abside. Pietro lavorò nel 1724 alla decorazione della cappella di San Michele, di patronato della famiglia Cotta. Ai lati della pala di Pietro Maggi, raffigurante San Michele arcangelo, Pietro collocò due tele gemelle in cui compaiono la Comunione di San Stanislao e San Domenico che confuta un eretico. Pietro ebbe l'incarico di affrescare la parete ed il catino absidali, e di progettare la collocazione del reliquiario della Santa Spina. I lavori si svolsero tra il 1726 ed il 1727: al centro dell'abside, alle spalle dell'altare, venne affrescato il Battesimo di Cristo, in grande formato, entro cornice dorata. Tra le aperture riccamente incorniciate dalle quadrature, furono allineati i quattro Dottori della Chiesa, a figura intera, poggianti su pilastri svasati.

 

 

Pietro Ligari

Nato da una famiglia di origini borghesi, i Del Pelo, Ligari (Ardenno, 1686 - Sondrio 1752) prese il nome dalla piccola contrada di Ligari in comune di Sondrio dove la famiglia abitava. Sicuramente è il più significativo artista valtellinese del Settecento. A dodici anni si recò a studiare a Roma, dove fu allievo di Lazzaro Baldi, un seguace di Pietro da Cortona, ed assorbì gli influssi della pittura barocca. Dopo diversi viaggi di formazione in Italia centrale e a Venezia, Ligari nel 1710 si stabilì dapprima a Milano, poi dal 1727 definitivamente in Valtellina. Molte delle sue opere, oltre a una significativa raccolta di disegni e diversi dipinti dei suoi figli Cesare e Vittoria, anch'essi pittori, sono conservati presso il Museo Valtellinese di Storia e Arte.