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PITTORI: Giulio Quaglio

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

QUAGLIO GIULIO

1740-1744

Grumello del Monte, chiesa della SS. Trinità

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Giulio Quaglio dipinge nel 1740-1744 questo dipinto murale che raffigura sant'Agostino e che fa parte dell'Insieme della decorazione pittorica della chiesa della SS. Trinità di Grumello al Monte

Il santo ricorda una analoga pittura di Quaglio per la chiesa di san Paolo d'Argon dove il santo ha la medesima postura ed impostazione scenografica con un libro aperto dalla mano sinistra e una penna nella mano destra.

Il santo è vestito con tutti i suoi attributi episcopali. Si nota anche analoga strutturazione del tendaggio, anche se mancano vari particolari e soprattutto sono assenti angioletti.

 

Giulio Quaglio o Quaglia detto il Giovane (Laino, 1668-1751)

Giulio Quaglio apparteneva a una famiglia di artisti comaschi. Formatosi a Bologna alla bottega di Marcantonio Franceschini, lavorò in Lombardia, Friuli, Austria, Svizzera e Slovenia. A Udine eseguì il primo lavoro nel 1692,  incaricato di affrescare lo scalone e la sala d'onore del palazzo della famiglia Strassoldo. Nel 1694 affrescò la cappella del Monte di Pietà, nel 1696 fu impegnato a realizzare affreschi per il palazzo Piccoli, oggi palazzo Attimis-Maniago. Nel 1697 lavorò per la famiglia Antonini nel palazzo Antonini-Belgrado, affrescando la Verità che mette in fuga le tenebre del paganesimo e la caduta di Fetonte. Terminato il ciclo udinese fece ritorno in città solo nel 1724 per restaurare la cappella del Monte di Pietà. Ad Alzano Lombardo suoi sono gli affreschi nelle terza sagrestia che raffigurano episodi dell'antico testamento quali il sacrificio di Abele, il sacrificio di Melchisedec ed il sacrificio di Abramo. Nel 1706 a Trieste nella cattedrale di San Giusto Martire affresca le pareti della cappella di san Giuseppe. Tutto il complesso scenografico, dalla Gloria di San Giuseppe, alla suo Transito, alla Fuga in Egitto, è caratterizzato da diverse tonalità di rosa e di azzurro. La sua produzione pittorica è frutto della cultura settecentesca, nella suggestione di trasportare i soggetti pittorici oltre i limiti della struttura muraria, senza ricorrere allo sfondato grazie alla leggerezza diafana della pennellata. A Bergamo nel 1712 esegue gli affreschi delle volte della seconda sagrestia nella chiesa di Sant'Alessandro in Colonna. Nella chiesa parrocchiale di San Paolo d'Argon dipinge infine i tondi a fresco con episodi delle vite di San Paolo e San Benedetto da Norcia e l'Annunciazione.