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monaci agostiniani celebri: GUGLIELMO DE FLEETE

Immagine dell'Abbazia agostiniana di Ramsgate

 

Abbazia di Ramsgate

 

 

FR. GUGLIELMO DE FLEETE O.S.A.

LETTERE AGLI AGOSTINIANI INGLESI

di Pietro Bellini O.S.A.

 

in Supplemento al Notiziario della Provincia Agostiniana Picena n.1 Tolentino, Maggio 1979

 

 

 

 

LE LETTERE INVIATE AGLI AGOSTINIANI INGLESI

 

Per comprendere appieno il valore delle tre lettere scritte agli agostiniani della sua provincia inglese, è necessario tenere presenti la figura particolare dell'autore e le idee e gli scopi che animavano il movimento di santa Caterina. Fu l'insistenza con cui S. Caterina, fino alla morte, lo aveva supplicato di adoperarsi per il bene della Chiesa, a indurre finalmente fra Guglielmo, contro il suo fermo proposito, a scrivere tre lettere ai suoi confratelli inglesi perché appoggiassero la causa di Urbano VI e della riforma dell'Ordine e della Chiesa: una a tutti i confratelli, un'altra ai maestri in teologia, la terza al Padre Provinciale. Dal contesto risulta con chiarezza che le tre lettere sono state scritte e inviate nello stesso tempo. Quando ? Certamente nel 1380, probabilmente ai primi di luglio (in una si parla della "prossima" festa di S. Alessio, 17 luglio).

S. Caterina era morta il 29 aprile 1380. Lo stile ci rivela molto bene l'animo dello scrivente, che sente la "responsabilità" di continuare l'opera della santa in favore del rinnovamento della Chiesa. Fra Guglielmo non accenna neanche a S. Caterina in queste tre lettere, ma per chi conosce anche di poco la figura, l'opera e l'epistolario della santa, risulta subito evidente il suo influsso determinante in questi scritti. Due scopi ha in mente fra Guglielmo nello scrivere ai suoi confratelli: il rinnovamento dell'Ordine e la riforma della Chiesa (due argomenti che sono quanto mai attuali ancora oggi, anche se in un diverso contesto storico).

 

a) Rinnovamento dell'Ordine

Vengono denunciati questi abusi:

- Allentamento della disciplina regolare, soprattutto per quanto riguarda la concordia, la preghiera, la povertà (I, 2-3).

- Il troppo girovagare dei frati fuori dei conventi (I, 5; III, 2);

- Spirito e mentalità mondana nella vita dei religiosi (III, 10);

- Eccessivi privilegi concessi a coloro che si applicano agli studi (I, 4);

- Lo studio inteso non come mezzo per servire meglio Dio, ma come realizzazione egoistica della propria persona (II, 4).

Vengono suggeriti questi rimedi per il rinnovamento dell'Ordine:

- Maggiore presa di coscienza del nostro carisma particolare di Ordine degli "Eremiti di S. Agostino" (I, 5; II, 5; III, 4);

- Maggiore spirito di contemplazione (I, 5.8);

- Maggiore cura nella formazione dei novizi, educandoli ad una severa disciplina (I, 6; II,3; III, 3);

- Chi si dedica agli studi deve mettere le sue capacità intellettive al servizio del rinnovamento dell'Ordine (II, 2.3.4);

- Spirito di povertà, distacco e obbedienza (III, 11).

 

b) Riforma della Chiesa

Fra Guglielmo supplica i suoi confratelli d'Inghilterra di farsi promotori del rinnovamento della Chiesa nel loro paese, per il quale egli, anche dopo 21 anni di lontananza, sente una grande nostalgia e un grande affetto. Debbono impegnarsi in modo particolare a lottare contro alcuni mali, soprattutto:

- L'ingerenza del potere regale nella vita interna della Chiesa (II, 7);

- Le discordie tra gli ecclesiastici (III, 7);

- Il gioco d'azzardo (I,10).

Positivamente debbono impegnarsi:

- a far rimanere la nazione nell'obbedienza del vero papa, Urbano VI (I, 6);

- a predicare la libertà della Chiesa nella provvista degli uffici, nella scelta delle persone, nel mantenimento della disciplina ecclesiastica (II, 9);

- a promuovere la concordia nella società civile (III, 6) e soprattutto tra gli ecclesiastici (III, 7);

- ad incrementare la vita cristiana del popolo predicando una maggiore frequenza ai sacramenti, la recita di alcune preghiere particolari e l'introduzione di alcune feste (I, 6.9; II, 10; III, 5; II, 11).

Dallo stile si capisce che l'autore scrive di getto, come il cuore gli andava dettando. Non mancano perciò ripetizioni, cambiamenti improvvisi del filo del discorso, frasi tecnicamente infelici e di oscuro significato. Ma questo contribuisce a rendere il messaggio più vivo, più personale, più immediato e spontaneo. Credo che una lettura di queste tre lettere, o meglio una "rilettura" fatta tenendo presente la situazione odierna, possa esserci di un qualche aiuto nello sforzo per un rinnovamento sincero e autentico della nostra vita agostiniana. Ciascuno legga e tragga le sue conclusioni.