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CICLo AGOSTINIANo di Huguet a Barcellona

Agostino ascolta le prediche di Ambrogio di Jaime Huguet al Museo di Arte Catalana a Barcellona

Agostino ascolta le prediche di Ambrogio

 

 

JAIME HUGUET

1486

Museo di Arte Catalana a Barcellona

 

Agostino e Monica ascoltano la predicazione di Agostino

 

 

 

Il soggetto della scena è tradizionale quanto la struttura della composizione. I visi dei personaggi sono espressivi, ma i tratti così come i gesti danno un senso di immobilità. La tela è opera di un aiuto di Huguet, uno dei fratelli Vergos: è un tipico esempio di arte catalana che predilige la rappresentazione alla narrazione. la sobrietà dell'espressione contrasta con la ricchezza dei fondi dorati e la sontuosità dei costumi. Agostino, dal suo ambone, si rivolge al gruppo che sta istruendo: il suo viso è fine, le dita nervose.

Il viso di Monica risponde ad Ambrogio con pietà, Agostino in primo piano ha le mani incrociate sulle ginocchia e un viso attento. Di fianco c'è Alipio, e dietro Adeodato. Altri uditori completano il quadro, variamente vestiti e interessati alle parole di Ambrogio.

 

Il grande incontro tra Ambrogio e Agostino, l' ex funzionario romano nato in Germania (Treviri) ed eletto vescovo per volere del popolo e dello stesso potere imperiale che voleva Milano, città importantissima e sede dell' imperatore, ben presidiata da uno dei migliori funzionari dell' impero, ed il giovane retore africano, uno degli incontri più densi di significato e di conseguenze della storia, non avviene a Milano per caso.

«Et veni Mediolanum ad Ambrosium episcopum», venni appositamente a Milano per ascoltare il vescovo Ambrogio, scriverà Agostino, ritornato nella sua Africa, segnato indelebilmente da Milano e da Ambrogio. E quando nell' anno della morte (430 d.C.) Agostino, vescovo d' Ippona, visse l'ultima estate della sua vita nella sua città stretta d'assedio dai Vandali, fu nel ricordo degli assedi della chiesa di Milano e degli inni di Ambrogio che Agostino, insieme al suo popolo minacciato dalla grande violenza e ferocia dei Vandali, ripeté quei canti nella chiesa d' Ippona. Una mostra che sollecita continue suggestive analogie tra l' ieri e l' oggi e che ci aiuta anche a riflettere sull' autonomia culturale milanese, che si manifesta anche nella liturgia e negli inni sacri. «A Roma seguano le loro usanze; a Milano si fa così» dirà Ambrogio.

Ed è forse anche per questo che il grande vescovo è ancora così presente tra noi. Ambrogio tratterà il giovane Agostino con un certo distacco, ma anche con una profonda attenzione. Agostino inventerà un neologismo per descrivere il modo con cui fu accolto: «episcopaliter». E quell' incontro milanese lo segnerà per sempre.