Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Luca Signorelli

PITTORI: Luca Signorelli

Le due ante della pala che si trovava nella Cappella Bichi nella chiesa di sant'Agostino a Siena

Le due ante della pala che si trovava nella Cappella Bichi nella chiesa di sant'Agostino a Siena

 

 

LUCA SIGNORELLI

1498

Berlino, Staatliche Museen Gemäldegalerie

 

 

Sant'Agostino, santa Caterina d'Alessandria e Sant'Antonio da Padova

 

 

 

A Berlino, al Staatliche Museen Gemäldegalerie si conservano queste due splendide ante a tavola che raffigurano, in quella di destra, i santi Agostino e i santi Caterina e Antonio da Padova.

Tutti e tre mostrano una grande commozione interiore che trascende dalla forte loro spiritualità. Agostino è raffigurato come vescovo in età giovanile ed è stato raffigurato intento a leggere.

Quest'opera, assieme ad un'altra anta che è conservata sempre nel museo berlinese, costituiva una parte della pala d'altare della cappella Bichi nella chiesa di sant'Agostino a Siena.

Nell'anta di sinistra sono raffigurati sant'Eustachio, Maria Maddalena e san Gerolamo. In quella di destra compaiono i santi Agostino, santa Caterina d'Alessandria e sant'Antonio da Padova.

Luca Signorelli nacque a Cortona nel 1450 e vi morì nel 1523. Artista ricco di fantasia, fu uno dei pittori più notevoli del primo Rinascimento. A memoria del Vasari subì influsso di Piero della Francesca, del quale fu anche allievo e poi del Pollaiolo. La sua arte è caratterizzata da potente plasticità e dinamismo. I suoi nudi poi, di particolare perfezione e bellezza classica, precorrono Michelangelo. Le opere che Signorelli lasciò in Arezzo e nella sua città nativa sono tutte contemporanee o posteriori al periodo orvietano, ai celebri affreschi del Duomo di Orvieto, dipinti tra il 1499 e il 1504, che meglio indicano la straordinaria potenza delle forme, esaltate dalla linea «generatrice di moto» e dal contrasto delle luci e delle ombre. La Pinacoteca di Sansepolcro mostra uno Stendardo opistografo (1505 circa); la Collegiata di Castiglion Fiorentino un'opera ad affresco (dopo il 1500); Cortona molte opere, raccolte per lo più nel Museo Diocesano e quindi in San Niccolò e in San Domenico.

Nella Pinacoteca aretina, la tavola della Madonna col Bambino tra Angeli e Santi (1519) è già opera di collaborazione. La produzione tarda del Maestro è ormai sminuita dall'intervento dei mediocri allievi, come appare anche nella debolissima tavola con l'Incoronazione della Vergine (1522) nella Collegiata di Foiano, ultima opera del Pittore cortonese e debolissima esecuzione della sua bottega. Nella Sagrestia della Cura, a Loreto, l'affresco della Conversione di S. Paolo, dimostra bene i modi drammatici del suo linguaggio plastico ed energico, simile e insieme profondamente diverso da quello del Pollaiolo, per il volume dei corpi visti di scorcio entro la luce obliquamente violenta e radente. Si è pensato in proposito a relazioni con la pittura ferrarese rappresentata da Ercole de' Roberti.

Dopo essere stato a Roma, dove esegui (1481) il Testamento di Mosè nella Cappella Sistina, aiutato da Bartolomeo della Gatta, dipinse ancora altre opere importanti, prima di condurre i celebrati affreschi della Cappella di S. Brizio, nel Duomo di Orvieto, figuranti Scene del Giudizio Finale. Si tratta di una epopea dantesca grandiosa e tragica, che soltanto Michelangelo sopravvivivere e proseguire evocando un mondo eroicizzato. Il groviglio dei dannati immaginato da Signorelli, grande disegnatore, esibisce valori di una drammaticità cinquecentesca. Luca viveva, come riferisce il Vasari, splendidamente, si compiaceva di vestire bene, suscitando sempre somma venerazione. In vecchiaia, carico di onori e stimato da tutti, se ne andò a vivere a Cortona, per riposare.

 

 

Luca Signorelli

Raccogliendo e interpretando gli stimoli più aggiornati ed espressivi della pittura toscana, Luca Signorelli svolge un'intensissima e preziosa attività di raccordo tra centro e periferia, alternando periodi trascorsi nel vivo della produzione culturale (Firenze e Urbino alle corti di Lorenzo il Magnifico e Federico da Montefeltro con lunghi soggiorni in centri minori. Allievo di Piero della Francesca ad Arezzo e poi seguace dei Pollaiolo a Firenze, Signorelli completa la propria cultura a Urbino. Nel 1482 è a Roma come collaboratore del Perugino per la cappella Sistina. Trasferitosi a Firenze ben presto diventerà un protagonista dell'ambiente mediceo.