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PITTORI: Domenico Provenzani

Agostino in estasi a Naro, chiesa di sant'Agostino

Agostino in estasi

 

 

DOMENICO PROVENZANI

1780

Naro, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino in estasi

 

 

 

La tela è opera di Domenico Provenzani ed è custodita nella chiesa di sant'Agostino a Naro. La scena ha una struttura complessa che si articola su diversi piani compositivi: in alto, fra le nubi, una pletora di angioletti guarda verso il basso in direzione del santo. Al centro giganteggia la figura di Agostino, qui ritratto in vesti episcopali, con l'aspetto di un vegliardo dalla folta barba grigia. Lo sguardo è statico e la posizione delle mani esalta questo atteggiamento. Di fronte a sé ha un libro aperto che sta leggendo con passione il cui contenuto lo porta ad arditi pensieri nella ricerca della verità divina.

Tutto intorno troviamo ancora angioletti che gli offrono o gli reggono vari oggetti: oltre al libro, gli viene porta un'anfora d'acqua. Altri angeli mettono ben in vista il suo pastorale e il cuore fiammante, simbolo agostiniano piuttosto comune che simboleggia l'amore per Dio. Nella fascia inferiore altri angeli e persone guardano dei libri aperti, mentre altri volumi sono dispersi ai piedi del santo, in parte aperti e in parte chiusi. Una architettura semplice struttura l'ambiente dove si svolge la scena.

 

 

Domenico Provenzani

Nacque a Palma di Montechiaro nel 1736. Il padre Calogero Rosario Provenzano (Palma, 1680-1749), fu un valente intagliatore del legno e un mediocre pittore.

A 12 anni gli morì il padre, ma Don Ferdinando Tomasi si prese cura di lui. Ben presto eseguì i primi lavori di pittura. Nel 1750 si trasferì a Palermo dove fu alunno prima del Serenario e dopo di Vito D'Anna. A 20 anni sposò Filippa Scicolone dalla quale ebbe sette figli. Morì a Palma il 29 gennaio 1794 nella casa del padre. I suoi resti si trovano in una tomba sotto il Duomo. Di lui esistono opere a Palma (Collegio di Maria, Monastero, Purgatorio, Duomo), a Palermo (Museo Nazionale), ad Agrigento (chiesa di San Francesco, chiesa di Santo Spirito), Licata (chiese di Santa Maria del Carmelo e di San Domenico), a Naro (chiese di Sant'Agostino e di San Giovanni), a Mussomeli (chiesa di Maria dei Miracoli); altre opere appartengono a privati. Le sue opere migliori sono L'incoronazione di Maria Immacolata, San Girolamo (chiesa di Sant'Agostino a Naro); La Madonna del Giglio (proprietà privata, Mussomeli); L'Annunciazione (chiesa SS. Salvatore a Naro); La Pietà (proprietà privata ad Agrigento); La Madonna della Provvidenza (chiesa del Collegio a Palma). Provenzani si ispirò prevalentemente a soggetti sacri. La più importante caratteristica della sua arte è l'uso personale del colore, per aderire al verismo umano e naturalistico. La visione scenografica, che si manifesta nei suoi lavori, e la distribuzione equilibrata delle masse danno luogo ad una fusione armonica di figure e colori nello spazio.

 

D. Augustinus in intentissimo Dei amore positus ter a Domino interrogatur: 'Augustine amas me ? ' Cum ille: ita amo Te, ut si ego Deus forem, vellem ego fieri. Il dialogo è tratto da Giovanni XXI e ricorda l'interrogatorio di Pietro.

Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 9

 

CORNELIUS LANCELOTZ, Vita Augustini, Anversa 1616