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PITTORI: Carlo Crivelli

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CARLO CRIVELLI

1460-1490

Roma, Galleria di Palazzo Colonna

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

In uno dei palazzi di Roma meglio conservati e rimasti sfarzosi nel tempo, è conservata questa splendida opera di Carlo Crivelli che raffigura a mezzo busto l'immagine di sant'Agostino.

La tavola di Crivelli, di medio formato, ci presenta un Agostino intento nella lettura di un libro che tiene fra le mani. Il santo indossa una elegante mitra circondata dal nimbo dei santi. Con il braccio destra regge un sottile bastone pastorale. Le mani sono accuratamente inguantate assicurando all'azione del santo una pulita signorilità nel gesto. Il volto del santo, con una moderata barba riccioluta grigiastra, ha un aspetto maturo, ma ancora giovanile. il piviale ha un morbido intreccio di semplici motivi scuri su un tessuto rosso. I committenti probabilmente erano agostiniani, dato che il santo mostra in bella evidenza, sotto il piviale, l'abito nero con la cintura di cuoi dei monaci dell'Ordine agostiniano, che lo hanno sempre considerato loro Padre fondatore.

 

 

Carlo Crivelli

Carlo Crivelli nacque a Venezia nel 1430 circa.

Un documento del 13 ottobre 1444 attesta che Carlo Crivelli è figlio del pittore Iachobus de Chriveris, abitava a Venezia nella parrocchia di San Moisè e aveva un fratello minore di nome Vittore.

Nel 1457 fu condannato a sei mesi di carcere e a duecento libre di multa, perché, innamoratosi di Tarsia, moglie di un marinaio veneziano di nome Francesco Cortese, la rapì dalla casa del fratello del marito e la tenne nascosta per molti mesi, avendo con lei rapporti carnali.

Carlo probabilmente fu apprendista di Antonio Vivarini, Giovanni d'Alemagna e Bartolomeo Vivarini. Quest'ultimo era ben informato della contemporanea cultura pittorica padovana, fondata sulla scuola di Francesco Squarcione.

Lavorò quindi a Padova, nella bottega dello Squarcione al tempo in cui vi lavorava anche Mantegna. La sua prima opera, la Madonna della Passione (a Verona nel museo Civico d'arte), evidenzia una pittura ancora legata ai modi rinascimentali, tardo-gotici veneziani che rievocano lo smalto delle icone e dei mosaici bizantini.

Lo storico veneziano Carlo Ridolfi (1648) elenca le prime opere di Crivelli, oggi perdute, nelle chiese veneziane di San Sebastiano (san Fabiano e le Nozze mistiche di santa Caterina) e di san Lorenzo (storie di san Leone Bembo).

Fra le opere giovanile rimaste è importante la Madonna col Bambino di San Diego, datata intorno al 1460 e firmata OPUS. KAROLI. CRIVELLI. VENETI., che conferma gli influssi padovani.

La Madonna col Bambino e putti di Verona (firmata OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI), realizzata per il Monastero veneziano di San Lorenzo e databile ancora al 1460, rivela un complesso di influssi, riferibili tanto direttamente allo Squarcione quanto allo Schiavone. Per motivi che non conosciamo Crivelli seguì Schiavone a Zara e due atti notarili del 23 giugno 1463 e dell'11 settembre 1465 lo citano come maestro pittore, cittadino e abitante della città dalmata. Testimonianze della sua presenza in Dalmazia, insieme anche con il fratello Vittore, a cui fa da maestro, sarebbero due Madonne col Bambino e due angeli.

Un'altra opera considerevole è il grandioso Polittico di Ascoli Piceno realizzato nel 1473, nel quale le figure sono dipinte su un fondo in oro il tutto racchiuso in una sfarzosa cornice dorata. Nel 1486, sempre ad Ascoli Piceno, dove si era trasferito, dipinse una Annunciazione che si ispira fortemente a Mantegna. Tra le altre sue opere vanno certamente ricordate una Pietà presso la Pinacoteca di Brera, e una Madonna col Bambino al Metropolitan Museum di New York. Il pittore morì ad Ascoli Piceno nel 1493 circa.