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La Provincia agostiniana di Sardegna

L'altare della cripta di sant'Agostino a Cagliari

L'altare della cripta di sant'Agostino a Cagliari

 

 

LA PROVINCIA AGOSTINIANA DI SARDEGNA DAGLI INIZI A TUTTO IL XVI SECOLO

di Lino Neccia

da Analecta Augustiniana, LXII (1999), pp. 359-389

 

 

 

 

I CONVENTI DELLA PROVINCIA

Al momento della fondazione, come ricorda il P. David Gutiérrez [1] i conventi della provincia erano i seguenti:

 

1. Valenza, S. Maria del Soccorso (1500)

2. Maiorca, N. Signora della Grazia, poi S. Maria del Soccorso (1480)

3. Minorca-Ciudadela, S. Maria del Soccorso (1480)

4. Caudiel (Castellòn), S. Niño Jesus (1496)

5. Liria (Fons Liriae-Valenza) (1509)

6. Jativa (Alicante), S. Maria del Soccorso (1516)

7. Cagliari, S. Agostino (1491)

 

È davvero necessario fare chiarezza sul numero e sulla localizzazione dei conventi di questa provincia, perché la confusione è tanta e tale da disorientare. Appurato che i sette sopra indicati costituirono il nucleo iniziale, seguirono poi altre fondazioni. Come risulta dai registri: nel 1517 il P. Egidio da Viterbo concede due autorizzazioni in merito all'erezione di nuove case. La prima è la seguente: "Fratrem Ioannem de Jumella remittimus ad provinciam suam Sardiniae, eidem facultatem concedentes construendi nostri ordinis locum de licentia et cum obedientia provincialis" [2].

Questa indicazione è un po' generica, più esplicita appare un'altra di qualche mese dopo: "Fratrem Iohanni Xarch facultatem facimus construendi duo pro sua provincia monasteria alterum Valentiae, alterum in Saxari Sardiniae, cum licentia ordinariorum, et obedientia provincialis" [3]. Due conventi, quindi, uno a Valenza e un altro a Sassari, ed effettivamente risulta un'unica nuova fondazione in Spagna: il convento di S. Giuseppe extra muros in Valenza. Del convento di S. Agostino di Sassari, c'è da dire che la nota di Egidio da Viterbo fa chiarezza una volta per tutte sulla sua fondazione. Gli storici sardi la fanno risalire al 1480 e qualcuno al 1477, come il Costa [4]. Questo appunto del P. Generale dell'Ordine fuga ogni dubbio.

È vero che era sempre possibile una presenza in anni precedenti, ma l'autorizzazione ufficiale e definitiva venne concessa solo il 15 sett. 1517. I conventi pertanto salgono a 9. Tra il 1518 e il 1525, la data non è meglio precisabile, venne autorizzata l'apertura di una nuova casa in Alghero [5]. Ormai a 10 conventi, le cose non cambiarono almeno fino al 1551, quando venne edito il "Catalogus Conventuum" sotto il P. Girolamo Seripando. Anche qui troviamo 10 conventi e si tratta di quelli di cui si è già detto. L'unica novità riguarda il convento di S. Giuseppe di Valenza che nel 1539 era stato chiuso e riaperto all'interno della città. Durante la visita generale del 1541 il P. Girolamo Seripando non rimase ben impressionato da questo convento, che era ancora in costruzione, tanto che ne sollecitò la chiusura: ma il convento rimase ed evidentemente riuscì ad organizzarsi meglio.

Dal 1551 al 1572, anno in cui i conventi sardi vengono separati da quelli di Spagna, due sono le novità: viene a mancare, perché passato nel frattempo alla provincia della Corona d'Aragona il convento di Caudiel (Castellòn), mentre viene aperta una nuova casa in Sardegna: il convento di S. Gimiliano di Samassi. Quest'ultimo venne fondato con ogni probabilità, a questo punto, tra il 1551 e il 1555, stando almeno alla testimonianza dello storico sardo Goffredo Casalis.

