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PITTORI: Bartolo di Fredi

tino

S. Agostino

 

 

BARTOLO DI FREDI

1380-1410

Cracovia, Castello Reale di Wawel, Collezione Lanckoronski

 

Sant'Agostino

 

 

 

Questa figura di sant'Agostino è un elemento d'insieme di un'opera più articolata che è conservata nella Pinacoteca del Castello Reale di Wawela a Cracovia nella Collezione Lanckoronski. Il dipinto, un tempo parte di un retablo con immagini di Padri della Chiesa, è caratterizzato da un disegno fine e sofisticato. Un dipinto simile raffigurante San Gregorio dalla stessa pala d'altare è nella collezione del Museum of Fine Arts di Boston. La pittura è stata eseguita su una tavola. L'attribuzione dell'opera a Bartolo di Fredi è stata proposta dal critico d'arte Federico Zeri. Altri studiosi hanno proposto invece Andrea di Bartolo (Bernard Berenson, 1968) oppure Memmi Lippo di Filippuccio. La tavola misura in altezza 40 cm e in larghezza 20 cm.

Il santo è stato raffigurato come vescovo. Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

 

 

Bartolo di Fredi

Imitando lo stile di Simone Martini e di Pietro e Ambrogio Lorenzetti, Bartolo si caratterizza come uno dei rappresentanti più tipici della scuola senese, con una forte personalizzazione per uno stile che possiamo definire alquanto "decorativo". Fu comunque uno dei pittori più importanti della seconda metà del Trecento, sia a Siena, che nelle città limitrofe che ancora oggi conservano numerose sue opere. L'anno in cui il nostro pittore viene citato per la prima volta è nel 1353 quando con il pittore Andrea Vanni aprì una bottega a Siena. La sua opera firmata più antica che ci sia pervenuta è la Madonna della Misericordia che oggi si conserva nel Museo Diocesano di Pienza. A Siena realizzò intorno al 1361 alcune opere, oggi perdute, nel Palazzo Comunale. A San Gimignano nella cappella alla destra dell'altare maggiore in Sant'Agostino dipinse nel 1374-1375 alcuni affreschi con scene della Vita della Vergine. Dal 1377 al 1380 fu impegnato nella decorazione della cappella maggiore del Duomo di Volterra. Negli anni ottanta del Trecento Bartolo fu impegnato in numerose commissioni per le chiese dei vari ordini mendicanti di Montalcino, fra cui il ciclo della vita di sant'Agostino nella omonima chiesa. Sempre a Monticiano nella sala sala capitolare della chiesa di Sant'Agostino si trova l'affresco che qui presentiamo con la Madonna in trono e sant'Agostino e il beato Antonio Patrizi da Monticiano.