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monaci agostiniani celebri: GUGLIELMO DE FLEETE

Eremo di Lecceto: affresco di Agostino

 

Eremo di Lecceto: affresco di Agostino

 

 

FR. GUGLIELMO DE FLEETE O.S.A.

LETTERE AGLI AGOSTINIANI INGLESI

di Pietro Bellini O.S.A.

 

in Supplemento al Notiziario della Provincia Agostiniana Picena n.1 Tolentino, Maggio 1979

 

 

 

 

LETTERA AI MAESTRI IN TEOLOGIA DELLA PROVINCIA INGLESE

 

Reverendi Maestri.

 

1 - IL VERO MAESTRO E' CRISTO

Con timore e riverenza, mosso da un dovere di coscienza, scrivo per la salvezza delle vostre anime. Dice il Vangelo: "Non vogliate essere chiamati maestri; uno è il vostro maestro" (Mt. 23, 10). Non rallegratevi per il titolo che avete o per la situazione di maestri in cui vi trovate, ma sforzatevi di seguire le orme di Cristo (1Pt 2, 21), di acquistare la perfezione che compete ad un maestro; infatti il maestro è dottore e secondo Crisostomo "il dottore deve essere ornato di ogni virtù". E il vangelo dice: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio nella verità, e non ti curi di nessuno e non guardi in faccia agli uomini" (Mt. 22, 16).

 

2 - DARE IL BUON ESEMPIO AGLI ALTRI

Anzitutto siate estremamente veritieri, più degli altri religiosi, mettendo in pratica la vostra professione e facendo in modo che anche gli altri mettano in pratica la loro. Rispettate il vostro superiore (Regola). Voi siete professori, perciò siete legati con duplice legame. Davanti a Dio e davanti alla vostra coscienza siete più obbligati degli altri e pertanto dovete dare l'esempio agli altri religiosi. Ora Dio manifesta i suoi giudizi e ora il mondo è giudicato (Gv. 22, 31). Un reverendo maestro dell'Ordine mi ha detto: si manifesterà che Dio vuole rinnovare la faccia della terra (Salmo 103, 30), e mi ha promesso che io assisterò alla riforma dell'Ordine [1]. Se la Chiesa di Dio e il nostro Ordine si debbono riformare, sforzatevi di iniziare voi ad "aumentare il merito e il premio" [2], perché è necessario che la riforma dell'Ordine inizi dai maggiori, perché "per prima cosa cominciò Gesù a fare e ad insegnare" (Atti 1, 1).

 

3 - I MAESTRI, COLONNA DELLA RIFORMA

Adoperatevi perché tutti i fratelli del nostro Ordine in Inghilterra vivano secondo la Regola di S. Agostino, avendo ogni cosa in comune e perché vivano un altro tenore di vita, più perfetto. "Siate perfetti come è perfetto il vostro maestro celeste" (Mt. 5,48) o per lo meno come, in questa regione fu perfetto il maestro Guglielmo di Lincoln [3]. I buoni maestri debbono essere maestri nel modo di vivere, altrimenti il magistero sarà per essi motivo di giudizio. Debbono essere le colonne della riforma dell'Ordine e della Chiesa di Dio. Dovete aiutare i priori in maniera che tutti, sia gli studenti che gli altri, obbediscano umilmente ad essi; dovete insegnare agli studenti a non trascurare le cose importanti per quelle secondarie. Come avanzano nell'apprendimento, così debbono più rigorosamente osservare la vita dell'Ordine e le sue tradizioni, più devotamente, applicarsi alle cose divine secondo la possibilità del luogo e del tempo e nello stesso tempo avanzare nella (santità della) vita; altrimenti lo studio sarà per essi motivo di condanna.

 

4 - RETTA INTENZIONE NELLO STUDIO

Coloro che trascurano i doveri dell'Ordine per lo studio, perdono il tempo e il loro studio, e alla fine si ritroveranno delusi e ingannati. Debbono infatti studiare soprattutto per adempiere l'obbedienza loro data, non per raggiungere il grado. L'intenzione di studiare per raggiungere il grado è un'intenzione che non poggia su solide basi: e ogni opera precaria alla fine va in rovina.

 

5 - VOI SIETE MAESTRI "EREMITI"

Con il cuore profondamente amareggiato vi scongiuro a cambiare in meglio la vostra vita. Temete il giudizio di Dio. Teneteci ad essere più perfetti al confronto con gli altri maestri. Date il giusto significato al vostro nome: voi siete maestri dell'Ordine dei Frati Eremitani di S. Agostino. Teneteci più degli altri ad essere liberi dalle fastosità, dalle situazioni e conversazioni mondane; a osservare la povertà tenendo tutto in comune e a vivere la vita comune con gli altri, come fece S. Agostino; a stare nelle vostre camere, secondo le possibilità di luogo e di tempo, come in un eremo, come in celle solitarie e lì applicarvi allo studio, alla contemplazione, alla devozione e alla preghiera; a fare ivi, secondo come Dio vi ispirerà, le vostre penitenze occulte, cosicché la camera del maestro non sia come una taverna atta a confondere le anime e a distruggere l'Ordine, ma sia per l'edificazione delle anime. Sia un luogo di solitudine e di contemplazione; altrimenti non dovete reputarvi maestri dell'Ordine di S. Agostino, ma maestri mondani, perché la tua bocca ha parlato contro di te, Dice S. Ambrogio: "Chiunque fa le opere di uno, è chiamato suo figlio". "Se siete figli di Abramo, compite le opere di Abramo" (Gv. 8, 39); "dai loro frutti li riconoscerete" (Mt. 7, 16).

