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L'ORDINE AGOSTINIANO E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA

Dipinto di Gortanuto Osvaldo a Vinigo che raffigura la Madonna della Cintura

Madonna della Cintura di Gortanuto a Vinigo

 

 

MADONNA DELLA CONSOLAZIONE detta anche DELLA CINTURA

di Agostino Trapé O.S.A.

 

 

 

 

 

Questo titolo nella sua duplice formulazione, che ne fissa anche la impostazione e la tradizione iconografica, dice riferimento alla materna tenerezza di Maria nei confronti di S. Agostino e di S. Monica e, attraverso loro, di tutto l'Ordine Agostiniano, oltre che all'abito proprio degli Agostiniani, raccolto ai fianchi da una cintura di cuoio. L'origine è da collegare a una tradizione riconducibile al secolo quindicesimo, epoca in cui gli Agostiniani stavano fissando i termini della loro devozione a Maria. Un testo - formatosi verso il sec. XVI e che va letto con i criteri della valutazione simbolica e di una nota tradizione devozionale - va ricordato perché offre inequivocabili elementi di valutazione e di riferimento a fatti obiettivi della storia e della vita religiosa.

Si narra che S. Monica nella sua afflizione per la perdita del marito Patrizio e per il disorientamento spirituale del figlio Agostino, si rivolge alla Madonna per trovare in lei conforto e consolazione e per avere una risposta che può sembrare curiosa ma che indica contemporaneamente l'intento ideale della narrazione. Monica infatti chiede a Maria in che modo si sarebbe vestita dopo la morte di S. Giuseppe. I connotati di lutto e di afflizione ma anche di nuova realtà esistenziale considerati nell'abito sono ben evidenti. La Madonna accondiscende benevolmente al desiderio di Monica apparendole vestita di abito nero, raccolto ai fianchi da una cinta di cuoio, invitandola a vestirsi in modo simile e assicurandole che quanti l'avessero imitata avrebbero avuto garanzia della sua protezione e consolazione (altro elemento che dice riferimento al devoto proselitismo). Ovviamente, una volta che Agostino fece proprio il proposito di consacrarsi al Signore si sarebbe adeguato con i suoi a questa stessa indicazione.

Abbiamo riscontro che fatti relativi all'abito nero e alla cintura di cuoio per gli Agostiniani sono registrati fin dal 1253 sotto Innocenzo IV e nel 1255 con Alessandro IV. E' chiaro che la lettura di detta tradizione - ben connotata da elementi religiosi, devozionali e di interesse di gruppo - va intesa tenendo presente la situazione storica: gli Agostiniani, organizzati nel 1256 con le caratteristiche di Ordine mendicante e di fraternità apostolica, tendono a nobilitare la propria tonaca fino a farla risalire a una apparizione e disposizione della stessa Vergine Maria, come d'altronde vantano, con altrettante tradizioni, gli altri grandi Ordini. Alcune date ci sono di aiuto per rintracciare nella storia elementi che testimoniano, attraverso la realtà e il simbolo della "cintura" aspetti di vitalità dell'Ordine e il suo rapporto con Maria.

Già nel secolo XV tra gli Agostiniani del Nord Italia era venerato il titolo di Nostra Signora della Consolazione. Nel 1473 a Genova sorgeva una Congregazione di Osservanza con il titolo Santa Maria della Consolazione. Nel secolo XV esisteva anche una Confraternita della Consolazione che si affermò fortemente nella nostra chiesa di S. Giacomo Maggiore a Bologna. Nel 1439 Andrea Montecchio, vescovo di Osimo e Vicario Generale di Eugenio IV, il 14 agosto emanava il Decreto Solet pastoralis sedes, con il quale si approvava la fondazione della Confraternita dei Cinturati: il Priore Generale dell'Ordine, Gerardo da Rimini (+1443), ebbe confermata la facoltà di istituire confraternite della cintura tanto per gruppi maschili che femminili. Nel 1575 si consoliderà ancor più il titolo di Nostra Signora della Consolazione quando la Confraternita esistente a Bologna si fuse con la Confraternita dei Cinturati di S. Agostino, pure a Bologna, dando origine all'Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e di S. Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione.

Nel 1576 Papa Gregorio XIII dispose che l'Arciconfraternita bolognese potesse aggregare a sé ogni Confraternita che sorgesse in qualsiasi altro luogo e nel 1579 stabilì che fosse il Priore Generale dell'Ordine Agostiniano a emettere il documento di aggregazione, favorendo l'associazione di molti privilegi e abbondanza di indulgenze. Lungo il secolo XVIII si assiste a una grande diffusione di Confraternite aggregate a quella di Bologna, sparse in Italia, Europa e anche fuori. Nel 1922 la sede dell'Arciconfraternita viene trasferita nella chiesa di S. Agostino in Roma. In questo nostro secolo le diffuse Confraternite presso quasi tutte le nostre chiese hanno subìto un affievolimento dovuto a mancata animazione interna e a una carente capacità di inserirle all'interno della forte impostazione del nuovo impegno dei laici e dei movimenti ecclesiali. Recentemente sono emersi segni di ripresa per recuperare l'autentica tradizione di spiritualità agostiniana contenuta in questa associazione.

 

 

Scheda iconografica

Lo schema iconografico più affermato è quello che si sviluppa su elementi che evidenziano con immediatezza il simbolo della cintura intesa come parte che completa l'abito religioso.

