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PITTORI: Muziano Girolamo

Visione di Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

Visione di Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

MUZIANO GIROLAMO

1554

Roma, Ente religioso cattolico

 

Visione di Sant'Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

L'immagine che raffigura alcune scene relative a sant'Agostino sono state dipinte da Girolamo Muziano nella predella di un pala dipinta ad olio. 

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa.

 

 

Girolamo Muziano

Girolamo Muziano nasce ad Acquafredda, un paese vicino a Brescia, nel 1532. Svolge la sua attività pittorica nel tardo-rinascimento e all'epoca del Manierismo. La sua prima preparazione incomincia alla bottega del Romanino, un pittore influenzato dallo stile di Tiziano. L'apprendistato tuttavia lo conclude nella bottega di Domenico Campagnola e Lambert Sustris fra il 1544 e il 1546 ai Padova.

Si trasferì quindi a Venezia dove restò fino al 1549, quando decide di recarsi a Roma nel 1550, dove rimase fino alla morte. Noto come il "Giovane dei paesaggi" Muziano raffigurò molti episodi storici seguendo un approccio basato in gran parte sullo stile di Michelangelo. L'opera che lo rese famoso è la tela che raffigura la Resurrezione di Lazzaro del 1555, che venne dipinta per il Palazzo di Colonna a Subiaco. Curioso è il destino dell'opera, perché subì un primo trasferimento nella Basilica di Santa Maria Maggiore sopra la tomba dell'artista. Fu poi trasferita al Palazzo Quirinale, da dove passò ai Musei Vaticani.

Il periodo di maggior splendore di questo artista cade fra il 1570 e il 1580, quando realizza opere secondo i gusti della controriforma. Venne inoltre chiamato a rifondare l'Accademia di San Luca a Roma. Morì nel 1592 e fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore.