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CICLo AGOSTINIANo di Théodore de bry

Battesimo di Agostino nella stampa di Bry alla Biblioteca Nazionale di Parigi

Battesimo di Agostino

 

 

THEODORE DE BRY

XVI secolo

Biblioteca Nazionale di Parigi

 

Il battesimo di Agostino

 

 

 

In un battistero a colonnato, Agostino è in ginocchio ancora vestito davanti a un catino che fa da fonte battesimale. Tiene il mantello ripiegato sul braccio destro ed ha le mani giunte in preghiera. Davanti a lui c'è Ambrogio che sta per mettergli sulla testa l'acqua benedetta che stende sulla testa del catecumeno.

A sinistra un uomo barbuto con un bambino guardano la scena con le mani giunte: sono forse Alipio e Adeodato che aspettano il loro turno. In fondo si nota un abside con l'altare aperto. La nota esplicativa dice: dum baptizaretur Augustinus canit Hymnum Te Deum laudamus, che riprende una antica leggenda medioevale.

 

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14