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PITTORI: Stefano Parrocel

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

STEFANO PARROCEL

1739

Roma, chiesa di santa Maria Maddalena

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La cupola e la volta della chiesa probabilmente sono state edificate dall'architetto Carlo Fontana nel XV secolo. Gli affreschi che le ricoprono sono stati realizzati dal francese Stefano Parrocel detto "Il romano" nel 1739 e raffigurano la SS. Trinità in Gloria, la Vergine e i Santi. Nel tripudio festoso di cherubini e serafini, le figure della Vergine e dei Santi, tra cui si notano Santa Maria Maddalena e San Camillo, Santa Teresa, San Filippo Neri, Sant'Antonio e San Gaetano appaiono in tutta la loro monumentalità e sono esaltati dalla piena luce. Nei quattro pennacchi della cupola Stefano Parrocel ha raffigurato i quattro Dottori della Chiesa Agostino, Ambrogio, Gregorio e Girolamo. La volta della navata è stata decorata con affreschi realizzati da Michelangelo Cerruti nel 1732. Rappresentano le storie della Maddalena, ovvero la resurrezione di Lazzaro; la discesa dalla croce; Maria Maddalena che si reca al sepolcro per ungere il corpo del Signore; la Santa che annuncia a Pietro la resurrezione di Cristo; il Noli me tangere e la Maddalena che si ritira in penitenza nella grotta di Marsiglia.

 

Sul luogo della attuale chiesa originariamente esisteva un oratorio dell'Arciconfraternita del Gonfalone eretta nel Quattrocento. Nel 1586 l'edificio fu ceduto al Padre Camillo de Lellis, con lo scopo di farne un luogo di ospitalità e di preghiera per i sempre più numerosi appartenenti al suo Ordine. Dopo la morte del Santo, avvenuta nel 1614, furono avviati lavori di ampliamento e la trasformazione della Chiesa, su disegno di Carlo Fontana e successivamente di Antonio de Rossi. Il progetto fu completato nel 1699. La Chiesa con l'assetto attuale, che viene attribuito all'architetto siciliano Francesco Nicoletti, fu consacrata nel 1727 dal Cardinal Giovanni Ottoboni. I diversi interventi hanno creato un insieme omogeneo ed estremamente interessante che rende questa Chiesa romana un indiscusso capolavoro di stile barocco-rococò.

 

Parrocel Stefano

Soprannominato il romano, nacque nel 1696 ad Avignone da Jacques-Ignace Parrocel, pittore di battaglie e incisore, e da Jeanne-Marie Perier, commerciante di stoffe. Ricevette la prima formazione artistica presso lo zio Pierre Parrocel, pittore di storia che a Roma aveva studiato con Carlo Maratta, e presso la scuola del certosino Joseph-Gabriel Imbert (Mariette, 1853-54). Con lo zio e i cugini Joseph-Ignace-François e Pierre-Ignace arrivò nella primavera del 1717 a Roma, dove sarebbe rimasto tutta la vita, italianizzando il proprio nome in Stefano.

Sulla scia di Pierre Subleyras aderì al clima di riscoperta della compostezza classica. Sin dalle opere giovanili, espresse una salda essenzialità compositiva articolata sulla contrapposizione di masse ben definite. Esprimeva un raffinato cromatismo rococò parallelo a quello di un Sebastiano Conca. Il suo stile prese spunto dallo studio dei maestri francesi del Seicento, in particolare del classicismo accademico di Charles Le Brun. Parrocel morì a Roma nel 1775 e fu sepolto nella chiesa di S. Tommaso in Parione.