 

6 - DIO CHIAMA VOI

Ragionate in modo retto per la salvezza delle vostre anime, mettete delle buone premesse in questa vita presente affinché nel momento della morte venga una buona conclusione. Altrimenti Cristo vi redarguirà e forse anche S. Agostino accuserà qualcuno di voi dicendo: "Ti rimprovero, e ti pongo contro la tua faccia" (Salmo 49, 21) la mia Regola. Osservate dunque la Regola di S. Agostino e in nome di Dio fatela osservare, perché osservando la Regola potete riformare l'Ordine e illuminare la Chiesa di Dio. Splendano le vostre opere davanti agli uomini affinchè diano gloria al padre vostro, a S. Agostino [4], che è in cielo (Mt. 5, 16), che possiede tali maestri, veri servi di Dio. Dice il vangelo: "Il Maestro è qui e ti chiama" (Gv. 11, 28). Dio ora chiama voi, perché mirabilmente ha sollecitato me a chiamarvi; altrimenti (se non mi avesse sollecitato) non avrei presunto né avrei osato scrivervi.

 

7 - DIFENDERE LA LIBERTA' DELLA CHIESA

Siate maestri non menzogneri, ma veraci, e allora poi insegnerete a tutti la verità. Non temete né la persona del re né del principe: voi dovete compiere il vostro dovere. In nome di Dio onnipotente adoperatevi per estirpare del tutto, per quanto sta in voi, tutte le cattive consuetudini contrarie all'Ordine o contrarie alla libertà della Chiesa in Inghilterra, per l'utilità comune e la salvezza delle anime. Il cancelliere [5] nelle sue proibizioni o inibizioni non deve impedire che i superiori facciano le debite correzioni. Il re d'Inghilterra [6] o il suo consiglio non deve in alcun modo, neanche a titolo di preghiera o di favore, impedire le elezioni, fatte nel debito modo e canonicamente, secondo le norme dei canoni, nelle chiese cattedrali o in qualunque altra chiesa. Alle volte viene eletto un uomo dotto o un santo uomo, uno che può illuminare tutto il regno e la Chiesa di Dio. Ma poi il re è solito intercedere con una sua lettera per uno dei suoi chierici e quindi viene eletto uno ignorante, un mercenario che non è vero pastore, al quale non appartengono le pecore; vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, perché non è capace di difenderle né con la santità né con la dottrina, il lupo le rapisce e le disperde (Gv. 10, 12). Costui entra non per la porta, perciò è un bandito e un ladrone (Gv. 10, 1). Manda in rovina se stesso e il suo gregge. Ma Dio chiederà conto di queste anime sia al re che al suo consiglio. Questi sono delitti orrendi, perché offendono direttamente Dio a causa di una presunzione di tal genere, di mettere la sua falce sulla messe di altri, sulla messe divina, e impedire la volontà divina, l'opera di Dio.

 

8 - CONSIGLI PER IL RE

Per questi e per altri peccati, che un tempo regnavano in Inghilterra, il re potrebbe, andando in guerra, perdere se stesso e il regno. E' bene perciò che il re abbia ottimi prelati nel suo regno e in tutti i casi, per la salvezza della sua anima. Segua il loro consiglio e, siccome è giovane, si adoperi di seguire le orme dei suoi santi predecessori, perché "il giovane che cammina lungo la sua via non si allontani da essa quando diventa vecchio" (Prov. 22, 6). Per queste cattive consuetudini, nocive per il re, frequentemente gemo nel mio cuore in questo mio romitorio.

 

9 - L'ESEMPIO DEL VESCOVO S. UGO

Ho letto nella vita di S. Ugo [7], un uomo veramente santo, verso la fine del V libro della sua vita [8], che gli fu rivelato dal cielo come un castigo di Dio era imminente sull'Inghilterra a causa dei cattivi prelati e sacerdoti e dei peccati del popolo inglese. Il santo Ugo cercava di estirpare i cattivi e non volle fare canonico nella sua chiesa nessun chierico del re né introdurre una simile consuetudine. Il re, che era santo e giusto, gli disse: "Continua a fare, buon uomo, continua a fare ciò che stai facendo e prega per noi". E' necessario che si agisca per sempre in questo modo e che il nuovo re elimini completamente dal regno tutte le antiche deleterie consuetudini e che i pastori della Chiesa inglese vengano liberamente eletti. E' necessario che i sacerdoti siano debitamente corretti, quanto più possibile, perché vivano nella castità, perché tutto il regno venga totalmente rinnovato nei buoni costumi, affinché la vendetta di Dio non minacci più l'Inghilterra e il popolo inglese non debba scendere in guerra a causa dei peccati.  

