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Chiese agostiniane: Fabriano

Assonometria della chiesa di sant'Agostino a Fabriano

Sant'Agostino a Fabriano

Portale della chiesa di sant'Agostino a Fabriano

Portale della chiesa

 

 

CHIESA DI SANT'AGOSTINO A FABRIANO

 

 

 

La chiesa di S. Agostino di Fabriano ha un magnifico portale laterale di stile gotico ornato da colonnine e da una teoria di capitelli decorativi. Fu costruita per volere di Gualtiero Chiavelli al principio del XIII secolo con il nome di Santa Maria Nuova e fu annessa al monastero degli agostiniani. Questo monastero era tra i più antichi della città, poiché pare sia stato fondato nel 1216 da Gualtiero di Ruggero Chiavelli. Ad un certo punto fu incorporato nella cinta delle mura da suo figlio, Alberghetto, all'inizio del XIV secolo. Il monastero doveva essere molto ampio, come si deduce dalla vastità dei locali ora utilizzati dall'Ospedale Civico, ed anche pregevolmente ornato, se nel suo refettorio erano, insieme con altre pitture poi andate perse, i tre grandi affreschi del XIII secolo, ora conservati nella Pinacoteca Civica. Il portale trecentesco finemente scolpito è quanto resta dell'antica fabbrica gotica.

Non si conosce l'origine della primitiva costruzione della chiesa perchè gli elementi più antichi visibili non risalgono oltre il 1300: all'esterno alcuni resti rappresentano tracce di archi ogivali. Si sa in ogni caso che già nel 1258 vi fu seppellito Gualtiero Chiavelli. Altri documenti parlano di una consacrazione dei primi cinque altari nel 1360 e di una riconsacrazione generale dell'intero tempio dopo un altro ampliamento eseguito nel 1449.

L'interno settecentesco è ravvivato dai vivaci stucchi dello svizzero Giacomo Cantoni e da alcune grandi tele del Cades che furono eseguiti dopo il restauro seguito al terribile terremoto del 1768. Quell'anno la chiesa, essendo stata gravemente danneggiata dal terremoto fu restaurata, ampliata e modificata rispetto all'antica struttura della quale oggi non rimangono che poche tracce: all'esterno, alcuni elementi architettonici del portico tra la chiesa ed il monastero a chiusura della piazzetta adiacente alla chiesa, due arco a sesto acuto, di cui uno in pietra.

 

L'interno della chiesa

L'interno, nelle pareti, nelle volte, negli altari, presenta una originale decorazione di stucchi tardo barocca: ispiratore delle scene fu l'agostiniano Michelangelo Barboni da Pesaro, mentre i lavori di stucco furono compiuti dallo scultore e stuccatore svizzero Giacomo Cantoni da Muggio dal 1756 al 1769. All'interno della chiesa nelle due cappelle ai lati dell'altare maggiore, si sono conservate le bellissime pitture di scuola giottesco-riminese che illustrano le Storie di S. Agostino (a destra), mentre in quella opposta si ammirano scene della vita di Cristo e della Maddalena. Sono dipinti di grande importanza per la pittura gotica marchigiana, in quanto se differenti furono le mani che eseguirono i due cicli, unico risulta essere il denominatore stilistico, che le fa risalire al ceppo riminese-assisate della metà del XIV secolo. Le tele degli altari sono del fermano Filippo Ricci (1768), tranne quella della Crocifissione (primo altare a sinistra), eseguita nel 1642 da uno dei numerosi pittori iesini della famiglia Aquilini (Antonio o Aquilino), e quella di San Nicola da Tolentino dipinta da Michelangelo Milani. Il pulpito ligneo fu intagliato nel 1703 da tal Giovanni Antonio, fabrianese, e dorato nel 1736. Nel coro, sopra gli stalli lignei settecenteschi, sono appese alle pareti tre tele di Giuseppe Cades (Roma 1750 - 1799), provenienti dalla demolita chiesa di San Francesco: Sant'Antonio da Padova genuflesso davanti a Gesù bambino, Santa Lucia e Santa Apollonia, Estasi di San Giuseppe da Copertino.

 

Lapide nella chiesa di sant'Agostino a Fabriano che ricorda il terremoto del 1768

Lapide a ricordo del terremoto del 1768

Le Cappelle gotiche

Dal coro, per due porte ricavate tra gli stalli, si accede a due cappelle gotiche, parti dell'antica costruzione e isolate durante il rifacimento settecentesco. Sono decorate con importanti affreschi di scuola fabrianese-riminese del XIV secolo restaurate nel 1933. Nella cappella a destra, già dedicata a sant'Agostino, gli affreschi sono in gran parte distrutti o gravemente rovinati. Si riconoscono le seguenti scene: crocifissione, figure di santi, Agostino entra in città e libera i prigionieri, morte di agostiniani, trionfo di Agostino e altre scene frammentarie. Nella cappella di sinistra si scoprono: storie di sant'Agostino, Trionfo di S. Orsola, Lapidazione di santo Stefano, Incredulità di san Tommaso e altre scene frammentarie. Affreschi meglio conservati si scoprono nelle vele della volta con le immagini di quattro Santi. Nella cappella a sinistra del coro, dedicata a sant'Antonio, la volta a crociera ha costoloni decorati con i consueti motivi geometrici; nelle vele sono visibili poche tracce delle figure di santi a mezzo busto racchiuse entro cornici mistilinee.

 

Portale

Il portale nella parete destra, databile alla fine del XIII secolo, richiama schemi romanici ricco già di accenti gotici: è arricchito da esili colonne spinate, a tortiglione, scannellate, adattate ciascuna nell'angolo formato dal digradare delle arcate, traforando la cornice dei capitelli. E' decorata di figure bestiarie, maschere umane e foglie di pino stilizzate. L'arco esterno è chiuso da una cornice di foglie piatte a palmette alternate; da ambo i lati emerge una figura leonina, di tipo romanico. L'arco interno è trilobo. Nella parete, a sinistra del portale, si scopre una piccola pietra tombale, datata 1281, già nella chiesa.

 

Altri elementi architettonici del primitivo complesso originario chiesa-monastero si possono osservare entrando nel chiostro ricostruito modernamente. Da notare nel chiostro, oggi annesso all'Ospedale Civile, l'ex Oratorio dei Beati Giovanni e Pietro Becchetti, in forme tardo-gotiche, che ha la parete d'altare interamente impegnata da un affresco monocromo del sanseverinate Lorenzo Salimbeni.

Da un arco in pietra si entra nel chiostro ricostruito in epoca recente: nella parete sopravvive un portale in pietra del XIV secolo decorato con una fascia a zig zag e con una croce al vertice. Si può osservare anche l'ossatura della cappella in cui fu posto il sepolcro dei beati Becchetti, della fine del XIV secolo. Lungo il lato di sinistra sono state rintracciate alcune grandi sculture lignee policrome raffiguranti il Crocifisso, l'Addolorata, San Giovanni, la Pietà, opere che ricordano altre sculture lignee della Pinacoteca di incerta datazione. Sul fondo della cappella-sepolcro è stato scoperto un interessante affresco tardo gotico raffigurante un grande albero stilizzato che regge su ogni ramo un medaglione con dipinta una figura di santo.