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CICLo AGOSTINIANo di Giovan Battista Ricci a Roma

Affreschi di Ricci nella Cappella di S. Monica

Affreschi di Ricci nella Cappella di S. Monica

 

 

GIOVAN BATTISTA RICCI

1610

Cappella di S. Monica nella Chiesa di S. Agostino a Roma

 

Storia della Vita di sant'Agostino

 

 

 

Scrive il Baglione nella sua biografia che " ... Ricci nacque a Novara nella Lombardia e venne nella mia patria, Roma, nel pontificato di Sisto V ... In S. Agostino ha dipinto tutta la volta della Cappella di santa Monica, madre del Santo Dottore, con diverse istorie di quella santa in fresco. E quivi anche la Cappella di S. Nicolò da Tolentino quasi tutta fu da lui fatta a fresco con la vita del santo."

A Roma sotto Sisto V, partecipò alle imprese sistine ed eseguì dipinti in varie chiese (affreschi in S. Maria Maggiore, 1590-93; in S. Marcello, 1597-1613). Nel suo stile l'influsso di F. Zuccari si innesta sulla formazione lombarda, evidente nell'uso del colore e nell'affollamento delle composizioni.

Il Ricci detto Giovan Battista da Novara (Novara 1537 - Roma 1627) dovette lavorare anche alla volta dell'antica sacrestia della chiesa di S. Agostino. Il pittore amava firmarsi GIO. BATISTA RICCIUS NOVARIEN.S PINXIT. La volta della cappella di santa Monica si compone di quattro scene: Monica che spiega la regola agostiniana, il battesimo di Agostino, la devozione alla Madonna della Cintura, la nascita di Agostino. La cappella conserva le spoglie di Monica, trasportate a Roma da Ostia il 9 aprile 1430 durante il pontificato di Martino V.

 

Questa cappella della chiesa romana di sant'Agostino è detta di santa Monica, perché conserva in un sarcofago il corpo della Santa. La statua di Monica giacente sul letto di morte è di Isaia da Pisa. Il sarcofago venne trasferito da Ostia a Roma nel 1430 e nell'anno 1446 fu deposto sull'altare costruito da Maffeo Vegi. Nel 1566 fu tolto da questa primitiva destinazione e fu messo nella parete finché nel 1760, il cardinal vicario Odescalchi lo fece riporre nell'attuale sarcofago che venne appositamente costruito. Il soffitto della cappella, come sopra accennato, è di Giovan Battista Ricci da Novara mentre il quadro dell'altar maggiore è opera di Giovanni Cottardi. A destra si può osservare il sepolcro del cardinale Pietro Grifi, forlivese, prefetto in Sabina e legato in Francia e in Inghilterra di Alessandro VI (1492). Sul pilastro dell'arco si possono osservare i sepolcri del cardinale Gregorio Petrichini (1713) e di Agostino Giorgi (1797). Nel piccolo vestibolo della porta laterale trova spazio il sepolcro di Giovanni Antonio Lomellini, genovese (1503).