 

10 - UNA PREGHIERA PER L'INGHILTERRA

Pregate, pregate per l'Inghilterra; è assai opportuno che diciate frequentemente questa preghiera: "Dio, che non desideri la morte ma la conversione dei peccatori, ti preghiamo: converti a te il tuo popolo inglese affinché, mostrandosi egli devoto verso di te, tu possa allontanare da lui i flagelli della tua ira" [9]. In nome di Dio predicate a tutti: al re, ai principi, ai maggiorenti del regno, ai prelati grandi e piccoli, che si confessino tutti frequentemente e camminino secondo i comandamenti del Signore e le sante antiche usanze, perché ci sia somma concordia fra di essi. Fate recitare le litanie e far processioni anche per la riforma della Chiesa di Dio e di tutto il mondo. Ho fiducia, dentro di me, dell'Inghilterra e del re inglese. Pregate per me. Il re e il suo regno abbiano devozione per S. Agostino e celebrino la sua festa, come sono tenuti a fare [10], e il suo regno sarà più stabile. Ricordatevi di queste cose. Non vi scrivo queste cose per conto mio, ma per ispirazione dello Spirito Santo.

 

11 - LA FESTA DI S. ANNA

In nome di Dio adoperatevi per celebrare la festa di S. Anna, madre della Beata Maria. La Beata Maria potrebbe lamentarsi di voi dicendo: "Voi celebrate la festa di S. Monica, madre di S. Agostino, e non celebrate la festa della mia madre". Sappiate che molti conventi dell'Ordine in Italia celebrano questa festa per devozione. S. Anna è stata canonizzata nella vita eterna, e questo è sufficiente per tranquillizzare le vostre coscienze. Nel calendario dei Frati Minori ho trovato scritto: "Festa di S. Anna, festa solenne" [11]. Abbiate in grande onore questa festa, e bene e meglio ve ne verrà [12].

 

12 - CONSIDERAZIONI PERSONALI

In nome di Dio vi supplico che nessuno mi scriva. E' per me grave pericolo ricordare la patria e i parenti, a meno che non lo faccia nel tempo della preghiera, perché "nessuno che mette mano all'aratro e si volta indietro è adatto per il regno di Dio" (Lc. 9,62). Parlino le vostre opere buone, non le parole scritte. Perdonatemi, correggete quanto va corretto. Non vi sto scrivendo per nulla volentieri, perciò sono molto distratto nello scrivere. Per l'utilità delle anime mi sono esposto al pericolo. Prego Dio che questo lavoro non sia inutile, che possa ascoltare buone notizie sull'Ordine e su tutta l'Inghilterra, che cioè si è totalmente convertita a Dio. Fiat, fiat. Amen.

 

13 - ULTIME RACCOMANDAZIONI

Prego Dio che tutta l'Inghilterra viva nei buoni costumi, che sia lucerna che brilli davanti al Signore e illumini la Chiesa di Dio. "Comandi Dio ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie" (Salmo 90,11). Amen. Vi guidi il Signore perché nel riformare l'Ordine vi ricordiate di S. Agostino [13]. Il vostro fratello Guglielmo d'Inghilterra, peccatore.

 

 

 

Note

 

(1) - Non si sa a chi alluda.

(2) - E' una tipica frase della teologia scolastica.

(3) - Dovrebbe trattarsi dell'inglese fra Guglielmo Egmondo, un agostiniano che, dopo aver conseguito il grado di maestro in teologia e aver insegnato nella sua patria, si recò a Roma. Venne poi nominato vescovo suffraganeo di Lincoln. Fu stimato per le sue virtù e la sua scienza. E' vissuto nella seconda metà del sec. XIV, quindi contemporaneo al Fleete. Se questi lo addita come esempio, doveva essere morto da poco tempo (cf. Lanteri, Postrema ..., cit., vol. I, p. 292).

(4) - Applicazione arbitraria della frase evangelica.  

(5) - Allora era Guglielmo de Wykeham, vescovo di Winton.

(6) - Riccardo II, re d'Inghilterra dal 21 giugno 1377.

(7) - S. Ugo, vescovo dì Lincoln (+ 1200), certosino, fu intrepido assertore delle libertà ecclesiastiche contro le ingerenze regie.

(8) - Scritta dal cappellano di S. Ugo, di nome Adamo.

(9) - E' la preghiera del messale romano che si dice in tempo di mortalità, Il Fleete ha aggiunto la parola "inglese".

(10) - L'inciso "come sono tenuti a fare" indica che si tratta forse non di S. Agostino d'Ippona, ma di S. Agostino di Canterbury, primo apostolo e protettore d'Inghilterra.

(11) - Presso i Minori la festa di S. Anna era stata comandata dal loro Capitolo generale del 1254.

(12) - Dietro richiesta dei vescovi inglesi, la festa di S. Anna venne istituita dal papa Urbano VI il 21 giugno 1381, un anno dopo la presente lettera.

(13) - Frase dal significato alquanto oscuro.