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monaci agostiniani celebri: GUGLIELMO DE FLEETE

Eremo di Lecceto: il chiostro

 

Eremo di Lecceto: il chiostro

 

 

FR. GUGLIELMO DE FLEETE O.S.A.

LETTERE AGLI AGOSTINIANI INGLESI

di Pietro Bellini O.S.A.

 

in Supplemento al Notiziario della Provincia Agostiniana Picena n.1 Tolentino, Maggio 1979

 

 

 

 

LETTERA AL PROVINCIALE D'INGHILTERRA

 

Padre reverendissimo in Cristo.

 

1 - ESORTAZIONE GENERALE

Con il timore di Dio e con tutta la riverenza che debbo, interiormente prostrato in ginocchio (davanti a voi), vi supplico nel Signore Gesù di esortare i maestri, tanto i grandi quanto i piccoli, ad osservare quanto ho scritto in altra lettera [1]. In nome di Dio impegnatevi a riformare l'Ordine nella vostra Provincia per quanto riguarda il buon nome e la vita religiosa da vivere secondo le norme dell'Ordine.

 

2 - IMPEGNO PER LA RIFORMA DELL'ORDINE

Soprattutto impegnatevi a frenare in ogni convento le uscite dei frati ai di fuori (del convento), quelle inutili. Escono lecitamente quando escono costretti dall'obbedienza. Dite a tutti di camminare in modo prudente e santo, di dare il buon esempio in tutte le cose. Compiuta l'obbedienza, subito rientrino. I frati dell'Ordine tutto il giorno per un niente gironzolano fuori del convento, come fa la gente comune; sono più quelli che girano fuori di quelli che girano dentro il convento; qualche volta quelli che stanno in piazza sono più numerosi di quelli che stanno in convento; pochi si ritrovano in coro. Si faccia in modo che l'economo, che può uscire dal convento in ragione dell'ufficio, venga incontro alle loro necessità, così che essi possano rimanere in convento. Questo inutile girovagare è la rovina del singolo e dell'Ordine e danneggia i secolari e ne sorgono gravissimi scandali. Ho sentito dire che il nostro cardinale [2], quando fu maestro a Padova [3], ordinò con il signore del luogo (il superiore, del convento?) che nessun frate uscisse fuori del convento più di una volta alla settimana o anche più raramente. Seguite le sue orme.

 

3. FORMAZIONE DEI NOVIZI

In nome di Dio ordinate soprattutto che i novizi, anche se adulti, durante il tempo del loro noviziato, non escano fuori del convento né per diletto né per qualche interesse temporale, ma solo per una gravissima necessità: succede che un giorno entrano, l'altro giorno escono! E non si applichino allo studio, durante il tempo del loro noviziato, benché ne siano capaci, se non delle osservanze regolari o della grammatica o del canto. Altrimenti sarebbe meglio non accoglierli affatto. Uscendo fuori del convento acquistano una mentalità da secolari, "ritornano presto al loro vomito" (Prov. 26, 11). Se vengono posti agli studi, s'intrattengono troppo con i professi, s'insuperbiscono e acquistano tanta audacia che poi non si curano più dell'ordine. Ordinate che in ogni cosa vengano trattati più che bene, che abbiano a disposizione le cose necessarie. Fate in modo che nessuno abbia qualcosa di proprio o qualcosa affidato ai secolari. Esortate tutti a vivere meglio nei riguardi di Dio e del dare esempio al prossimo. "Guai a colui per il quale avviene lo scandalo" (Lc. 17, 1). Ciascuno si preoccupi di rinnovare il proprio Ordine per quanto riguarda il buon nome.

 

4. CONTRO IL TROPPO FARE E CONTRO L'OZIO

Dovete proteggere i buoni e tenere a bada i cattivi e ordinare che nessun priore faccia uscire dal convento i frati se non a due a due, per qualunque necessità. "E' meglio infatti fare meno cose che avere più cose" (Regola) [4], se ne sorgesse scandalo per l'Ordine e perdizione per le anime. Ordinate, d'accordo con i priori, che nessun frate viva nell'ozio; coloro che non sono adatti a predicare o a studiare, facciano qualche onesto lavoro manuale, perché l'ozio è occasione per tutti i mali.

