Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Benvenuto di Giovanni

PITTORI: Benvenuto di Giovanni

Sno

Sant'Agostino e santa Lucia

 

 

BENVENUTO DI GIOVANNI

1475

Murlo, chiesa di S. Fortunato

 

Madonna con Bambino in trono e angeli, sant'Agostino, santa Lucia e altri santi

 

 

 

La tavola che riproduce sant'Agostino e santa Lucia appartiene ad un pilittico di grandi dimensioni che ha per soggetto principale la Madonna con il Bambino in trono e angeli, attorniati da diversi santi tra cui si riconoscono Santa Caterina d'Alessandria e san Michele Arcangelo, Sant'Agostino e santa Lucia, il Cristo Redentore benedicente, Sant'Ansano, San Lorenzo, altri Santi ed Episodi della vita di Maria Vergine.

Alto 290 cm e largo 272 cm il polittico è stato realizzato da Benvenuto di Giovanni che lo ha firmato nel 1475. In origine l'opera si trovava nella chiesa di san Michele a Montepertuso, mentre oggi è conservata nella chiesa di san Fortunato a Murlo in località Vescovado.

La pieve di san Michele Arcangelo a Montepertuso si trova in località Montepertuso a Murlo. La struttura è ricordata dal 1214 e nel 1475 fu ornata del trittico con san Michele e altri santi di Benvenuto di Giovanni, poi trasferito nella parrocchiale di Vescovado e sostituito da una copia. L'edificio fu completamente restaurato agli inizi del Novecento in forme neogotiche: all'interno furono costruiti tre altari in pietra serena con un ricco tabernacolo in marmo sull'altare maggiore.

 

La chiesa di san Fortunato a Vescovado di Murlo fu costruita agli inizi degli anni settanta del Novecento e consacrata nel 1972. All'interno si conserva il trittico di Benvenuto di Giovanni con la Madonna in trono col Bambino e santi dipinta nel 1475. Il complesso è di grande eleganza formale e freschezza narrativa nelle storielle della predella. Degli arredi antichi, si è conservata una macchina processionale del Settecento, in legno dipinto e dorato, costruita per contenere durante le processioni la tavola di Andrea di Niccolò raffigurante la Madonna col Bambino, la cui parte centrale è oggetto di grande devozione.

Lucia da Siracusa nacque a Siracusa nel 283 e vi morì martirizzata nel 304. Venne acclamata santa ed è venerata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Morì martire durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa.

Lucia è una tra le figure più care alla devozione cristiana. Nel Messale Romano viene ricordata come una delle sette donne menzionate nel Canone Romano.

Gli atti del suo martirio raccontano delle terribili torture che le furono inflitte dal prefetto Pascasio. Costui non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Nelle catacombe di Siracusa, le più grandi ed estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata scoperta un'epigrafe marmorea del IV secolo che la ricorda ed è allo stesso tempo la testimonianza più antica del suo culto. La devozione verso di lei si diffuse molto rapidamente e già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna. Papa Onorio I qualche anno dopo gliene dedicò un'altra a Roma.

È considerata per tradizione, la patrona della vista e di tutti coloro che ne soffrono, come i non vedenti, i miopi, gli astigmatici.

Presso l'urna che accoglie le sue spoglie nella chiesa di San Geremia a Venezia, vengono quotidianamente portati ex voto e grazie ricevute che attestano la grandezza di santa Lucia nel dispensare grazie.

Se esaminiamo con attenzione la figura della martire nella Divina Commedia, notiamo che viene presentata come un personaggio vivo e reale nel coniugare in sé qualità celestiali e umane allo stesso tempo. È creatura celeste e umana, quando su invito di Maria scende dall'Empireo, per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e del conseguente pericolo che incombe su di lui.

Dante, raggiunta la pienezza della sua ascesa, associa la figura di S. Lucia a quella della Madre di Maria, S. Anna, collocandola di fronte ad Adamo, il capostipite del genere umano. Maria, Beatrice, Lucia sono le tre donne che hanno permesso, per volere divino, questo cammino di redenzione al personaggio Dante, ma tra di esse, la vergine siracusana rappresenta per Dante l'anello di congiunzione fra l'esperienza terrena del peccato e il provvidenziale cammino ascetico e contemplativo ultraterreno.

 

 

Benvenuto di Giovanni di Meo del Guasta

Scarne sono le notizie sulla vita e sulla formazione artistica di questo pittore senese nato nel 1436. Di certo fu apprendista nella bottega del Vecchietta, dove seppe sviluppare un stile originale che privilegiava l'eleganza figurativa. Nella maturità terrà in gran conto l'accuratezza nei particolari e la solennità compositiva. L'attività di Benvenuto di Giovanni iniziò a Siena verso il 1455, quando dipinse le Storie di S. Antonio da Padova nel battistero di S. Giovanni. Anni dopo compose le Annunciazioni per la chiesa di S. Gerolamo e per la chiesa dell'Osservanza. Dal 1480 in poi Benvenuto di Giovanni intensificò la sua attività di miniaturista. Morì a Siena nel 1518.