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PITTORI: Cosimo Rosselli

Madonna in trono fra due angeli san Tommaso e san Pietro (ha ridipinto sopra sant'Agostino)

Madonna in trono fra due angeli san Tommaso e san Pietro (ha ridipinto sopra sant'Agostino)

 

 

COSIMO ROSSELLI

1482

Firenze, chiesa di Santo Spirito

 

Madonna in trono fra due angeli san Tommaso e sant'Agostino

 

 

 

 

La pala è datata 1482 ed unanimemente attribuita a Cosimo Rosselli: il paliotto sottostante che raffigura l'incredulità di san Tommaso è assegnata alla bottega di Bernardo di Stefano Rosselli. Tutte le opere ricordano il fondatore della Cappella (fine XV secolo) Tommaso di Piero di Agnolo Corbinelli. Nel quadro la figura di Agostino è stata trasformata in san Pietro nel momento in cui, estintasi la famiglia (1672), la cappella, assieme alle altre proprietà Corbinelli, è passata a Baldassarre Suares, Andrea di Baccio Compagni e Luigi Altoviti. A destra san Pietro tiene le chiavi e ha occultato la figura di Agostino, patrono degli eremitani che reggevano la chiesa di santo Spirito. Lo conferma l'iscrizione sul trono (SANCTUS AUGUSTINUS) così come l'inzio del pastorale del vescovo ipponense, poi cancellato, sotto il manto giallo, in basso a sinistra.

Nella predella si osserva l'episodio di Agostino e Monica che ascoltano la predica di Ambrogio. La scena è ambientata in un paesaggio aperto, dove il giovane Agostino, in abiti laici, ha già la testa raggiata a esprimere la sua futura santità. Monica è inginocchiata e vestita come una monaca agostiniana.

Rosselli realizzò la pala appena tornato da Roma, dove si era recato ad affrescare la Cappella Sistina. Questo dipinto fu il primo ad essere collocato in Santo Spirito a Firenze e offre una interpretazione domestica e arcaicizzante della cultura rinascimentale del Quattrocento fiorentino.

 

Nella primavera del 1481 Rosselli fu invitato da papa Sisto IV a Roma per la decorazione della Cappella Sistina accanto a Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli e ai loro collaboratori; per queste opere i pittori si attennero a comuni convenzioni rappresentative in modo da far risultare il lavoro omogeneo. Ritornato a Firenze nel 1482 realizzò la tavola destinata alla cappella Corbinelli, intitolata a san Tommaso, nella chiesa di Santo Spirito. Di questo periodo sono anche una serie di tavole destinate a chiese fiorentine e l'affresco nella cappella del Miracolo del Sacramento in Sant'Ambrogio. Negli ultimi decenni della sua vita, in seguito alle nuove istanze portate da Girolamo Savonarola lo stile pittorico si fa più rigoroso, caricandosi di una devozionalità asciutta e popolaresca.

 

Tommaso Didimo fu uno dei dodici apostoli e prima di incontrare Cristo fu pescatore. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta.

È un personaggio che esprime un certo pessimismo quando Gesù intraprende l'ultimo viaggio verso Gerusalemme e che rimane incredulo alla notizia della Resurrezione nel giorno di Pasqua. Tommaso cerca di capire Gesù, e lo fa ponendo delle domande per trovare delle risposte concrete. Come quando chiede «Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?» e Gesù afferma «Io sono la via, la verità e la vita».

Dopo la morte di Cristo si perdono le tracce di Tommaso: tuttavia ancora oggi esiste in India meridionale una comunità di cristiani di San Tommaso, che dice di essersi convertita grazie all'apostolo. Se stiamo a una vecchia tradizione, Tommaso si sarebbe recato ad evangelizzare prima la Siria e la Persia e poi si spinse fino all'India occidentale. Lo raccontano Eusebio di Cesarea nella sua Storia ecclesiastica, che riferisce notizie tratte da Origene e poi anche gli Atti di Tommaso. Secondo questa tradizione, Tommaso fu martirizzato su una collina nei pressi dell'attuale Chennai, nel Tamil Nadu, nell'anno 72.

In questo luogo i Portoghesi eressero nel Cinquecento una basilica dedicato al santo, oggi meta di pellegrinaggio per i cattolici dell'India. Nel 1258 le presunte ossa di Tommaso, provenienti dall'Isola di Chio, nell'Egeo, furono portate ad Ortona da Leone Acciaiuoli, reduce da una spedizione navale in appoggio ai Veneziani in guerra con i Genovesi. Queste ossa si trovano nella basilica di San Tommaso, ad Ortona.