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PITTORI: Giovannino de' Grassi

Ambrogio ed Agostino dal Codice Trivulziano 2262

Ambrogio ed Agostino

 

 

GIOVANNINO DE' GRASSI

1390

Firenze, Biblioteca Nazionale, Libro delle Ore Visconti

 

Ambrogio ed Agostino

 

 

 

A partire dal 1370 miniò una cinquantina di fogli dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti (Biblioteca Nazionale, Firenze; poi completato da Belbello da Pavia), illustrandovi, con tinte trasparenti e luminose, fiabeschi paesaggi nei quali si inquadrano scene naturalistiche. Nella straordinaria cornice del gotico internazionale, Giovannino de Grassi ricopre un ruolo di preminenza assoluta. In particolare, l'eclettismo della sua arte, che spazia dalla pittura alla scultura, dalla miniatura all'architettura, lo rende non solo promotore della corte viscontea di Milano e del cantiere per la costruzione della cattedrale di Pavia, ma anche testimone di un complesso movimento artistico europeo, il gotico internazionale, che gli consente di essere in contatto con artisti di tutta Europa e con le corti e le cattedrali più importanti.

 

Agostino compare con Ambrogio in diverse circostanze: nel battesimo impartitogli a Milano, come Dottore della Chiesa, nella scena della A logica libera nos, nel Te Deum. In ogni caso la figura di Ambrogio si staglia nettamente, per l'importanza del santo, che Agostino riconobbe come proprio maestro: rigator meus. Ambrogio fu vescovo di Milano in un periodo travagliato dell'impero romano, percorso da correnti di pensiero diverse e con rigurgiti di paganesimo. Ambrogio si palesò come il baluardo estremo del cristianesimo contro ogni avversità.

A Milano, grazie anche all'ascolto delle splendide prediche del santo vescovo Ambrogio, Agostino trovò quello che cercava, ovvero la fede in Gesù Cristo che gli dette quella gioia piena e quell'appagamento totale che aveva sempre cercato, magari affidandosi anche a dottrine, come il manicheismo, rivelatesi poi fallaci ai suoi occhi. Durante le dieci puntate della trasmissione verrà presentata la personalità di questo gigante della fede e della cultura, e sarà messo particolarmente in luce il legame tra vita e fede, fra filosofia e amicizia, fra ricerca intellettuale e amore di Dio, che rappresenta la nota distintiva della figura di Sant'Agostino.

Nella notte di Pasqua del 387 dopo Cristo, a Milano, il vescovo Ambrogio battezza Agostino, l'intellettuale di Tagaste (l'odierna Souk Arhas in Algeria), che diventerà vescovo di Ippona e che influenzerà la cultura europea con il suo pensiero, come del resto l'opera di Ambrogio darà un'impronta ai rapporti Chiesa-potere politico nel segno della reciproca autonomia. Quella solenne liturgia celebrata nella speranza che Cristo risorga, che la morte sia vinta e si compia la promessa di rinascita, è evento sul crinale tra due epoche. Il mondo antico collassa, l'Impero si sgretola tra congiure di palazzo, guerre che prosciugano le casse statali, inflazione, carestie, disastri economici, invasioni, spinte secessioniste. E il nuovo, che pur c'è, annunciato da scossoni e spinte, da trasformazioni concrete anche se difficili da leggere, stenta ad affermarsi.

 

Giovannino de' Grassi (Milano, circa 1350-1398) è noto come pittore, scultore, architetto e miniatore milanese. La sua attività è parzialmente nota dai lavori documentati negli annali della Fabbrica del duomo di Milano presso cui dal 1391 lavorò come scultore e architetto, realizzando capitelli, pinnacoli, falconature e intagli marmorei per i finestroni del Duomo. Oltre alle attività di scultore e architetto, svolse proficuamente anche quelle di pittore, disegnatore e miniaturista, che lo resero ancora più noto. Dal 1370 illustrò circa 50 fogli dell'Offiziolo di Gian Galeazzo Visconti con scene di paesaggi fiabeschi e immagini naturalistiche, l'opera è attualmente custodita alla Biblioteca Nazionale di Firenze.