La Madonna siede al centro in trono con in braccio il bambino, ai lati sono in ginocchio e in devoto atteggiamento di accogliere il dono S. Agostino, normalmente alla destra, il quale riceve la cintura dalla Vergine, e S. Monica, alla sinistra, che la riceve dal Bambino Gesù. Alcune varianti ricorrono sovente: gli angeli che sovrastano la Madonna e che tengono altre cinture da distribuire, intendendo la volontà di estendere questo segno ai seguaci e ai devoti del Santo; oppure nello sfondo è inserita la presenza di altri santi, per lo più agostiniani, come S. Nicola, S. Rita o altri. L'impostazione iconografica è quella che si rifà al modello della Madonna di Pompei dove però l'elemento dono è il Rosario. Altre volte, meno frequente nei dipinti, ma più diffuso nelle sculture e nelle immaginette popolari (santini), si ha soltanto la Madonna in piedi, col Bambino o senza, che lascia pendere dalla mano la cintura di cuoio. Tutte le chiese agostiniane in passato avevano un altare con un quadro o una statua in riferimento a questo titolo, e le varie Confraternite si onoravano di avere il loro stendardo processionale con l'immagine della Madonna della Consolazione o con un ornato stemma agostiniano completato in modo molto evidente dalla Cintura.

 

 

Nota liturgica

Quanto all'espressione liturgica del culto alla Madonna della Consolazione abbiamo come prima annotazione la data del 1575 che iniziò la consuetudine di celebrarne la festa nella prima domenica di Avvento; allora fu il Papa stesso con il suo seguito a presenziare alla processione in onore della Madonna. In seguito, anche per ovvi motivi di opportunità liturgica, la Sede Apostolica fissò la festa alla prima domenica dopo la solennità del S. P. Agostino e nel 1914 si dispose che la festa si celebrasse il sabato immediatamente successivo alla solennità del S. P. Agostino. Già nel 1724 gli Agostiniani di Spagna ottennero per la loro nazione una maggiore solennità ottenendo la qualifica di "doppio di prima classe", cosa che nel 1805, per richiesta del Sacrista Pontificio Ven. Mons. Giuseppe Bartolomeo Menochio osa., fu estesa a tutto l'Ordine Agostiniano. L'Ufficio e la Messa propria di questo titolo mariano furono riformati sotto il pontificato di S. Pio X.

La festa della Madonna della Consolazione comportava anche la solenne processione dei Religiosi Agostiniani e dei Cinturati, i quali riaffermavano la loro devozione con la processione che si ripeteva ogni quarta domenica del mese. La stessa pietà quotidiana era segnata nel nostro Ordine da questa particolare devozione in quanto tutti, religiosi, professi e confratelli laici avevano il dovere di recitare la celebre "Coroncina della Madonna della Consolazione". Nell'attuale Calendario e Messale Agostiniano la festa è fissata per il 4 settembre. Il nuovo Rituale OSA prevede il titolo e la particolare devozione della Coroncina nella nuova forma dove l'enunciato degli articoli del Credo è seguito da tre testi alternativi di commento presi dagli scritti del S. P. Agostino. Il titolo della Madonna della Consolazione, con Messa propria presa dal nostro Messale, è inserito (n. 41, p. 133) nel Messale Mariano emanato dalla CEI nel 1987.

 

 

 

TESTI LITURGICI

LA CORONCINA DELLA SACRA CINTURA

 

E' la formula classica e tradizionalmente radicata nell'Ordine Agostiniano per onorare la Madonna della Consolazione. Ricca di particolari indulgenze concesse via via dai Sommi Pontefici, essa consiste nel recitare per 13 volte il Padre nostro e l'Ave Maria concludendo con la Salve Regina. I singoli Padre nostro e Ave Maria erano introdotti da un articolo del Credo seguito da un "Consideriamo..." e una breve supplica a Maria: "Vergine santissima aiutateci... !" (questa parte poteva essere omessa e si indicava così la formula ridotta prevista dal Rituale).

Interessante appare, nei suoi elementi richiamanti, la fede cristiana e la specifica devozione "agostiniana", l'introduzione che il Rituale del 1930 premetteva (a p. 50): "Reciteremo tredici Pater ed Ave in memoria e venerazione di nostro Signore Gesù Cristo e dei dodici Apostoli, i quali composero il Credo, ricordando in essi i misteri della Santa Fede. Imploriamo, adunque, per essere esauditi, l'aiuto della B. V. Maria, Madre di Consolazione, del Padre Sant'Agostino e della Madre Santa Monica". Terminati gli articoli del Credo, si recitava la preghiera per la Chiesa e per la società, per i vivi e per i defunti; seguivano la Salve Regina, le Litanie lauretane, l'antifona Sub tuum praesidium, l'invocazione alla Madonna della Consolazione, a S. Agostino e S. Monica e si terminava con un duplice Oremus: il primo con riferimenti alla Madonna della Grazia, collegato solitamente all'antifona Ave Regina coelorum, Mater regis angelorum ...; il secondo, proprio del titolo della Consolazione. Questa pratica caratterizzò nel nostro secolo la pietà mariana dei religiosi agostiniani e dei laici appartenenti al Terz'Ordine.

Il nuovo Rituale dell'Ordine, emanato nel 1986, a p. 80 ne propone la nuova formula consistente nell'enunciazione dei 12 articoli del Credo, seguiti da un testo (da scegliersi su tre) di commento preso dagli scritti del S. P. Agostino; quindi si propone una pausa di silenzio e la recita dell'Ave Maria. La conclusione prevede la recita della Salve Regina e il tradizionale Oremus dal Proprio della Madonna della Consolazione.