Scrivendo a proposito della chiesa di questo convento e riportando il testo di una lapide che in essa vi era, datata al 1555, afferma che: "la fondazione del convento data da alcuni anni prima" [6]. Fatto sta che, al momento della separazione dei conventi di Spagna da quelli di Sardegna, i conventi spagnoli sono quelli detti e passano alla provincia d'Aragona, mentre le case dell'isola non sono più di 4: Cagliari, Sassari, Alghero e Samassi. Nel manoscritto n. 958, c. 14, della Biblioteca Angelica di Roma è contenuto un "Index Conventuum ordinis S. Augustini" del XVI sec., dove è chiaramente indicato il momento della separazione, con i conventi spagnoli che vengono barrati alla voce "Provincia di Sardegna", mentre vengono lasciati in evidenza i soli conventi sardi: i 4 di cui sopra, appunto. Un discorso a parte merita la casa di Cagliari. Il convento di questa città sorse accanto al luogo dove si pensava fosse stata la sepoltura del Santo, ma al tempo del re Filippo II (1527-1598) il convento dovette subire modifiche, a seguito delle nuove fortificazioni che vennero erette a protezione della città dal mare.

La chiesa, risparmiata, restò leggermente fuori le mura, ma per il convento non ci fu nulla da fare: venne demolito e ridotto a pochi vani. Gli Agostiniani ebbero in cambio l'antica chiesa di S. Leonardo entro la città, nel quartiere detto della Marina e, grazie ai finanziamenti del Re, edificarono il convento di S. Leonardo e ampliarono ed abbellirono la chiesa. Abbiamo quindi due case, perché i frati continuarono ovviamente ad officiare la chiesa-santuario del sepolcro del Santo, ma si trasferirono nella nuova sede all'interno della città. Occorre dire ancora che ci sono stati periodi, e i primi tempi sono tra questi, in cui vi furono due comunità distinte: poi, specie verso l'ultima fase della vita della provincia, restarono ugualmente due comunità distinte, con due priori, etc., ma i frati vivevano tutti nel convento di S. Leonardo: l'unica distinzione riguardava le attività di apostolato e le responsabilità connesse alla gestione di due realtà separate. Al 1572, per riassumere, i conventi sardi costituenti ormai circoscrizione a sé rispetto alla Spagna sono i seguenti:

 

1. Cagliari, S. Agostino

2. Cagliari, S. Leonardo

3. Sassari, S. Agostino

4. Alghero, S. Sebastiano (o S. Agostino nuovo)

5. Samassi, S. Gimiliano

 

Anche se il proposito del presente studio è quello di non andare oltre i primi tempi della storia della provincia, che penso di poter fissare a partire dagli inizi fino appunto al 1572, ritengo tuttavia opportuno precisare il discorso sui conventi, sul loro numero e sulla loro ubicazione, allo scopo di fare un po' più di chiarezza. Tra il 1572 e il 1600 gli agostiniani di Sardegna, in parte sardi ma soprattutto ancora spagnoli, aprirono altre due nuove case: il convento di Scolca e quello di Pozzomaggiore.

Non si hanno notizie circa l'anno della fondazione, ma alcuni documenti di fine secolo attestano con sicurezza la loro esistenza. Su Scolca, gli storici sardi che ne hanno scritto non sono riusciti ad avere notizie, neanche sul luogo esatto ove fosse situato. Sono del parere che si trattasse di un piccolo villaggio rurale, oggi zona archeologica nei pressi di Pozzomaggiore (SS), e ciò per i motivi che poi vedremo. Di questa casa, in effetti, si sa poco o nulla: un conventino di campagna con le attività che si possono immaginare.