 

5. INCREMENTARE LA VITA SACRAMENTALE NEL POPOLO

Adesso scrivo avendo di mira la comune utilità dell'Inghilterra: fate predicare pubblicamente per tutta l'Inghilterra che tutti si convertano e si confessino frequentemente, perché così vuole Cristo. Il Vangelo dice: "Siate pronti, perché nell'ora che non pensate ecc..." (Lc 12, 40). Molti udendo queste parole ne se beffano, Si dica a tutti che "il mondo intero è posto in potere del maligno" (1Gv. 5, 19); ora Dio manifesta i suoi giudizi, "ora è il giudizio del mondo" (Gv. 12, 31). Perciò temete il giudizio di Dio. Molti muoiono all'improvviso e muoiono malamente, perché è necessario che siano pronti, che tutti siano più ben disposti nei confronti di Dio e allora potranno anche pregare meglio, e Dio subito rinnoverà il mondo e la sua Chiesa. Questi mali che succedono, succedono per i nostri pece cati; "se cessa la causa, cessa anche l'effetto." [5]

 

6. LA CONCORDIA NELLA NAZIONE

Fate in modo che si predichi che ci sia massima concordia in tutta la nazione; e che non ci sia alcuna divisione, perché "ogni regno diviso in se stesso andrà in rovina" (Lc. 11, 17); che tutti obbediscano al re: "Onorate il re, temete Dio" (1Pt. 2,4); "Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio" (Mc 12, 17).

 

7. LA CONCORDIA TRA GLI ECCLESIASTICI

Dice il Vangelo: "Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri" (Gv. 15, 12). Si predichi e si dica a tutti i religiosi: prelati, monaci, frati, sacerdoti e canonici, che abbiano tra di loro una mutua e durevole carità, perché l'intera Chiesa inglese abbia un'unica anima in Dio. Si rinnovi anzitutto essa: "Medico, cura te stesso" (Lc. 4, 23). Ma molti religiosi sono caduti: osservano le scorze della religione, cioè il silenzio e simili manifestazioni esteriori, quando vanno al capitolo, al refettorio, ecc., ma non hanno la carità: invidiano gli altri, li calunniano, mormorano, denigrano il buon nome degli altri. Creano partiti fra di loro, Ordine contro Ordine, frate contro frate, a motivo del grado o della posizione. I monaci osservano il silenzio, parlano tra loro con i segni delle dita [6], ma non osservano la carità accogliendo i nostri Frati o i Carmelitani nel loro ospizio. Dicono che questo non è nelle loro consuetudini: ma una consuetudine cattiva va abolita! Stiano attenti che Cristo non dica loro: "Fui pellegrino e non mi avete ospitato; andate, maledetti, nel fuoco eterno" (Mt 25, 41-43). La perfezione della religione non consiste in queste cose esteriori, ma si fonda soprattutto sulle opere di carità, sull'ospitalità e cose simili. Dice l'apostolo: "Siate ospitali gli uni verso gli altri, senza mormorare" (1Pt 4, 9). Amate l'ospitalità. La religione consiste infatti nell'obbedienza, nella pazienza, nell'umiltà, nella mansuetudine e nelle altre virtù interiori, non nelle osservanze esteriori. Queste sembreranno a molti inutili e presuntuose. 

8. SCRIVE PER ISPIRAZIONE DI DIO

Vi dico ora una cosa sorprendente: nella festa di S. Alessio confessore [7], di quest'anno, ricorrerà il ventunesimo anno che sono uscito dalla patria e dal regno d'Inghilterra. Mai ho scritto una lettera per l'Inghilterra, nè osavo farlo nè era nelle mie intenzioni. Ora sono stato mirabilmente trascinato a scrivere, spinto anche durante la celebrazione della Messa, alla presenza del Corpo di Cristo, e costretto dallo Spirito Santo a scrivervi. Dico con l'Apostolo: "Ciò che non voglio, questo Laccio" (Rom 7, 19). Perciò vi scongiuro in nome di Dio che quanto ho sopra scritto venga predicato e diffuso, secondo la vostra discrezione, in base alle circostanze di luogo e di tempo. Soprattutto che tutti i religiosi riconoscano i propri difetti, si correggano e poi predichino agli altri, di modo che tutti gli inglesi si convertano dai loro vizi. Non accolgano questi scritti come provenienti da me, ma come ispirati dallo Spirito Santo per la loro utilità: la verità alla fine sarà manifesta!

