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PITTORI: De Sacchis Giovanni Antonio

Disputa dei Padri della Chiesa sull'Immacolata Concezione

Disputa dei Padri della Chiesa sull'Immacolata Concezione

 

 

DE SACCHIS GIOVANNI ANTONIO

1539

Napoli, Pinacoteca Nazionale Capodimonte

 

Disputa dei Padri della Chiesa sull'Immacolata Concezione

 

 

 

La Disputa sull'Immacolata Concezione di Pordenone fu realizzata come pala d'altare per la cappella Pallavicino o Cappella della Concezione nella Santissima Annunziata nella chiesa di Santa Maria Annunciata a Cortemaggiore nel piacentino. Essa rimase collocata sul posto fino a quando fu probabilmente donata da Isabella Pallavicino a Ranuccio Farnese intorno al 1595. Quando giunse a Roma ne fu tratta un copia ad opera di Annibale Carracci, che venne spedita a Cortemaggiore per sostituire l'originale. Questa copia si trova ancora in situ nella cappella di Cortemaggiore. L'opera, entrata in collezione Farnese, è presente nel Palazzo di Roma fino al 1759, anno in cui venne trasferita a Napoli come parte della eredità farnesiana di spettanza di Carlo di Borbone.

Pordenone dipinse l'opera nel 1529 o fors'anche nel 1530. Il soggetto del dipinto è il tema della disputa dei Padri della Chiesa circa il tema dell'Immacolata Concezione. Di fronte alla Vergine al centro dalla tela che prega volgendo lo sguardo verso il cielo, i quattro Padri della Chiesa discutono animatamente fra di loro. Si riconoscono san Girolamo e sant'Ambrogio a sinistra e sant'Agostino e san Gregorio a destra. In una solida architettura rinascimentale volteggiano degli angeli. Dipinta a olio, la tela misura in altezza cm. 298 e in larghezza cm. 198.

 

 

Giovanni Antonio de' Sacchis

Più noto con il soprannome di Pordenone, Giovanni de' Sacchis nacque a Pordenone nel 1484. È considerato il più grande pittore friulano del Rinascimento. Dopo aver conosciuto l'arte romana di Raffaello e Michelangelo, il suo stile si orientò verso un personale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare.

Ricordato da Vasari, venne definito: "il più raro e celebre [...] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti". La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e quasi sicuramente, agli esordi della sua attività, venne influenzato da Andrea Mantegna, dalle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici. Nel 1514-1515 risiedette a Roma, dove conobbe l'opera di Raffaello e Michelangelo. Lavorò in vari paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, signori di Pordenone, a Venezia e in Emilia, tra il 1529-1530. Nel 1532 si trasferì a Genova. Verso il 1530 conobbe Tiziano: l'opera di quest'ultimo prese il sopravvento nell'ambiente artistico lagunare, emarginandolo il Pordenone. Costui morì a Ferrara nel 1539, in circostanze misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di Ercole II d'Este.