Nel 1601 il visitatore apostolico Antonio Marzen ordinò la chiusura di questo convento e di quello di Pozzomaggiore per i seguenti motivi: al cap. "Delli conventi di Scolca e Pozzo Maggiore. Per star il convento di Scolca male in ordine assieme con quello di santo Girolamo di Pozzo maggiore si comanda conforme al comandamento di N. Sig. Clemente VIII che la chiesa si disfaccia et la robba et beni di detti conventi si applichino al convento di Santo Agostino di Alguier e di S. Agostino di Sassari, dell'istesso Ordine et la chiesa del convento di Scolca sarà resa all'ordinario ... [7]". Il fatto che venga disposto che i beni di detti conventi vadano a Sassari e ad Alghero, rende plausibile l'ipotesi che si trattasse del sito di Scolca di cui ho detto e non di altri più a sud nell'isola. Per il convento di Scolca questo provvedimento fu definitivo, mentre per il convento di Pozzomaggiore le cose andarono probabilmente in questo modo: gli agostiniani chiusero il primitivo convento, ma ne aprirono un altro nello stesso centro alcuni anni più tardi, evidentemente più consono alle norme esistenti e non più con il titolo di S. Girolamo, bensì di S. Antonio Abate. Il convento di Pozzomaggiore non era ancora stato ripristinato nel 1602, quando venne edito il "Catalogus Conventuum O. E. S. Augustini tempore Hippolyti Fabriani", che riporta i conventi di cui s'è detto e vi aggiunge in più la nuova casa di S. Caterina a Cisco, in Corsica [8].

Quindi, al 1602, abbiamo ancora 5 conventi, 6 se si considera la particolare situazione di Cagliari. Per tornare alla Corsica, da tempo l'Ordine cercava il modo di istituire la propria presenza nell'isola, almeno dal 1587, interessando al progetto i religiosi di Toscana e ovviamente di Sardegna. Una nota del P. Generale del 3 sett. 1587 testimonia tale interesse: "Mgister Simplicianus de Plumbino cum sociis mittimus in Corsicam, ut ibi concionetur, ac Monasteria construat vel inveniat Ordini" [9]. Non si hanno maggiori notizie, ma il fatto che nel catalogo del 1602 appaia un convento in quest'isola, aggregato alla provincia sarda, ci conferma l'attivismo dei religiosi in questo senso. Sempre a fine Cinquecento gli agostiniani sardi ebbero in animo di aprire una casa a Nuoro, ma non se ne fece nulla perché non vi furono le condizioni.

Ai frati, che già si erano mossi per l'acquisizione di una chiesa e si apprestavano a costruirvi accanto un convento, il visitatore apostolico Antonio Marzen pose alcuni vincoli che evidentemente impedirono il buon esito dell'opera: "Non pigliaranno possesso della Chiesa nova, et Convento si prima non ne saranno consapevoli il Re nostro Signore o il Vice Re del Regno, e staranno alli obblighi giusti, et honesti che comandarà sua Maestà Cattolica..." [10]. Il testo poi prosegue dando disposizioni sulle modalità di costruzione del convento, ma i frati si videro costretti a lasciare. Nel 1624, inoltre, venne fondato il convento di S. Maria d'Itria in Illorai [11] e, prima del 1649, il convento di S. Antonio Abate nel paese di Tortolì. Ecco pertanto il quadro completo delle case della Provincia di Sardegna lungo l'arco di tutta la sua storia:

 

1. Conventus Regalis Civitatis Calaris Sancti Patris Augustini extra moenia (1491);

2. Conventus Regalis Civitatis Calaris Sancti Leonardi intra moenia (sec. XVI);

3. Conventus Sancti Augustini Civitatis Sassarensis (1517);

4. Conventus Sancti Augustini seu Sancti Sebastiani Alguerensis Civitatis (ante 1525);

5. Conventus Sancti Geminiani Oppidi Samassensis (ante 1555);

6. Conventus Divi Antonii Abatis Oppidi Puteomajorensis (ante 1602);

7. Conventus Sanctae Virginis Mariae Itriae Oppidi Iliorariensis (1624);

8. Conventus Divi Antonii Abatis Oppidi Tortoliensis (ante 1649).

 

