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PITTORI: Mariotto di Nardo

I Santi Agostino, Lorenzo, Giovanni Battista e Antonio Abate

Agostino, Lorenzo, Giovanni Battista e Antonio Abate

 

 

MARIOTTO DI NARDO DI CIONE

1378-1380

Francia, collezione privata (acquistato nel 1756 a Firenze)

 

I Santi Agostino, Lorenzo, Giovanni Battista e Antonio Abate

 

 

 

I santi Agostino, Lorenzo, Giovanni Battista e Antonio Abate furono dipinti a tempera su tavola nel 1378-1380 circa. Ciascun pannello misura cm. 31,8x 12,1. Sul retro dei pannelli raffiguranti san Lorenzo e sant'Agostino si scopre l'iscrizione: M.A./T.C/acquisti in Firenze 1786. Inizialmente attribuite ad Ambrogio di Valdese, le quattro tavole vennero successivamente ricondotte al periodo giovanile di Mariotto di Nardo. Con i Quattro Dottori della Chiesa conservati presso la Galleria Sabauda di Torino, facevano originariamente parte di un unico polittico. A dimostrare la coerenza delle otto figure ci sono le medesime misure, le stesse punzonature delle aureole, l'analoga suddivisione spaziale del fondo e le mani, i volti, i panneggi delle vesti quasi sovrapponibili. Se gli zigomi pronunciati, occhi dallo sguardo profondo, le lunghe barbe lanose, i nasi diritti e le dita affusolate sono dati caratteristici di Mariotto, la luminosità dei colori squillanti e la ricerca di combinazioni cromatiche raffinate è certamente ispirata alle opere di Nardo di Cione e, soprattutto, di Giovanni da Milano.

 

 

Mariotto di Nardo

Figlio dello scalpellino Nardo di Cione, Mariotto compare per la prima volta nelle carte d'archivio tra il 1389 e il 1390 quando si iscrive all'Arte dei Medici e Speziali. Al 1389 va ricondotta una delle prime opere documentate del pittore, la pala - ora smembrata - per l'altare della cappella Da Filicaia nel convento di Santa Maria degli Angeli. Fra il 1391 e il 1392 lavorò ad un polittico per la cappella Corsini nel monastero di San Gaggio a Firenze mentre nel 1394-1395 gli viene commissionata la pala d'altare della chiesa di San Donnino in Villamagna. Nel 1411 fu incaricato di realizzare i cartoni per alcune vetrate della chiesa di San Domenico a Perugia, nel 1412 il trittico, anche questo perduto, per Santo Stefano al Ponte di Firenze e nel 1413 fu attivo presso Santa Maria Primerana a Fiesole. A questo primo corpus di opere documentate gli storici dell'arte hanno in seguito aggiunto la decorazione della sala del capitolo in San Francesco a Pisa (1391), la pala d'altare eseguita in collaborazione con Niccolò di Pietro Gerini e datata 1393 con la Vergine col Bambino destinata alla chiesa di Santa Cristina in Pagnana vicino a Empoli. L'Annunciazione delle Gallerie dell'Accademia di Firenze, collocabile tra il 1400 e 1402, marca un accentuazione stilistica verso il gotico internazionale che non può prescindere dalla conoscenza di Lorenzo Monaco. Le ultime opere mostrano una certa regressione verso modi più grevi e ripetitivi; ne sono un esempio l'Incoronazione della Vergine presso il Museo della Certosa del Galluzzo, la Trinità di Santa Maria dell'Impruneta (1418) e la pala d'altare per San Leonino in Panzano (1421). Mariotto si dedicò infine a una importante attività di miniaturista che lo impegnò, fra le altre cose, nella decorazione di una copia della Divina Commedia conservata nella Biblioteca Apostolica Vaticana (Vat. Lat. 4776).