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PITTORI: Foppa Vincenzo

Sant'Agostino vescovo di Vincenzo Foppa nella Cappella Portinari in sant'Eustorgio a Milano

Sant'Agostino vescovo

 

 

VINCENZO FOPPA

1462-1468

Cappella Portinari in sant'Eustorgio a Milano

 

Agostino vescovo

 

 

 

Nato a Brescia nel 1420, è il primo pittore lombardo che, dopo aver conosciuto Gentile da Fabriano e la scuola padovana, partendo dalla tradizione gotica intende appieno il nuovo spirito rinascimentale. Il suo primo quadro è del 1456 segue la lezione del Mantegna, con una visione commossa della natura e una forte ricerca di luminosità e spazi. Chiamato a Pavia dagli Sforza, opera per lunghi anni diviso tra Milano e Genova. La sua opera di maggiore impegno sono gli affreschi della Cappella Portinari in sant'Eustorgio a Milano (1462-1468), dove fra l'altro dipinge questo bel sant'Agostino. Recuperati di recente, questi affreschi testimoniano la sua felice capacità narrativa.

Agostino indossa i paramenti episcopali con la mitra in testa mentre è seduto davanti al suo scrittoio. Tra le mani coperte da guanti bianchi regge un libro aperto che appoggia sulle gambe. Davanti ha uno scrittoio semplice e d elegante. Sotto il piviale si nota la nera tunica dei monaci agostiniani di cui veniva considerato il Padre fondatore. Il volto del santo esprime una eccezionale dolcezza e serenità che fanno tutt'uno con i lineamenti eleganti di una persona matura ma dotata di grande autorevolezza. Una folta barba bianca gli copre il viso con naturalezza ed armonia.

Dal 1474 il Foppa lavora col Bembo e il Bugatto alla cappella del Castello di Pavia, nel 1475 è a Brescia, nel 1476 a Bergamo. Sente in questo periodo l'influenza della pittura franco provenzale e fiamminga. Compagno di studi del Mantegna, Foppa è il più significativo pittore lombardo del primo Rinascimento.

 

Il santo viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6