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PITTORI: Foppa Vincenzo

Sant'Agostino vescovo di Vincenzo Foppa a Breno

Sant'Agostino vescovo

 

 

VINCENZO FOPPA

1462-1468

Breno, Chiesa di S. Antonio

 

Agostino vescovo

 

 

 

Nella chiesa di sant'Antonio a Breno sono rimaste intatte le pregevoli decorazioni a fresco sulle vele della volta del presbiterio, con le figure degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa, attribuite a Vincenzo Foppa, che segue in questo caso l'analogo schema decorativo adottato per la Cappella Averoldi in Santa Maria del Carmine a Brescia.

In letteratura gli affreschi vengono attribuiti anche a Giovan Pietro da Cemmo, un artista della Valcamonica che si ispirava ai modi stilistici di Vincenzo Foppa. La scritta in alto alla finestra da cui appare la figura di Agostino a mezzo busto vestito con i suoi paramenti episcopali, riporta la scritta AUGUSTINUS.

Dal 1474 il Foppa lavora col Bembo e il Bugatto alla cappella del Castello di Pavia, nel 1475 è a Brescia, nel 1476 a Bergamo. Sente in questo periodo l'influenza della pittura franco-provenzale e fiamminga. Nelle opere successive, databili attorno al 1485, il suo stile è affascinato dalla lezione leonardesca, soprattutto nel contorno delle figure, e dal rigoroso impianto architettonico del Bramante. Foppa dipingerà più volte sant'Agostino: a Brescia nella cappella Averoldi di Santa Maria del Carmine, in Santa Maria della Passione a Milano, a Breno, a Savona (Pinacoteca Comunale). Sono immagini vive della sua arte intima e delicata.

Nato a Brescia, è il primo pittore lombardo che, dopo aver conosciuto Gentile da Fabriano e la scuola padovana, partendo dalla tradizione gotica intende appieno il nuovo spirito rinascimentale. Il suo primo quadro è del 1456 segue la lezione del Mantegna, con una visione commossa della natura e una forte ricerca di luminosità e spazi. Dal 1474 il Foppa lavora col Bembo e il Bugatto alla cappella del Castello di Pavia, nel 1475 è a Brescia, nel 1476 a Bergamo. Sente in questo periodo l'influenza della pittura franco provenzale e fiamminga. Compagno di studi del Mantegna, Foppa è il più significativo pittore lombardo del primo Rinascimento.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6