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PITTORI: Sagrestani Camillo

S. Agostino scrive sul cuore di S. Maddalena de' Pazzi

S. Agostino scrive sul cuore di S. Maddalena de' Pazzi

 

 

SAGRESTANI CAMILLO

1702

Firenze, Chiesa di San Frediano in Cestello

 

S. Agostino scrive sul cuore di S. Maddalena de' Pazzi

 

 

 

La tela è stata dipinta nel 1702 da Giovanni Camillo Sagrestani per la chiesa fiorentina di san Frediano in Cestello. 

La chiesa attuale venne costruita sul luogo di una più antica chiesa, il cosiddetto "monastero di Santa Maria degli Angeli", eretto attorno al 1450 per le "Nostre Sorelle bianche", ossia donne consacrate secondo la Regola del Carmelo. Successivamente il luogo si trasformò in un convento per monache di clausura. Qui visse e morì santa Maria Maddalena de' Pazzi, che è il soggetto dell'opera di Sagrestani. La santa apparteneva alla nobile famiglia fiorentina dei Pazzi, come ricorda la lapide affissa sulla parete esterna del convento verso Borgo San Frediano. Maria Maddalena (1566-1607) era entrata in clausura nel 1582. Famosa per le sue estasi, durante una delle quali ebbe la visione della volontà divina di riforma della chiesa, fu beatificata nel 1626 e canonizzata nel 1662.

La scena, dipinta anche in altre occasioni dallo stesso autore, raffigura sant'Agostino che scrive sul cuore di S. Maddalena de' Pazzi.

L'8 giugno 1584 Maddalena sperimentò visibilmente il dramma della Passione di Gesù e il 10 giugno ricevette in dono da Lui il suo cuore: a sua volta santa Maddalena Gli donò il proprio. Un giorno andò a rendere omaggio al corpo della Beata Maria Bagnesi, che era custodito nel monastero di S. Maria degli Angeli e improvvisamente guarì dalle sue malattie. Sotto la direzione di Suor Vangelista del Giocondo, maestra delle novizie, riprese la sua formazione dedicandosi allo studio della Scrittura, dei Padri della Chiesa (soprattutto sant'Agostino), e gli scritti dei Santi. Il 28 giugno ricevette per la prima volta le stigmate; chiese. Il 6 luglio ricevette la Corona di Spine, alla presenza di S. Caterina da Siena e di sant'Agostino e per tutta la vita porterà questo misterioso dolore in testa. La sera del 24 marzo, S. Agostino le scrisse nel cuore le parole: "Verbum caro factum est"; il 15 aprile ricevette le stigmate invisibili che le rimasero per tutta la vita, sant'Agostino scrisse nel suo cuore " Sanguis unionis ". E' appunto a questi episodi che il pittore si riferisce nella tessitura e composizione della sua tela. La Domenica in Albis del 28 aprile, sant'Agostino le scrisse infine nel cuore " Puritas coniunxit Verbum ad Mariam et Sponsum ad sponsam " e Gesù le donò l'anello delle nozze mistiche: tutti segni di un'unione perfetta con Cristo.

A eccezione di tre lettere, Maddalena non scrisse nulla di proprio pugno. Ma perché i suoi confessori volevano determinare se l'origine di questi fenomeni era divina o no, non volendo le suore "lassar perdere nessuna" delle sue parole, fu costretta a conferire tutto quello che le accadeva ai superiori, tramite le monache, che scrivevano quello che lei diceva, fuori dell'estasi o durante le stesse esperienze mistiche. In tal modo furono raccolte sotto sua dettatura le relazioni delle sue esperienze mistiche che confluirono in quattro grossi volumi di manoscritti originali, le cosiddette "sue" opere, perché conservano le autentiche parole dei suoi discorsi, poiché lei stessa li riveduti, ridefiniti e corretti. Sono questi: (I) I Quaranta Giorni; (II) I Colloqui; (III) Revelatione e Intelligentie (o I otto giorni dello Spirito Santo); (IV) La Probatione - Renovatione della Chiesa.

 

 

Giovanni Camillo Sagrestani

Sagrestani fu un seguace dello stile di Carlo Cignani. La sua attività, aperta agli influssi veneti, determinò l'apertura culturale di Firenze nel clima Rococò. Debitore di Giordano e Gherardini nonché delle opere fiorentine di Ricci, dopo il praticantato presso varie botteghe fiorentine, completò la sua educazione a Roma, Venezia, a Parma e a Bologna, dove risiedette presso il Cignani. Di sua mano furono varie opere di soggetto religioso, caratterizzati da un luminismo spezzato e vibrante e da raffinati passaggi tonali. Nei lavori per la nobiltà fiorentina ebbe molti seguaci e collaboratori tra cui Del Pace.

Tra i suoi maggiori allievi troviamo Matteo Bonechi e Giovan Battista Ranieri del Pace. Quatto tele attribuite al Sagrestani si trovano nella Chiesa di Santa Maria della Fraternita a Foiano della Chiana. Altre sue opere si trovano nella Chiesa di San Frediano in Cestello a Firenze. Altre opere attribuite al Sagrestani si trovano nella Chiesa della Santissima Annunziata a San Giovanni Valdarno.