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PITTORI: Luca Cambiaso

I santi Luca, Basilio, Agostino e Antonio Abate con il committente Antonio Doria opera di Luca Cambiaso

I santi Luca, Basilio, Agostino e Antonio Abate

con il committente Antonio Doria

 

 

LUCA CAMBIASO

1527-1585

Genova, Musei di Strada Nuova

 

I santi Luca, Basilio, Agostino e Antonio Abate con il committente Antonio Doria

 

 

 

La tavola di Luca Cambiaso raffigura i santi Luca, Basilio, Agostino e Antonio Abate assieme con il committente Antonio Doria. La tavola, di medie dimensioni, proviene dalla chiesa di san Bartolomeo degli Armeni.

Basilio Magno, "il Grande" (in greco: Βασίλειος ο Μέγας, Basileios o Megalos)  troneggia sugli altri santi con un libro aperto e la mano destra alzata in segno di insegnamento. Basilio nacque a Cesarea in Cappadocia nel 329 e vi morì nel 379, dopo essere diventato un vescovo venerato come santo dalle Chiese cristiane, di cui oltre che vescovo fu confessore e Dottore della Chiesa e primo dei Padri cappadoci.

Agostino è qui raffigurato nelle sue vesti episcopali seduto e con lo sguardo rivolto al fedele che osserva il quadro. In testa porta una semplice mitra, mentre porta la mano destra al cuore. Con la mano sinistra regge il bastone pastorale sulle ginocchia e un libro chiuso. Sotto il piviale si nota con evidenza la presenza del saio nero dei monaci agostiniani che seguono la sua regola.

Il committente fu l'ammiraglio Antonio Doria, marchese di Santo Stefano D'Aveto che troviamo raffigurato a sinistra in atto pietoso di contrizione. Antonio era parente del grande Andrea. Per Antonio Doria venne costruito, isolato presso la porta dell'Acquasola, nel 1624 il palazzo Doria che pervenne in seguito agli Spinola. Pregevoli, oltre agli affreschi della facciata di Lazzaro e Pantaleo Calvi, quelli all'interno, nelle sale affrescate ad opera della bottega di Giovanni Cambiaso.

 

 

Luca Cambiaso (1527-1585)

Cambiaso (Moneglia 1527-El Escorial 1585) fu impegnato, già da fanciullo, nella bottega del padre, inizia a operare dai primi anni quaranta. Anni di relativa crisi nel panorama pittorico locale, dopo la partenza dei grandi artisti che, alla corte di Andrea Doria, avevano caratterizzato un'innovativa stagione: Perin del Vaga, Pordenone, Beccafumi. Il padre Giovanni, pittore modesto ma desideroso di aggiornare il proprio fare sulla scorta degli esempi del cantiere di Fassolo, del Beccafumi in particolare, indica a Luca questa via come necessaria per far compiere un salto di qualità alla bottega familiare: se i primi impegni sono testimoniati in opere nel contado, la bottega dei Cambiaso presto si affaccia alla ribalta della grande decorazione delle dimore cittadine. Un debutto tutto orientato nel senso di una dirompente novità: nel palazzo di Antonio Doria, al raffaellismo della maniera dei Calvi si oppone l'enfatizzato gigantismo, non insensibile anche al ricordo del Pordenone, di un ciclo realizzato tra 1545 e 1550.