Resta ora da chiarire un ultimo punto nella storia dei conventi agostiniani dell'isola. Si tratta di appurare l'esistenza o meno di altre due comunità religiose: una nella città di Iglesias e l'altra indicata da diversi storici, molto genericamente, come "conventus galluranus". Le testimonianze in proposito sono diverse, ma tutte molto vaghe ed approssimative quando si tratta di indicare una qualsiasi notizia certa in proposito. Prendo a titolo d'esempio la testimonianza di un autorevole agostiniano sardo, P. Battista Gelasio Floris, autore di un prezioso manoscritto del 1829 sulla storia dell'isola, oggi conservato presso la Biblioteca dell'Università di Cagliari. A proposito della storia religiosa della Sardegna e in relazione a quella del suo Ordine, scrive il P. Floris: "Nell'anno poi 1480 ritornarono dalle Spagne i Religiosi Agostiniani, come ne fà fede Girolamo Romano, nella sua Cron. Agostiniana Cent. II, accompagnati dal P. Exarco da Lerida, che secondo il nostro Vico, p. 6, cap. 21, aprì convento in Sassari. In seguito poi, oltreché si stabilirono a Cagliari, aprendo l'antico Convento, fondato dallo stesso S. Fulgenzio, chiamato oggidì Sant'Agostino extra muros, e nella stessa città di Sassari come ho detto; stabilirono casa religiosa come anche nel Paese Ilorai, in Alghero; in Gallura; in Sammassi; in Tortolì; in Scorca; ed in Iglesias.

Nella rivoluzione però dei tempi, furono quelle di Gallura; di Scorca; d'Iglesias; e d'Ilorai abbandonate da medesimi religiosi; epperò si ristrinse questa Provincia di Sardegna a soli sei Conventi situati a Cagliari, Sammassi, Tortolì, Puzzumagiore, aperto molto dopo dei sudetti; Alghero; e Sassari" [12]. Come si può chiaramente notare, per i due conventi di Iglesias e di Gallura si resta nel vago, ma questo avviene negli scritti di ogni storico che ha toccato questo punto: nessuno ha mai voluto indagare a fondo. La verità, molto brevemente, è la seguente: queste due case non sono mai esistite come comunità di agostiniani dell' "Ordo Eremitarum Santi Augustini" (O.E.S.A.), bensì come filiazioni dell'Ospedale Nuovo di Pisa; si trattava infatti di case religiose entrambe istituite presso ospedali e gestite dall'Ordine di S. Spirito, ordine ospitaliero che seguiva la Regola di S. Agostino. Soltanto per questo motivo i religiosi dei suddetti conventi venivano chiamati "agostiniani" o membri dell' "Ordine di S. Agostino", ma non in quanto appartenenti all'Ordine Agostiniano propriamente detto. Del resto, si tratta di case religiose istituite dal 1320 circa in poi, periodo in cui era sconosciuta la presenza dei frati eremitani nell'isola. .

La documentazione relativa a questi conventi, a quello di S. Lucia di Iglesias e a quello di S. Spirito di Posada (allora in Gallura), è contenuta nel testo di: Carlo BAUDI DI VESME, Codice diplomatico di Villa di Chiesa in Sardigna, Stamperia Reale di G. B. Paravia, Torino 1877, colonne 1065 e ss.

 

 

 

Note

 

(1) - D. GUTIÉRREZ, Storia dell'Ordine di S. Agostino, in "Gli Agostiniani nel Medioevo" (1537-1517), Roma 1987, vol. I, p. II, p. 117.

(2) - Aegidii VITERBIENSIS, OSA, Registrum Generalatus II, 1514-1518, Romae 1984, doc. 728.

(3) - Ibidem, doc. 883. 

(4) - E. COSTA, Sassari, Ed. Gallizzi, Sassari 1967, vol. II, t. II, parti VI-X, p. 387.

(5) - A. NUGHES, Alghero. Chiesa e società nel XVI sec., Ed. del Sole, Alghero 1990, pp. 253-254

(6) - G. CASALIS, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino, 1849, vol. XVIII, p. 11.

(7) - AGA, Aa. 8, c. 6 (Miscellanea documenti Provincia di Sardegna).

(8) - Cfr. AAug., VI, 161.

(9) - Biblioteca Angelica Roma, ms. 143, cit., c. 69.

(10) - AGA, Aa. 8, c. 5 (Miscellanea documenti Provincia di Sardegna).

(11) - AAug., LXI, 153-170.

(12) - B. G. FLORIS OSA, Componimento Topografico-Storico dell'Isola di Sardegna, compilato dal P. B. Gelasio Floris agostiniano sardo, nativo di Tortolì, parte III, c. 249, Biblioteca Universitaria di Cagliari, ms. N.S.P. 6 BIS 37-39.