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Ciclo agostiniano di St. Augustine in Florida

Morte di Monica ad Ostia

Morte di Monica ad Ostia

 

 

MAESTRO VETRAIO BAVARESE

1909

St. Augustine, cattedrale di sant'Agostino

 

Morte di Monica ad Ostia

 

 

 

Una profonda intimità pervade questa scena che descrive la morte di Monica. Agostino, in piedi, con il nimbo dei santi che gli avvolge il capo, scorre con tenerezza la mano destra sulla fronte e sugli occhi della madre ormai composta nell'ultimo respiro. Con l'altra mano tocca il proprio cuore, la parte più affettuosamente attaccata a Monica. La santa ha le mani incrociate sul petto con il viso che esprime ormai una serenità che pervade tutto l'ambiente fosco della stanza.

In ginocchio ai piedi del letto con le mani in preghiera sta il giovane Adeodato che rivolge uno sguardo profondo verso la nonna consapevole del tragico evento che sta consumandosi. Pensoso, a destra, se ne sta Navigio, l'altro figlio, che sembra meditare profondamente e con mestizia sulla morte della madre.

A sinistra un atro giovane tiene aperto un libro, che forse stava leggendo per accompagnare Monica nell'ultimo atto della sua vita.

 

Volle poi tornare in Africa per rivederla con sua madre, ma essa morì piamente mentre egli era ad Ostia.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27