 

9 - CONSIDERAZIONI PERSONALI

Perdonatemi! Ho scritto male, in maniera non ordinata, non scrivo di mia spontanea volontà. Mi sono esposto al pericolo per la salvezza delle anime. Sarebbe pericoloso per me ricordare la mia patria, se Dio non mi toccasse (con la sua grazia) e non mi spingesse a fare queste cose, Perciò nessuno mi risponda. Sta scritto: "Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre" (Salmo 46, 11), perché, "nessuno che mette mano all'aratro e ritorna indietro - anche solo mentalmente- è adatto per il regno dei cieli" (Lc. 9, 62). Questo lavoro Dio lo esigerà dagli inglesi, soprattutto religiosi. Soprattutto tra di essi abbiano una continua mutua carità vicendevole. Soprattutto sono stato spinto (ad esortarli) a convertirsi essi stessi, perché una volta convertiti potessero con le loro prediche e i buoni esempi esterni convertire tutto il popolo.

 

10. LA SITUAZIONE DELLA VITA RELIGIOSA

I religiosi nei tempi moderni cercano più il mondo che Dio. Cercano onori, favori dei principi, sontuosità, ricchezze, piaceri, grande scienza, grandi sepolture: cose, queste, abominevoli avanti a Dio. Si sono dati alla ricchezza iniqua. Questa grande scienza distrugge la Chiesa di Dio e tutti gli Ordini. Cristo sceglie dei pescatori, "Dio sceglie ciò che è stolto per il mondo" (1Cor 1, 27). Sarebbe certamente più utile se tutti i religiosi studiassero la santa stoltezza e dimenticassero la propria scienza, secondo le parole dell'apostolo: "Chi tra di voi sembra essere sapiente? Diventi stolto per essere veramente sapiente; la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio" (1Cor 3, 18-19).

 

11 . ULTIME RACCOMANDAZIONI

In nome di Dio vi chiedo che queste cose vengano eseguite. In tutte le vostre azioni temete Dio, non l'uomo. Governate bene i religiosi. Questi dovrebbero scegliere di essere disprezzati secondo il mondo e di "accomodarsi all'ultimo posto" (Lc 14, 10), di non cercare magisteri o onori, a meno che non venga loro detto dai superiori per obbedienza: "Amico, vieni più avanti" (Lc 14, 10). "Nessuno si assume (tale) onore se non chi è chiamato da Dio, come Aronne" (Ebr 5,4). Allora, se saranno così, avranno gloria nella vita eterna. Perciò è necessario che tutti coloro che studiano si propongano in tutti i loro atti Dio come fine [8]. Chiunque avrà sbagliato "si dolga del passato, si provveda per il futuro, pregando che gli sia rimessa la colpa e che non cada nella tentazione" (Regola). Amen.

 

12. CONCLUSIONE

Perdonatemi per tanta presunzione, degnatevi di raccomandarmi ai frati di ogni ordine. L'Altissimo vi guidi nel rinnovamento dell'Ordine, e nell'osservare queste cose siate, vi prego, ardente e perseverante. L' "inimicus homo" (Mt 13, 28), il diavolo, invidioso di questa lettera, vi "ha seminato sopra la zizzania" (Mt 13, 25) , mi ha fatto versare e spargere l'inchiostro sopra la lettera. Questo mi è successo per il mio peccato, lo zelo che ho per l'Inghilterra. Il Signore richiede da lui che si converta totalmente al Signore, essendo scritto: "Lo zelo della sua casa mi ha divorato" (Gv 2, 17) [9]. Pregate per me. Il vostro indegnissimo fra Guglielmo d'Inghilterra.

 

 

 

Note

 

(1) - La lettera precedente.

(2) - Bonaventura Baduario-Peraga fu fatto cardinale da Urbano VI il 18 settembre 1378, probabilmente su suggerimento di S. Caterina. La santa gli scrisse una lettera esortandolo a lavorare per la riforma della Chiesa (P. Misciateni, cit., vol. V, pp.98-102).

(3) - Rimangono documenti del suo magistero all'università di Padova dall'aprile 1368 al marzo 1377, anno nel quale venne eletto Generale dell'Ordine.

(4) - Interpolando il testo della Regola e sostituendo la parola originaria "egère" (= aver bisogno) con la parola "àgere" (= fare), il Fleete enuncia un principio di vita spirituale oggi particolarmente attuale: l'attivismo esagerato e l'efficientismo possono essere la rovina dello spirito religioso.

(5) - Detto scolastico.

(6) - Negli ordini monastici di più stretta osservanza (ad es. i Cistercensi) si poteva comunicare con i confratelli solo attraverso i cenni delle mani.

(7) - Il 17 luglio.

(8) - Principio fondamentale della vita spirituale, valido in ogni situazione.

(9) - Senso oscuro: si riferisce forse a se stesso.