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PITTORI: Leonardo da Besozzo

Agostino vescovo

Agostino vescovo

 

 

LEONARDO DA BESOZZO

1428

Napoli, Chiesa di San Giovanni a Carbonara

 

Sant'Agostino

 

 

 

Leonardo da Besozzo è pittore lombardo che opera nel XV secolo. La tavola di questo sant'Agostino è conservata nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli in una delle due edicole a risvolto che si trovano nell'abside della chiesa dominata dal sepolcro di re Ladislao, morto nel 1414. L'immagine di Agostino è associata alla vicina figura di san Giovanni. L'artista vi ha riprodotto un Agostino nella tipica raffigurazione di vescovo con il bastone in mano, la mitra in testa, in atto di benedire con la mano sinistra. Agostino mostra un viso maturo, ma non vecchio, ha la barba ed i lineamenti severi e nello stesso tempo autorevoli. Forti e penetranti sono gli occhi che denotano lo sforzo dell'artista di interpretare la forza spirituale che resse la grande mente investigativa del santo.

 

I santi Giovanni Battista ed Agostino, che sono ai lati del monumento a re Ladislao, presentano gli stessi caratteri delle storie della Vergine. Sotto l'immagine di S. Agostino corre l'iscrizione: Leonardus de Bissucio de Mediolano ornavit 1428. Con questo "ornavit" si vorrebbe indicare il fatto che che il pittore dorò i capitelli delle colonne e i capelli e le vesti delle figure del mausoleo come del monumento nell'interno della rotonda di Ser Gianni. Altri pensano che la scritta vada letta più semplicemente come una affermazione del pittore che attesta di aver condotta la decorazione pittorica.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

 

Leonardo da Besozzo

Figlio di Michelino da Besozzo, apprezzato pittore, Leonardo viene indicato negli annali del Duomo di Milano per aver realizzato, insieme al padre, l'altare di Santa Giuditta. Trasferitosi a Napoli, si fece riconoscere per il suo originale stile tardo-gotico piuttosto innovativo per quella città. La sua opera vive nel ciclo di affreschi che dipinse per la chiesa di San Giovanni a Carbonara. Nel transetto sinistro della chiesa di San Lorenzo Maggiore è conservato un suo ulteriore dipinto su fondo oro, che raffigura sant'Antonio. Gli viene attribuito anche il ciclo di affreschi nella chiesa di Santa Margherita a Casatenovo. Leonardo da Besozzo fu apprezzato autore anche di numerose miniature. Fra i manoscritti che illustrò troviamo la Cronaca "Imagines pictae virorum illustrium" conservata presso la Collezione Crespi di Milano, che costituisce una preziosa copia dei perduti affreschi di Masolino in palazzo Orsini a Roma. Illustrò anche il Canon major di Avicenna che si trova nella Biblioteca universitaria di Bologna.