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PITTORI: Zanobi Strozzi

Particolare della scena in cui Agostino sogna san Gerolamo La grande pala di Zanobi Strozzi con la scena della visione di san Gerolamo

La grande pala di Zanobi Strozzi con la scena della visione di san Gerolamo

 

 

ZANOBI STROZZI

1460

Avignone, Museo du Petit Palais

 

Visione di san Gerolamo

 

 

 

La tavola raffigura la Vergine in trono con il Bambino attorniata da santi disposti a corona in un giardino del tardo Quattrocento. Nella predella e precisamente nel secondo riquadro a destra della immagine centrale della risurrezione il pittore ha realizzato un episodio leggendario che vede protagonista Agostino noto come Visione di san Gerolamo. L'opera gli venne commissionata verso il 1460 dai nobili Medici e venne utilizzata come pala d'altare della chiesa di san Gerolamo a Fiesole, che sorgeva poco distante da una loro villa.

La leggenda viene riferita da Petrus Calo Clugiensis (il frate predicatore domenicano Petrus Calo de Clugia ossia da Chioggia) nel 1348 (Acta Sanctorum, settembre, VII, 423) e ripresa da Ludovicus de Angelis nel suo Libri VI de vita et laudibus S. Patris Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et Ecclesiae doctoris eximii, pubblicato a Conimbricae nel 1612.

Questo episodio si riferisce al contenuto di una lettera apocrifa in cui Agostino assicura di avere visto in sogno Gerolamo e san Giovanni Battista. Quest'ultimo gli spiega che la sua terza corona è quella del martirio:

"Cogitas Augustine quid laudis debeas de Hieronymo in veritate proferre ... Sertum vero tertium, quod plus illo fero, aureola martyrii est ... Serta vero duo alia, quae habemus, aureolae sunt quae solum virginibus et doctoribus dantur, ut ab aliis discernantur." Il testo prosegue cercando di introdurre il senso della beatitudine celeste e riporta ancora: "Avide cogitans, qualis inesset animabus beatorum, qui cum Christo gaudent, gloriae et laetitiam quantitatis ... ut brevem scriberem epistolam sanctissimo Hieronymo destinandam, ut quidquid ex hoc sentiret, responderet ... cumque iam scribens salutatio-nis exordium Hieronymo praenotarem, ineffabile subito lumen nostris invisum temporibus nostrisque minime linguis declarandum cum ineffabili inauditaque odorum omnium fragrantia, cellulam, in qua stabam, intravit, hora iam completorii. Quo a me viso, stupore admirationeque commotus, animi et membrorum virtutes repente amisi. Nesciebam enim tunc quod dextera mirabilis Dei exaltasset servum suum, notas faciens in populis vitutes suas; nesciebam etenim quod Deus antiquae miserationis servuum suum fidelem a carnis immunditiis dissolvisset et tam sublimen ei in caelo sedem parasset ... Inter haec autem meis in me perstrepentibus cogitationibus quid hoc esset, de luce haec dicens verba vox emicuit: Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?"

PSEUDO AGOSTINO, Epistola ad Cyrillum Ierosolymitanum episcopum 33, 1126

 

 

Zanobi Strozzi

Nato a Firenze nel 1412 è stato un brillante pittore e miniatore italiano, nonché uno dei principali aiutanti di Beato Angelico.

Pur discendente da un armo secondario della famiglia fiorentina degli Strozzi, Zanobi appartenne alla nobiltà cittadina. In quanto nobile non si iscrisse mai all'Arte dei Medici e Speziali che associava i pittori di Firenze. Nel 1427 abitava nella parrocchia di San Martino a Brozzi e nel 1430 si trasferisce presso San Domenico di Fiesole. Fra il 1434 e il 1439 dipinse una tavola per la chiesa di Sant'Egidio e nel 1438 si sposò con Nanna di Francesco Strozzi. Attorno al 1440 completò un'Annunciazione già nella chiesa di San Salvatore al Monte, oggi alla National Gallery di Londra, che costituisce il suo unico dipinto firmato. Vasari scrive che nel 1446 abitava a Firenze, nella parrocchia di San Paolino e aggiunge che fu uno tra i più fedeli seguaci del Beato Angelico. Il suo stile è elegante e ricco di ornato. Oltre che con Benozzo Gozzoli collaborò anche con Pesellino e Domenico di Michelino. Come miniatore realizzò, tra il 1446 e il 1454, alcuni corali per la chiesa di San Marco. Qui dipinse anche due lunette con la Scuola del beato Alberto Magno e la Scuola di san Tommaso d'Aquino. Verso il 1460 i Medici gli commissionarono una pala d'altare per la chiesa di san Girolamo a Fiesole, di cui essi erano benefattori forse per la vicinanza con una loro villa. L'opera si trova oggi al Museo du Petit Palais ad Avignone. Nel 1463 Zanobi venne incaricato di miniare i corali del Duomo di Firenze in collaborazione con Francesco di Antonio del Chierico. Queste opere oggi sono conservate nel fondo Edili della Biblioteca Medicea Laurenziana ai nn. 149, 150, 151. Zanobi morì nel 1408.