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PITTORI: Sabatini Lorenzo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

LORENZO SABATINI

1560-1564

Bologna, Pinacoteca Nazionale

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Ritenute in passato opere di Orazio Samacchini, le due tavolette conservate alla Pinacoteca nazionale di Bologna, che raffigurano i santi Agostino e Gregorio, sono citate nell'elenco delle opere provenienti dal soppresso convento di san Gerolamo della Certosa del 1797. Ai nostri giorni, in un'epoca in cui gli studi hanno cercato di fare ordine tra la produzione di Orazio Samacchini e quella di Lorenzo Sabatini, risulta alquanto più probabile l'attribuzione di queste due tavole a Sabatini poichè manca nella loro stesura quella tendenza ad accentuare in maniera astratta le volumetrie tipica di gran parte della produzione di Samacchini. Al contrario è pienamente individuabile una stretta affinità con altre opere di Lorenzino.

Le due tavolette, delle dimensioni di cm 25,5 x 12, furono eseguite in un periodo fra il 1560 e il 1564 circa. ASi può anche ipotizzare che le due tavolette provengano da una composizione complessa più ampia: lo suggerisce l'orientamento delle figure verso un ipotetico centro e dal loro montaggio in una cornice dorata certamente non originale. Il nome dei due santi è indicato grazie alle iniziali disegnate sul fondo: nel caso di Agostino troviamo .S.(anctus) .A.(ugustinus). In queste due ante, dei primi anni Sessanta, la definizione delle figure, che si dispongono in una sorta di malinconica eleganza tutta emiliana, fa pensare ad un periodo ancora lontano dagli influssi dell'arte di Vasari, che sono significativamente presenti nella produzione dell'artista dopo il soggiorno fiorentino del 1565. La figura di Agostino è definita in maniera sommaria ma in ogni caso raffinata nella resa dei toni e delle ombre. Ben diversa sarà la realizzazione di Agostino, alcuni anni dopo, nei quattro Dottori della Chiesa, che Sabatini raffigurò nella cappella Malvasia di San Giacomo Maggiore. Lì scopriamo una espressione monumentale dove prevale l'acquisita imperiosità vasariana.

In questa tavoletta Agostino è stato dipinto a figura intera, nelle sue vesti episcopali. Un lungo piviale, semplice nella composizione, gli copre le spalle e scende fino ai piedi. Nella mano destra il santo regge con il palmo un libro aperto. Con la mano sinistra appoggia alla spalla un lungo ed esile bastone pastorale. Una mitra, circondata dal nimbo dei santi, gli copre la testa. Il suo volto, dalla forma allungata, ha un'espressione sommessa e uno sguardo vivo e penetrante. Una folta barba grigiastra si adagia sofficemente sul petto.

 

 

Lorenzo Sabatini

Lorenzo Sabatini nasce a Bologna nel 1530. Sabatini figura a Firenze come collaboratore del Vasari nella decorazione di Palazzo Vecchio e compare tra gli artisti che nel 1565 realizzano l'allestimento per le nozze di Francesco de' Medici con Giovanna d'Austria. Con Vasari ha un rapporto di lavoro e amicizia, documentato sin dal 1562. Dal Parmigianino coglie non solo lo schema compositivo, ma pure la grazia, la dolcezza, l'eleganza e la finezza dei passaggi e della stesura pittorica. Dal 1566 al 1573 Sabatini ritorna a Bologna. L'esperienza toscana lascia la sua impronta nello stile, elegante e ricco di riferimenti alla cultura fiorentina. In questo periodo realizza la sua grande opera monumentale, la decorazione ad affresco per la cappella Malvasia nella chiesa di S. Giacomo Maggiore. La decorazione comprende le pitture murali con i quattro Dottori della Chiesa alle pareti laterali, i Quattro Evangelisti nei medaglioni del soffitto e la pala d'altare con la Sacra Famiglia e i SS. Michele arcangelo e Giovannino.

Verso il 1570 esegue la Madonna assunta in cielo con angeli per l'altar maggiore della chiesa di S. Maria degli Angeli. Trasferitosi a Roma nel 1573 ottiene il prestigioso incarico di decorare ad affresco della sala Regia e della sala Paolina. Nella Sala Paolina esegue gli Episodi della Vita di S. Paolo, ma è un lavoro che non riuscirà a concludere poiché la morte lo coglierà nel 1576 e la pittura verrà conclusa da Federico Zuccari.